La LIM è un’associazione di librerie indipendenti che nasce a Milano nel 2013, e che ha creato un circuito di librerie in comunicazione tra loro.
L’idea di fondo esula dalla pura vendita e si propone in particolar modo di costruire un nucleo di aggregazione culturale in diversi quartieri della città, che possa essere un punto di ritrovo e di fiducia per gli abitanti della zona.
Marina Candia, proprietaria della libreria Scaldasole, in zona ticinese, racconta di come sia molto più difficile la gestione di luoghi come questi rispetto ai più classici franchising di grandi catene. I margini di guadagno, già di per sé, se si parla di una merce come quella libraria sono molto più bassi rispetto a tanti altri generi di attività, oltre al fatto che lavorare svincolati da un qualsiasi appoggio a grandi catene editoriali comporta rischi maggiori sotto tutti i punti di vista.
Le Librerie Indipendenti lavorano attraverso la selezione di materiali da parte dei vari proprietari dei negozi, che si occupano personalmente della scelta. La chiave, suggerisce Marina Candia, come dice uno dei sui saggi preferiti, è proprio questa: spesso non si trova esattamente ciò che si cerca. E qui si innesca un meccanismo di apertura molto importante in un ambiente come quello librario, che permette di espandere i propri orizzonti oltre le scelte di lettura che si è solitamente abituati a fare.
Ci sono cose che sappiamo di sapere. Ci sono cose che sappiamo di non sapere. Ma c’è anche l’ignoto ignoto, cioè le cose che non sappiamo di non sapere.
(L’ignoto ignoto, Mark Forsyth)
Un vantaggio non irrilevante è la vera e propria pace che si incontra all’interno di questi ambienti, come nella libreria Scaldasole della signora Candia, in una traversa di una delle aree a oggi più frequentate soprattutto dai giovani milanesi. Questo negozio è un vero e proprio angolo di pace e tranquillità, oltre che pozzo di spunti interessanti di ogni tipo: vecchie e nuove edizioni di libri più o meno conosciuti.
I librai e i proprietari di queste librerie indipendenti non sono venditori di libri, come descritto nel manifesto delle LIM, ma veri e propri librai che conoscono impeccabilmente i materiali offerti, e che instaurano con i loro clienti abituali un rapporto di fiducia, proprio come succedeva con le piccole librerie del passato, e in questo modo favorendo incontri culturali attraverso produzioni editoriali meno conosciute e presentazioni con gli autori.
Sono, insomma, detentori di una magia legata al mondo dei libri che spesso va persa in tanti altri negozi, e aiutano a recuperare un piacere nel comprarli che non sarà mai paragonabile a un ordine in sconto su Amazon Prime, nonostante la comodità che questo possa comportare.
Internet è un esercito di macchine, le macchine non consentono la casualità. Fanno esattamente quello che chiedi loro di fare. Per questo da internet si ottiene soltanto ciò che già si sa di volere, nulla di più.
(L’ignoto ignoto, Mark Forsyth)
Nel saggio di Forsyth, consigliatoci appunto da Marina Candia, si parla in particolare del tema del soddisfacimento dei desideri. Di come, secondo diversi studi storici e teologici, ci sia la tendenza a rendersi schiavi dei propri desideri, e a lasciarci, spesso anche senza rendercene conto, limitare da questi.
Ci adagiamo lasciandoci cullare dalle nostre preferenze, o meglio dalle preferenze di cui siamo già a conoscenza. Fattore che, in molti casi, esclusi quelli di noi più avventurosi, non aiuta a esplorare quell’ignoto che ancora non sappiamo di apprezzare.
Un’altra libreria parte del circuito delle LIM (Librerie Indipendenti Milano), da diverso tempo è la Libreria Linea di Confine, nel quartiere di Baggio. Abbiamo incontrato la proprietaria Tiziana De Vecchi.
Tiziana racconta che il suo sogno di aprire una libreria è nato dopo diversi anni d’insegnamento alle scuole elementari, dopo aver sentito il bisogno di dare corpo a un luogo in cui esprimere la sua passione per letteratura e musica. Il negozio era l’antica merceria di famiglia alla quale Tiziana, proprio con l’aiuto dei genitori e della socia Luisa Manenti, ha deciso di dare un volto nuovo, e soprattutto di “investire la seconda parte della sua vita in libri”.
Grande rilievo all’interno dello spazio ha, infatti, anche la letteratura per l’infanzia, in onore della quale vengono spesso realizzati laboratori e iniziative, oltre che piccoli spettacoli teatrali. Quindi una libreria ma, anche e soprattutto, un luogo in cui dare vita a numerosi progetti e collaborazioni anche con gli altri negozianti della vecchia Baggio.
Si viene a creare in questo modo una importante rete comunicativa di quartiere, cerniera tra le varie attività, che in questi ultimi tempi si sta sicuramente perdendo, ma che attraverso progetti come questi si cerca di rivitalizzare.
E tutto questo non solo a scopo di guadagno, ma per il bene dei quartieri e delle città.