Del: 25 Marzo 2019 Di: Arianna Preite Commenti: 0

8-Ball community dal 18 al 24 marzo ha preso casa a Milano, allo spazio NFQ, grazie ad un progetto sviluppato in collaborazione con NERO e FABIO QUARANTA. Il programma ha dato vita a diverse giornate a tema, elaborate su più fronti attraverso conferenze, workshop, concerti, mostre e performance, la cui costante è stata la simbiosi tra creatività e attivismo sociale. 

8-Ball è un organizzazione indipendente no-profit che crea un punto d’incontro e di sostegno per una comunità di artisti e appassionati d’ogni genere, senza barriere d’età o di background. Cercando di suscitare dibattito e scambio su varie tematiche attraverso una radio, una TV ad accesso libero e gratuito, una biblioteca e diversi laboratori artistici.

Il progetto nasce da un gruppo di amici, che con la volontà di aiutare a uscire dal tracollo dovuto alla gentrificazione della zona una sala da biliardo di Brooklyn, iniziano ad organizzare feste, eventi e presentazioni di varie opere artistiche all’interno dello spazio. Nel giugno 2012 le attività della sala si ampliano ulteriormente, creando sul tavolo da biliardo una piattaforma di vendita di prodotti artistici, dando vita alla prima fiera di fanzine di 8-Ball, diventata da allora un marchio distintivo del gruppo e una tradizione che si ripete due volte all’anno a New York. Proprio partendo da quest’idea la community ha anche vissuto per diversi mesi all’interno di un’edicola in una fermata della metro newyorkese, dando vita ad uno spazio di diffusione di fanzine e progetti editoriali indipendenti e autoprodotti.

8-Ball's Newsstand
L’edicola di 8-Ball

Da allora 8-Ball ha continuato a crescere, fino ad arrivare oggi a contare circa 60 volontari che collaborano alla gestione delle attività. Come si legge sul loro sito, la particolarità del gruppo è proprio il fatto che la community si dichiara governata dai suoi stessi partecipanti, svincolata da logiche elitarie, da brand, profitti e competizioni capitaliste, dando vita ad una dimensione che sia prima di tutto inclusiva e accogliente per chiunque voglia avvicinarsi al progetto. 

Lo stesso clima si è respirato in questa settimana di trasferta milanese, i cui dibattiti sono stati tutti moderati da Lele Saveri, un italiano parte del primo nucleo fondatore di 8-Ball a New York che si occupa oggi di laboratori artistici in un liceo newyorkese. Lele, nato e cresciuto a Roma, ci ha raccontato dei suoi successivi spostamenti tra Londra e Milano, dove ha lavorato come fotografo, allontanandosi definitivamente poi da questa seconda città a causa dell’insofferenza per l’intensa pressione della moda in ambito fotografico. Con la fondazione di 8-Ball a New York è riuscito poi a riconnettersi ad una dimensione artistica che avesse un legame forte con il sociale, svincolandosi definitivamente dall’universo della moda e da logiche di profitto, tutta l’attività viene infatti svolta per puro scopo comunitario e non ne deriva alcun tipo di guadagno.

8-Ball a Milano
8-Ball a Milano

La scelta di Lele di tornare oggi in una città con la quale ha sempre avuto un rapporto piuttosto tormentato è derivata dalla riflessione dopo una permanenza a Milano di quest’anno, che l’ha portato a sentire la necessità di instaurare un dialogo aperto che generasse qualcosa di nuovo e di inconsueto. Milano è oggi senz’altro un nucleo che ha visto esplodere, negli ultimi anni, fenomeni artistici e culturali d’ogni tipo, ma la necessità di un collettivo come 8-Ball deriva proprio dall’inclusività come marchio distintivo del progetto.

Non il solito fenomeno che genera un incontro artistico elitario, o un nucleo per pochi che produce un’inevitabile distanza tra chi deve incarnare il ruolo di spettatore e chi di protagonista. Ma un ambiente inclusivo, che guarda ai problemi del presente e ne discute, che cerca dialogo tra chi produce arte e chi ne fruisce e che soprattutto invita tutti alla partecipazione attiva e al coinvolgimento.

Milano oggi ha bisogno di progetti come questi, considerato il momento storico che stiamo vivendo, che non siano l’ennesimo pretesto per la sponsorizzazione di brand o per la mera sete di guadagni, ma l’occasione di trovare nella creatività un punto d’incontro e un momento di confronto che generi più attivismo sociale e meno contemplazione di un’èlite da piedistallo.

Qui è possibile ascoltare i podcast di alcune delle attività svolte durante questa settimana a Milano.

Arianna Preite
Studentessa di Lettere Moderne.
Mi appassionano le conversazioni stimolanti, ma non le chiacchiere di prima mattina.