
Parigi. Sono le 18.50 di un lunedì come gli altri quando scoppia un incendio sull’impalcatura della Cattedrale di Notre-Dame, costruita per i lavori di restauro iniziati l’anno scorso, che lo trasforma in un giorno che difficilmente verrà dimenticato.
La catastrofe è iniziata con il crollo del tetto e il cedere conseguente della guglia e la volta, nonostante il trascorrere delle ore il dramma sembrava non vedere una fine: le fiamme erano indomabili e divampavano con ferocia, nonostante l’intervento dei 400 Vigili del Fuoco accorsi con gru e idranti, anche a causa dell’impossibilità di azione degli elicotteri che si temeva potessero
peggiorare la situazione in quanto l’acqua avrebbe potuto far crollare l’intera struttura.
Fortunatamente non ci sono stati feriti e la priorità, dopo aver messo in sicurezza le zone circostanti, è stata data alla missione di salvare più opere d’arte possibili: 19 in totale sono le statue strappate al pericolo perché rimosse in previsione del loro restauro. Andre Finot, portavoce di Notre-Dame, non sembrava nutrire grandi speranze mentre guardava le fiamme divampare: “non rimarrà nulla della struttura in legno” – aveva dichiarato.
Ma si sbagliava. La struttura, la facciata e i tesori al suo interno sono salvi grazie all’azione e alla costanza dei Vigili del Fuoco, tra i quali uno purtroppo è rimasto ferito e si trova ora in gravi condizioni.
Nel frattempo, la Procura di Parigi ha aperto un fascicolo per distruzione involontaria a mezzo di incendio e il Presidente Macron, che era atteso per il suo discorso alla nazione dopo le proteste dei gilet gialli ha deciso di annullarlo e di recarsi sul posto; attraverso vari Tweet ha manifestato inizialmente tutta la sua tristezza nel veder bruciare “cette part de nous” (ciò che è parte di noi). Ma tira un sospirio di sollievo alla notizia del salvataggio e il successivo sembra voler infondere speranza: “La ricostruiremo tutti insieme”, scrive.
La Cattedrale ora è inevitabilmente al centro dell’attenzione dei parigini che hanno la fortuna di ammirarla e apprezzarla ogni giorno e che si trovavano in casa o sulle strade riuniti tra lacrime e preghiere; ma anche dei turisti, cittadini e fedeli cattolici della Francia e del mondo giunti a Parigi per visitarla, che sono stati invece costretti ad assistere in diretta al suo pericolo di crollo sotto le fiamme.
Quel “nous” comprende anche chi, da qualsiasi parte del mondo, ha espresso la propria solidarietà alla città di Parigi attraverso pubblicazioni sui principali Social di foto di una vacanza indimenticabile, di commenti, aneddoti, immagine iconiche, tentando di rivivere il ricordo e, forse, di cristallizzare il tempo.
Ma Notre-Dame non è solo uno sfondo romantico di un’affascinante cartolina.
Notre-Dame è innanzitutto il titolo del famoso libro del 1831 di Victor Hugo, scritto anche per sensibilizzare l’opinione pubblica circa la necessità di restaurare l’edificio e grazie al quale la Chiesa gotica si era miracolosamente salvata dalle “degradazioni, mutilazioni, che il tempo e gli uomini hanno simultaneamente fatto al venerabile monumento”.
Ed è anche il suo spettacolo musicale messo in musica da Riccardo Cocciante per la prima volta nel 1998, che in due atti racconta la storia del gobbo Quasimodo e il “tempo delle cattedrali”, in cui “la Pietra si fa, Statua, musica e poesia” e “tutto sale su verso le stelle, su mura e vetrate”, come ieri, 15 aprile, hanno fatto le fiamme.
E non tutti sanno che è ambientata all’interno di Notre-Dame la famosissima Incoronazione di Napoleone (1805-07) di David conservata al Louvre.
Ed è sempre lei la protagonista indiscussa di molte scene di film come Before Sunset, in cui Celine (interpretata dall’attrice Julie Delpy) sembra anticiparne la fine, dicendo che un giorno “Notre- Dame se ne andrà”.
Ma, essendo simbolo di Parigi e monumento più visitato d’Europa, è indubbiamente anche il soggetto preferito di numerose fotografie passate alla storia: Vogue Magazine la celebra pubblicando lo scatto dell’ottobre 1944 di Lee Miller che raffigura dei giovani ragazzi francesi che si arrampicano su barricate di borse di sabbia vicino alla Chiesa. Robert Deisneau la onora nel 1977 con la sua The Iconic Notre-Dame.
Notre-Dame è salva, ma ha rischiato grosso, non si sa ancora se per negligenza o per fatalità. L’unica cosa certa è che ha lanciato un allarme che non verrà ignorato, anche se non c’è più alcun Victor Hugo pronto ad ascoltarlo.
Articolo di Vittoria Amico