Del: 19 Maggio 2019 Di: Anna Bottolo Commenti: 0

Il 15 maggio scorso si è tenuto nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano un workshop incentrato sul nuovo tour estivo del cantautore romano Jovanotti, che si terrà nelle spiagge italiane. Il tour, che inizierà il 6 luglio a Lignano, presenta diverse innovazioni sia per quanto riguarda il luogo scelto per le performance, sia per la formula ecosostenibile che lo caratterizza. 

Proprio per questo il Jova Beach Party è stato definito l’evento mediatico dell’anno ed è divenuto oggetto di studio di sei atenei milanesi: Statale, IULM, Bicocca, Politecnico, Bocconi e Cattolica. 

 

 

Il progetto è stato presentato dall’artista stesso e, in seguito, sono intervenuti sei docenti in rappresentanza delle università coinvolte nella ricerca, i quali hanno illustrato i risultati degli studi effettuati su questa nuova tipologia di concerti davanti a una platea di 500 persone, tra studenti, professori e rappresentanti dei media. 

Andrea Borghini, Professore di Filosofia e Teoria dei Linguaggi dell’Università degli Studi di Milano ha esposto al pubblico una relazione dal titolo “Rumore di Sale”. Il docente ha analizzato la semiotica della spiaggia, soffermandosi sulla simbologia di dolore e infelicità che questa ha assunto, soprattutto a causa di temi come il cambiamento climatico, l’inquinamento globale, la perdita della biodiversità, l’ingordigia edilizia e le odissee quotidiane vissute in mare, riflettendo e facendo riflettere la platea sul motivo che ha spinge a organizzare delle feste sui lidi italiani proprio quando il sistema mare sta morendo. Per rispondere a questa domanda, Borghini ha collegato la spiaggia alle nozioni di piacere, svago e divertimento, legando quest’ultimo ai concetti di piacere protruso e piacere protruso in movimento. Lo studioso ha dunque sottolineato come il litorale, che è un luogo aperto a tutti, possa essere anche il posto di aggregazione ideale per organizzare un tour, dal momento che permette di di-vertere la vita dei singoli, ma anche le regole sociali della società e il rapporto dell’uomo con la spiaggia, il mare e i sistemi naturali a essi collegati.

In seguito, Francesco Massara, docente di Marketing e Direttore del Master in Retail Brand & Sales Management dell’Università IULM ha analizzato la figura di Jovanotti come brand, descrivendolo attraverso quattro sostantivi: spontaneità, concretezza, prossimità e relazionalità. Secondo lo studio del Prof. Massara infatti, il successo del cantautore è collegato al fatto che ci sia poca differenza tra la sua reale identità e l’immagine “venduta” al pubblico. Inoltre la concretezza delle sue canzoni, la prossimità con il pubblico (grazie alla creazione dei Jova Pop Shop) e la sua capacità di coesistere e collaborare con gli altri rendono il paradigma Jovanotti un motivo di aggregazione in un’epoca di disgregazione sociale. 

Il terzo intervento, intitolato “La città che entra nella città, la sfida nella sfida” è stato presentato da Marco Taish, Professore di Operations Management al Politecnico di Milano, che ha analizzato il Jova Beach Party attraverso i concetti di sogno, visione, sfida e ingegneria. Il sogno infatti caratterizza la nostra vita e ci rende vivi, ma al contempo necessita di diventare una visione, intesa come sfida e superamento delle barriere assegnate da regole e consuetudini. Ed è proprio dalla sfida e dalla visione che emerge la genialità, termine che presenta lo stesso etimo di ingegneria, definita come capacità di far accadere cose difficili e costruire il futuro. Proprio in questo il Jova Beach Party è ingegneria: poiché si pone l’obiettivo di lasciare le spiagge più pulite di come sono state trovate all’inizio del concerto. 

A seguire il discorso “Dialogo col mare” di Paolo Galli, Professore di Ecologia all’Università di Milano-Bicocca e Direttore di MaRHE, che si è concentrato sull’interesse di preservare la biodiversità e il mare da parte di Jovanotti e l’importanza di instaurare un dialogo tra mare e musica, poiché è possibile comprendere la condizione in cui il mare si trova anche solo dal rumore che esso emette. 

Il penultimo intervento è stato una Call to Action guidata da Valentina Perissionotto, Docente e Coordinatrice del Master in Green Management, Energy and CSR dell’Università Bocconi, “Divertimento e responsabilità ambientale”, incentrata su tre obiettivi quali la pulizia dei siti, l’utilizzo di energia pulita e il rispetto della fauna locale. Durante il Jova Beach Party infatti verranno utilizzate solamente bottigliette PET di plastica al 100% riciclabili e a loro volta composte da plastica riciclata al 30%, in modo da evitare la sovrapproduzione di rifiuti che verrebbe a prodursi durante tutte le date del tour. Per limitare le emissioni di CO2 invece, è stato calcolato un numero di alberi da piantare che potesse catturare l’anidride carbonica emessa dai palchi durante tutte le tappe. Per quanto concerne il rispetto della fauna locale infine, è possibile simulare progressivamente il rumore, così da abituare gli animali alla musica.  

L’ultimo relatore è stato Fausto Colombo, direttore del dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell’Università Cattolica, che ha esposto una relazione intitolata “La matita della musica. Ridisegnare la spiaggia fra intrattenimento e mito” in cui ha evidenziato la concezione di spiaggia come luogo di arrivo e di partenza e quella di concerto come rituale, in grado di cambiare le persone. Portando l’esempio dei bagnanti che si sono uniti in una catena umana per salvare i migranti approdati a Crotone lo scorso luglio, ha invitato a riflettere sul fatto che per pensare al futuro del pianeta è necessario curarsi non solo di noi stessi, ma di tutta l’umanità. L’unita tra esseri umani è infatti la chiave per salvare il pianeta.  

Jovanotti ha concluso il workshop invitando la platea a seguire la propria vocazione, poiché il talento si manifesta solo come risposta a essa. 

Anna Bottolo
Appassionata di teatro, cinema, arte e letteratura. Mi piace leggere e scrivere di ieri, oggi e domani.