Del: 12 Giugno 2019 Di: Rossana Merli Commenti: 0

Luca ha appena terminato una traversata a nuoto di 3,2km fra Predone e Iseo mentre la compagna Irina lo aspettava all’arrivo: l’abbraccio di questi due genitori e le loro maglie con la scritta “Ci sono onde che portano più lontano dell’orizzonte. Grazie Lorenzo, sei il nostro piccolo grande eroe” suscitano la curiosità degli astanti e dei fotografi. Pochi giorni dopo, la stessa scena si ripete dopo la traversata Angera-Arona e la loro storia viene raccontata: è una storia a lieto fine che inizia con la malattia del loro bimbo e un atto di estrema generosità che gli salva la vita, e finisce con la nascita di un progetto di raccolta fondi per il sostegno dei genitori dei bambini lungodegenti presso i reparti di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Brescia e di Pediatria dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Alla vigilia dell’attraversata a nuoto dello Stretto di Messina, abbiamo avuto la possibilità di parlare con Luca Giovanni Foletti, papà di Lorenzo, che con la compagna Irina ha dato avvio a questa straordinaria impresa.

Nel 2018 è nato il progetto “Insieme oltre le onde, più in là dell’orizzonte”, cosa vi ha spinti a dare vita a questa iniziativa?

Sin dalla nascita nostro figlio Lorenzo ha avuto problemi di salute a causa di una malattia rara, quando aveva appena tre mesi ci è stato comunicato che avrebbe avuto bisogno di un trapianto di fegato. Mentre la mia compagna Irina lo assisteva costantemente giorno dopo giorno, io le davo il cambio appena uscito dal lavoro: mi mettevo in macchina e la raggiungevo nel pomeriggio, la notte dormivo in una camera presa in affitto per poi tornare al lavoro il giorno dopo e così in poco tempo stavo diventando il miglior cliente lombardo di Booking, ma non della mia banca. I costi infatti stavano diventando insostenibili fra B&B, carburante e pasti fuori, mentre la stanchezza fisica e psicologica, unita al pericolo di guidare su lunghe distanze e anche nelle peggiori condizioni meteorologiche rendevano la situazione sempre più difficile. La svolta è avvenuta presso l’Ospedale dei Bambini di Brescia, quando siamo stati avvicinati dalla Onlus AMEI (Associazione Malattie Epatiche Infantili) che ci ha fornito numerose informazioni, anche burocratiche, riguardo a ciò che avremmo dovuto affrontare e ci ha poi messo in contatto con l’associazione EOS Onlus. Questa ci ha poi ospitato nella Casa di Leo durante la degenza presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

 

Cosa ha significato per voi il poter usufruire di questa struttura?

La Casa di Leo è un alloggio temporaneo con un costo differente rispetto ad una struttura alberghiera e viene messo a disposizione delle famiglie dei bambini lungodegenti presso questo Ospedale di Bergamo. Ci ha quindi permesso di sgravare gli oneri economici, ma soprattutto di mantenere unita la nostra famiglia e sollevarci da alcune preoccupazioni, il che ha sicuramente giovato alla serenità del bambino che è stata fondamentale per la sua guarigione. Poi, l’EOS Onlus assieme ad AIDO ci hanno accompagnato nel cammino per il trapianto che è avvenuto il 2 giugno 2018 e quando, dopo molte complicazioni, Lorenzo è stato dimesso dall’ospedale in settembre, io e Irina ci sentiti responsabilizzati nel fare qualcosa che traesse del buono da questa difficile esperienza. Volevamo restituire un poco del sostegno, della sussistenza e dell’ospitalità che ci erano stati offerti e celebrare l’impresa di nostro figlio, trasmettendo un messaggio di resilienza alle altre famiglie che stanno attraversando o attraverseranno lo stesso vento gelido.

 

Il titolo di questo progetto è molto evocativo, una metafora che avete deciso di rendere reale attirando l’attenzione tramite le traversate prima al lago e poi in mare. Come si è sviluppata questa idea?

In queste situazioni è fondamentale mantenersi il più possibili sereni per il bene dei bambini e così ci siamo costruiti una nostra routine con piccoli obiettivi quotidiani che comprendevano anche il ritagliarsi del tempo per fare sport. Adiacenti all’ospedale infatti vi sono un parco che organizza corsi di fitness e a una piscina, è così che ho iniziato a nuotare per scaricare la tensione, una o due volte a settimana, andando avanti di quaranta o cinquanta vasche per volta, quanto il tempo mi permetteva insomma. Poi, mentre leggevamo un libro di Salvatore Basile siamo stati colpiti dalla frase “Ci sono onde che portano più lontano dell’orizzonte” e subito ci siamo resi conto della forza di queste parole che racchiudevano il gesto eclatante di cui sentivamo il bisogno per focalizzare l’attenzione sulla nostra iniziativa. Mi sono così iscritto alla prima traversata Predone-Iseo e ho intensificato i miei allenamenti, pur essendo un nuotatore autodidatta. Quando sono entrato in acqua quel 26 agosto scorso, il mio entusiasmo si è tramutato subito in impeto e poi in paura: dagli occhialini continuava ad entrare acqua impedendomi di vedere i riferimenti del percorso, non riuscivo a rompere il fiato e ormai ero stato lasciato indietro da tutti i partecipanti. In panico quindi ha iniziato a montare, ma poi all’improvviso mi sono reso conto che stavo rivivendo la stessa situazione e le stesse emozioni degli ultimi mesi, perciò ho trovato rifugio nell’atteggiamento che finora io e Irina avevamo adottato: disciplina, pazienza e speranza. Sono riuscito così a terminare la traversata, al mio arrivo ho trovato la mia compagna e insieme abbiamo indossato le nostre maglie. Da allora si sono succedute diverse traversate che sono state una preparazione per la traversata dello Stretto di Messina (andata e ritorno per una distanza di circa 7km) in cui mi cimenterò il 13 giugno e che rappresenta l’evento clou di quest’anno, un evento pensato per dare risonanza al nostro progetto e di riflesso alle associazioni che ne beneficiano.

Di quali associazioni si tratta e come si effettua la donazione?

Le donazioni avvengono tramite bonifico direttamente a favore delle associazioni AMEI e EOS Onlus con la causale “Insieme oltre le onde”, così da essere detraibili fiscalmente, e verranno utilizzate per il pagamento di alloggi e buoni pasti alle famiglie di bambini lungodegenti dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dell’Ospedale dei bambini di Brescia. In particolare, vogliamo raggiungere la cifra di 16800 euro che ci permetterà di sostenere per un mese dieci famiglie a Bergamo e dieci a Brescia. Inizialmente, eravamo partiti dall’idea che anche aiutando una sola famiglia per un giorno sarebbe stato un traguardo, ma poi l’iniziativa ha ricevuto un’attenzione incredibile e in meno di sei mesi siamo riusciti a superare il tetto dei 12000 euro.

Quali saranno gli sviluppi del progetto una volta compiuto l’attraversamento dello Stretto e cosa sperate rimanga di questo vostro impegno?

Vorremmo si sapesse che è un progetto che rimane aperto, l’evento di Messina è il momento clou, ma non ne rappresenta il termine. È un’iniziativa troppo importante per porvi fine, speriamo anzi che possa dare vita ad una catena di solidarietà per cui se anche solo una famiglia così da noi aiutata potesse aiutarne un’altra e questa poi un’altra ancora, sarebbe incredibile. In più, è necessario far sì che la solidarietà e l’aiutare il prossimo diventino concetti carichi di positività e speranza, cosa che la storia a lieto fine di Lorenzo è pienamente in grado di rappresentare e per questo ci stiamo impegnando per farla conoscere. È un’iniziativa che ci sta molto a cuore anche perché per me e Irina rappresenta sia un modo per aiutare chi sta vivendo e vivrà la nostra stessa situazione, sia per ringraziare coloro che ci hanno aiutati: il personale medico e infermieristico di Brescia e Bergamo, accanto ai volontari di AMEI, EOS Onlus e AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule). Infine, speriamo che la risonanza della nostra iniziativa possa raggiungere la famiglia dell’ignoto donatore al quale la dedichiamo, così che magari sia possibile, un giorno, poterli ringraziare di persona per questo loro gesto di altruismo e generosità estremi che il 2 giugno 2018 ha salvato la vita di nostro figlio e migliorato quelle di molti altri.

Rossana Merli
Mi affascina la creatività declinata in ogni sua espressione e forse è per questo che non so sceglierne una preferita. Unici punti fermi nella mia vita sono il nuoto e la scrittura.