Lo scorso 8 novembre si è tenuto presso la sede di via Festa del Perdono dell’Università Statale di Milano un dibattito sul “Catcalling e il problema dello street harrassment”.
Una discussione organizzata da Gaystatale, Catcalls of Milan e LGBcatT che ha avuto come obiettivo quello di mettere sotto i riflettori un problema, troppo spesso ignorato, che è quello del Catcalling: una forma di molestia, di tipo verbale, che si sviluppa in un ampio spettro, partendo da un velato “ciao bella” o a un fischio fino ad arrivare a vere e proprie allusioni sessuali.
Le vittime sono spesso donne e ragazze, anche se, come tengono a puntualizzare gli organizzatori dell’evento, il Catcalling è un fenomeno che può potenzialmente colpire tutti, a prescindere dal genere e dall’età.
Le ragazze che sono intervenute sono due dei volti di Catcalls of Milan e si chiamano Chiara e Valentina. Dal 2018 hanno iniziato, sulla scia dell’operato di Catcalls of New York, a scrivere con dei gessetti le molestie che sono state rivolte loro, nei punti di maggior passaggio di Milano, o che hanno raccolto attraverso le testimonianze di ragazze che hanno vissuto questo fenomeno sulla loro pelle.
Nel loro intervento, le ragazze ribadiscono come per combattere questo tipo di molestie bisogna partire proprio dalla sensibilizzazione, che dovrebbe avvenire all’interno del nucleo familiare e nella sfera degli amici. L’importante è far capire che non c’è un modo di prevenire questo tipo di situazione.
La problematica maggiore riguarda la percezione che si ha del fenomeno e che, pur potendo essere considerata molestia, non viene così percepita da alcune delle vittime.
A giocare un ruolo in primo piano nella definizione del Catcalling, infatti, è proprio la percezione individuale, il contesto in cui la molestia avviene e chi la compie. Come noto, succede per lo più in strada ed è perpetrata soprattutto da sconosciuti.
Un ruolo fondamentale gioca la mancanza, all’interno dell’ambito formativo ed educativo, di percorsi in cui si affrontano questo tipo di temi e che aiuterebbero ad avere una maggiore consapevolezza e quindi a prevenire, almeno in parte, questo tipo di fenomeni.
Proteste pacifiche, come quelle di Catcalls of Milan, si stanno diffondendo in tutte le principali città della penisola.
Ma mentre in Italia manca ancora una discussione politica su questa forma di molestia, il resto d’Europa si sta già attrezzando per combatterle. In Francia, per esempio, nel 2018 l’Assemblea nazionale ha approvato un disegno di legge che punisce, con una multa fino a 750 euro, i perpetratori delle “molestie in strada”.
Questa guerra al Catcalling è una necessità che viene dal basso, un tentativo di poter girare più sicure e sicuri per le grandi e piccole città. La strada per raggiungere questo obiettivo sembra, però, ancora molto lunga.
Articolo di Edoardo Flavio Tesolin