L’ambito universitario corre continuamente il rischio di ridursi a luogo deputato al proseguimento della carriera scolastica e al conseguimento di un titolo di studio, tradendo così la propria intrinseca ed etimologica vocazione a espandersi oltre le aule delle lezioni, gli uffici dei docenti e le segreterie didattiche, per ricoprire un ruolo più ampio, appunto universale. (Il vocabolo «università» deriva infatti dal latino universĭtas -atis, ovvero «totalità, universalità»). Tuttavia, è rassicurante riscoprire che fortunatamente le parole possano ancora aderire alla realtà, di cui fanno parte, in nuove occasioni di relazioni significative: così l’Università Statale di Milano si impegna nella creazione e conseguente offerta di proposte didattiche che non siano limitate dai corsi tenuti dai docenti.
Infatti, attraverso i laboratori, previsti per le diverse facoltà in accordo con la volontà di poter sperimentare praticamente le nozioni apprese nelle lezioni, è possibile riscoprire l’effettiva concretezza dello studio ed esorcizzare il pericolo di un’università contradditoria, chiusa nelle proprie aule per accumulare votazioni di laurea a studenti che non hanno la capacità di osservare criticamente ciò che accade oltre il proprio libro.
La collaborazione tra il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere l’associazione no profit Puntozero Teatro, impegnata dal 1995 per volontà del regista e attore Giuseppe Scutellà e dell’attrice Lisa Mazoni nella creazione di opere di teatro e cinema, ha dato luogo a un fertile e riuscito esperimento di dialogo creativo nel Laboratorio Shakespeare e la legge: Immaginate di vedere stranieri disgraziati…a cura di Mariacristina Cavecchi, Margaret Rose, Lisa Mazoni e Giuseppe Scutellà.
La natura tipicamente dialogica del teatro si rinvigorisce nell’incontro con l’università, attivando un circolo virtuoso di creatività consapevole: così è nato lo spettacolo in scena martedì 2 dicembre presso il teatro dell’Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria, la prima sala teatrale indipendente all’interno di un istituto penale minorile in Europa. Immaginate di vedere stranieri disgraziati è il frutto del laboratorio svoltosi durante i mesi di ottobre e novembre, cui hanno partecipato studenti e docenti universitari, giovani attori di Puntozero e ragazzi del Beccaria o in messa alla prova.
Il titolo dello spettacolo recita le parole shakespeariane affidate al grande umanista Sir Thomas More, della drammaturgia omonima del Bardo, evidenziando la volontà di proporre una collaborazione creativa in grado di attingere dal repertorio dei classici teatrali rivelandone l’estrema attualità. Il laboratorio assume valenza pratica, ovvero tale da sollecitare il dubbio e revitalizzare criticamente il pensiero, così che possa interrogarsi sul presente per poi volgersi all’azione.
Il rapporto tra Shakespeare e la legge, tema privilegiato del laboratorio ormai da alcuni anni, diventa l’occasione per elaborare un confronto con lo Straniero, da un punto di vista sinottico, che prendendo spunto dall’opera letteraria, riesca a offrire una riflessione valida sin al giorno d’oggi. La pratica teatrale offre la possibilità di sollecitare lo sguardo e il pensiero dello spettatore attraverso l’immedesimazione degli attori, così da ampliare il raggio di effettività della parola rendendola azione.
Si riscopre in tal modo la necessità di un’indagine storica che sappia comunicare criticamente la molteplicità di punti di vista coinvolti.
Servendosi di un artificio artistico, quale è la messa in scena teatrale il laboratorio e il conseguente spettacolo teatrale riesce enucleare il tema della diversità come intrinsecamente connesso alla capacità umana di costruire relazioni, sperimentata attraverso il progetto stesso e la sua realizzazione, resa possibile ed effettiva grazie alla collaborazione e al dialogo.
Articolo di Anastasia Ciocca