Del: 3 Aprile 2020 Di: Luca D'Andrea Commenti: 0

Il percorso

Il 19 febbraio 2018 la lista studentesca Udu-Sinistra universitaria presenta un ricorso al Tar sul bilancio della Statale, sostenendo che l’Ateneo abbia chiesto 34 milioni in più agli studenti rispetto a quanto previsto dalla legge, il loro obiettivo è quello di far ritornare nelle tasche dei contribuenti i soldi in eccesso. La norma a cui la lista fa riferimento è il decreto del presidente della Repubblica del 25 luglio 1997, il quale prevede che l’apporto delle tasse che gli studenti versano all’università sia non superiore al 20% rispetto ai fondi erogati dallo stato.

L’anno successivo Udu presenta un ricorso analogo, ma questa volta al presidente della Repubblica. La Statale di conseguenza si è vista così costretta a congelare dei fondi, più o meno trenta milioni a ricorso, per far fronte a un’eventuale condanna. Nel periodo successivo si è cercato di intavolare un negoziato tra l’amministrazione e l’Udu che avrebbe portato al ritiro dei ricorsi, tuttavia questi confronti hanno portato a una situazione di stallo che si è sbloccata solo qualche mese fa quando Guglielmo Mina di Lista Aperta, rappresentante degli studenti in Consiglio d’amministrazione, ha avviato un dialogo con Udu (non presente in CdA).

Successivamente il confronto si è allargato con la partecipazione di Unisì, l’altra lista che rappresenta gli studenti in Consiglio di amministrazione e anche lo stesso Ateneo si è reso nuovamente disponibile alla trattativa. Si inizia così a parlare seriamente di una riforma della tassazione in cambio del ritiro dei ricorsi. Tutte le parti si sono impegnate nel dialogo in un clima caratterizzato dalla volontà comune di raggiungere una soluzione, nonostante le divergenze politiche e qualche momento di tensione. La riforma della tassazione era presente in entrambi i programmi delle due liste che rappresentano gli studenti in Consiglio di amministrazione, ma se da una parte Lista Aperta dice che il riavvicinamento di Udu ha portato a una riforma più sostanziosa, dall’altra Unisì dichiara che i ricorsi hanno impedito che la riforma si facesse prima e in modo più espansivo.

L’approvazione

La riforma approvata dalConsiglio di amministrazione il 31 marzo 2020 prevede queste misure:

  • Aumento della no-tax area da 14.000€ di ISEE a 20.000€.
  • Riduzione della tassazione per i redditi fino a 75.000€ di ISEE (riduzione aliquota dal 6% al3%).
  • Sconto di 500€ per il raggiungimento del 90% dei crediti previsti nell’anno accademico esteso a tutte le fasce di reddito (prima concesso solo fino a 60.000 ISEE).
  • Accorpamento della facoltà di Medicina e Chirurgia nell’area di tassazione degli altri corsi scientifici, al fine di diminuire le tasse per i primi.
  • Aumento medio di 500€ per i redditi superiori a 75.000 di ISEE.

L’università presenta la riforma definendo il nuovo sistema di tassazione “non solo più semplice, ma anche più equo e progressivo” e, mentre tutte le liste sono concordi nel sottolineare l’importanza di una riforma di tale portata, è scoppiata una polemica social tra Unisì e Udu riguardante l’attribuzione del merito di questo risultato.

Il commento delle liste

Le liste protagoniste di questa vicenda concordano nell’affermare che la riforma è un primo passo, seppur storico, verso la richiesta di un’estensione maggiore della no-tax area. Anche chi non ha partecipato direttamente ai negoziati ha accolto la riforma positivamente; Studenti Indipendenti ci ha fatto sapere che ogni miglioramento in senso progressivo della curva della tassazione non può che essere un bene, ma che ci sono modelli più virtuosi come quello di Bicocca, mentre per quanto riguarda il ricorso dicono che può essere stato utile per l’approvazione della riforma, ma che comunque non è uno strumento che loro condividono. Unilab da parte sua sottolinea anche l’importanza dell’estensione del bonus di 500 euro in base al solo merito e non più con sbarramenti di reddito e apprende di buon grado il ritiro dei ricorsi sostenendo che qualora fossero stati accolti sarebbe stato problematico per l’università garantire il diritto allo studio.

Conclusione

La riforma è indubbiamente migliorativa: quasi 13.000 studenti in più avranno accesso gratuito all’università, le tasse complessive son state abbassate anche per i redditi medi ed è stato esteso a tutti il bonus per il merito. Questo risultato è stato ottenuto grazie alla caparbietà dei rappresentanti degli studenti, ma anche grazie al loro spirito di collaborazione che ci auguriamo prevalga sempre sulle dispute politiche che lasciano il tempo che trovano.

Luca D'Andrea
Classe 1995, studio Storia, mi piacciono le cose semplici e le storie complesse.

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