Del: 29 Maggio 2020 Di: Valentina Testa Commenti: 0
Chuck Bass contro Nick Miller: le figure maschili dal teen drama alla sitcom

I prodotti televisivi sono confezionati a tavolino per determinati target: le ragazze in fase (pre)adolescenziale rappresentano il pubblico dei cosiddetti teen drama, le serie che hanno sempre gli stessi personaggi adolescenti come protagonisti e che declinano e raccontano le loro vicende in maniera simile.

La conseguenza diretta dell’assimilazione di queste narrazioni da parte del target è che la vita personale dello spettatore (più precisamente, spettatrice) ne esce fortemente influenzata.

Si attiva quel procedimento inconscio per cui cambia in modo più o meno significativo il nostro accostarsi alla realtà.

Crescendo si entra a far parte di un nuovo target, a cui sono quindi proposti nuovi prodotti: dai teen drama si passa alla sitcom. Analizzando le somiglianze e le differenze tra questi due generi si nota un importante cambiamento nella caratterizzazione del personaggio maschile principale, soprattutto in quanto love interest: se nel teen drama il campione della sua categoria era Chuck Bass di Gossip Girl, nella sitcom l’interesse amoroso diventa Nick Miller di New Girl.

Nate Archibald (Chace Crawford) e Chuck Bass (Ed Westwick) in Gossip Girl

Chuck è il ragazzo che si comporta male, ma non perché sia cattivo; è perché ha un passato difficile, che lo porta a non essere in grado di esprimere le sue emozioni. Nick, d’altra parte, non si comporta mai veramente male, ma non per questo è collocabile all’opposto di una ideale linea. Anzi, sotto diversi aspetti è molto simile a Chuck (cosa che dimostra la continuità e il passaggio graduale da teen drama a sitcom).

Uno su tutti il fatto che sia distaccato dai suoi sentimenti: la differenza importante tra i due sta nel fatto che, mentre Nick è così con tutti – e dunque si tratta di un aspetto caratteriale –, Chuck tende a reprimere le sue emozioni non perché sia fatto così, ma perché non può e non vuole mostrarsi vulnerabile con nessuno, tranne che con Blair.

Messaggio corretto da passare a chi sta guardando?

Il nostro standard, in ogni caso, si forma su prodotti come Gossip Girl: quando poi, però, conosciamo personaggi come Nick, ma anche come Jake Peralta di Brooklyn Nine-Nine, Jim Halpert di The Office, insomma tutti quelli nati da Chandler Bing di Friends, ci troviamo a dire che questo standard è stato “rovinato”. Ma non si tratta di uomini rivoluzionari: solo di uomini decenti.

Siamo settate sull’uomo che si annulla spiritualmente per la donna che ama (non che gli uomini delle sitcom non siano fortemente legati alla loro partner), ma che comunque continua a mantenere quella patina di durezza, di distacco, di scarsa tendenza alla vulnerabilità. 

Questo aspetto sparisce nella sitcom proprio per via del cambio di target, che implica un cambio di narrazione e prospettiva. Una ventenne-trentenne non sarebbe più attratta da un Chuck Bass, dunque tutti i simil-Chuck delle sitcom sono connotati negativamente in quei pochi episodi in cui compaiono. Non sono personaggi positivi che vorremmo accanto a noi nella vita vera: sono dei bellissimi personaggi fittizi, ma incontrati nella realtà, forse, ci farebbero scappare a gambe levate. 

Blair Waldorf (Leighton Meester) e Chuck Bass in Gossip Girl

Tra l’altro, la sitcom ci apre di più le porte della manifestazione dei sentimenti, proprio perché si lascia alle spalle la caratterizzazione a “tipo” dei suoi componenti.

È questo il motivo per cui possiamo affermare con certezza che Nick Miller tende a reprimere la sua emotività per una questione caratteriale, perché vediamo anche il rapporto che costruisce con Schmidt (mentre manca un rapporto simile in Gossip Girl). Lui sì che è, invece, un personaggio rivoluzionario: parte esattamente come l’archetipo maschile alla Chuck, ma subisce un’evoluzione che lo porta a diventare e a rappresentare tutto un altro tipo di uomo.

Schmidt, ad esempio, ha molte più cose in comune con il Jake Peralta di Brooklyn Nine-Nine di quante non ne abbia Nick: il fatto che sia completamente devoto a Cece, esattamente come Jake è completamente devoto ad Amy, e che lo sia stato da molto prima di quando si siano effettivamente messi insieme.

Certo, anche Damon Salvatore di The Vampire Diaries era completamente devoto ad Elena Gilbert ancor prima di cominciare  effettivamente una relazione con lei, ma anche questo rientra in quella caratterizzazione di un uomo che vede nell’amore – e quindi della donna amata – non solo una compagna di vita, ma quasi la sua realizzazione personale: un po’ come se Elena fosse la donna-angelo che lo porterà alla salvezza e che sarà in grado di redimerlo, migliorandolo. 

Ci sono diversi temi implicati all’interno di questa scelta narrativa, e il messaggio che passa è che il ragazzo cattivo (puramente e completamente cattivo – Chuck nelle prime puntate tenta di forzarsi sessualmente su Jenny Humphrey), in realtà può trasformarsi quando si innamora. È un tema costantemente presente nei teen drama e più in generale nelle romcom: il protagonista cambia nel momento in cui si avvicina alla protagonista, scopre cosa vuol dire amare grazie lei e diventa un’altra persona.

Ma questo non è interamente vero: o meglio, può succedere, ma se ci sono già dei presupposti presenti. Si vede proprio nel racconto di Schmidt: grazie a una serie di vicende – che non si sviluppano solo a causa dall’amore che lui prova per Cece, ma che hanno le loro basi nel contesto sociale in cui vive, nelle relazioni che sviluppa con tutti gli altri – vediamo un cambiamento: questo sì che è realistico.

Schimdt (Max Greenfield) e Nick Miller (Jake Johnson) in New Girl

Continuiamo però a dire che questi uomini hanno “rovinato il nostro standard”: eppure, dovrebbero essere loro lo standard. Sono solo uomini normali, che sbagliano e a volte si comportano in modo errato, ma non perché debbano tenere alta la facciata dell’uomo di ghiaccio senza emozioni, ma perché sono umani.

Consideriamo rivoluzionario Nick Miller semplicemente perché, dopo essere cresciute con Chuck Bass, vedere lui ci fa tirare un sospiro di sollievo.

Solo che, prima di arrivare a guardare New Girl, o tutte le altre sitcom, ci siamo lasciate trascinare emotivamente da Gossip Girl e abbiamo concesso ai teen drama di plasmarci la mente. Questo non significa che questi prodotti siano sbagliati di per sé: va bene preferire i personaggi ambigui, non si deve avere sempre una precisa morale che non ammetta possibilità di errore, non si deve cancellare la possibilità di queste produzioni in favore di serie televisive su san Francesco. Solo che non avevamo la piena consapevolezza per separare serie tv e vita vera, finzione e realtà, e questo ha portato a settare il nostro “standard” su un modello errato.

Quindi, che fare?

Jess (Zoey Deschanel) e Nick in New Girl

Che i teen drama siano più aperti, più realistici, meno ossessionati dall’idea del cambiamento veicolato solo ed esclusivamente dalla donna e dell’amore salvifici.

Qualcuno sta lavorando in questa direzione: la spagnola Élite ci ha provato con il personaggio di Guzmán (con risultati discutibili, ma lo sforzo c’è). Dall’altro lato, che le sitcom siano più accessibili anche ai più giovani: la recentissima Never Have I Ever, ad esempio, è il perfetto incrocio tra sitcom e teen drama.

L’obiettivo non è solo avere una comedy che parli agli adolescenti: è andare a pescare nella corretta rappresentazione delle relazioni messa in atto nelle sitcom e portarla sul terreno del teen drama, per far sì che lo “standard” maschile sia da subito figlio diretto di Chandler Bing, e che nel momento in cui ci si accosti a Friends si capisca solo da dove sono scaturiti i modelli con cui siamo già cresciute, e non si pensi più che per “colpa” sua e dei personaggi come lui le nostre aspettative ora siano “traviate”.

Perché si tratta veramente di essere solo degli esseri umani dignitosi.

È un discorso che tocca i media solo in maniera trasversale, e che ha le sue radici profonde nella concezione dei ruoli di genere nella nostra società.

Ma quale mezzo può essere più forte e immediato, nel momento in cui si vuole educare a una rappresentazione più realistica, meno stereotipata e più genuina, che formi degli individui più consapevoli?

Il cinema e la serialità hanno un potere grandissimo: non possono essere chiamati solo a registrare i cambiamenti della società, devono anche essere in grado di anticiparli.

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Valentina Testa
Guardo serie tv, a volte anche qualche bel film, leggo libri, scrivo. Da grande voglio diventare Vincenzo Mollica.

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