Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica mensile che raccoglie e presenta le novità editoriali scelte dalla nostra redazione. Buona lettura!
*Disclaimer: la quarantena ci ha un po’ ostacolati nel reperire le ultime novità editoriali da proporvi: perciò le letture che questo mese Bookadvisor vi consiglia non sono tutte freschissime di stampa, ma sono comunque il meglio che siamo riusciti a trovare nelle nostre librerie!
Lo scarafaggio, Ian McEwan (Einaudi 2020)
Uno scarafaggio si addormenta ai piedi di un letto, in un comodo appartamento nel cuore di Londra, e si risveglia al mattino trasformato in uomo. Lo shock è massimo: non solo deve imparare a stare in piedi, a muovere la lingua e a vestirsi, ma anche prepararsi a presiedere una riunione di ministri. Perché l’uomo in cui si è trasformato è il Primo Ministro d’Inghilterra, Jim Sams: lo scarafaggio si renderà presto conto che gli viene tutto naturale, licenziare il portavoce come twittare insulti a capi di governo di altri Stati. Compito di Sams sarà portare l’Inghilterra fuori dal Cronologismo e dentro l’Inversionismo, un sistema di circolazione del denaro invertita, per cui gli impiegati pagheranno le proprie ore di lavoro al datore, e accumulare denaro sarà vietato (un’assurdità che sa un po’ di Brexit). Aggiungete a questo una crisi diplomatica con la Francia e un presidente americano (Archie Tupper) schizofrenico e megalomane, cui viene regalato Hyde Park come campo personale da golf: avrete una satira acuta e divertentissima del nostro mondo, in cui la classe dirigente è mediocre e incompetente come lo potrebbe essere un branco di blatte.
Topeka school, Ben Lerner (Sellerio 2020)
Un libro che ha dell’innovativo per com’è scritto: un po’ La coscienza di Zeno, un po’ Salinger, il romanzo è il confronto intergenerazionale e psicoanalitico tra Adam, adolescente americano campione di dibattito pubblico, e i suoi genitori, Jane e Jonathan, dei famosi analisti. Il libro procede per monologhi, che forse sono dialoghi dove l’interlocutore rimane in ascolto, non interagisce: capitoli in cui a turno i tre membri della famiglia raccontano la loro formazione, passata o contemporanea. Punto centrale di tutte e tre le prospettive è lo straniamento: si replicano gesti, situazioni, ambienti sempre diversi eppure sempre gli stessi, nell’esperienza di Adam come in quelle dei genitori, con dei punti di un tale assurdo che il lettore si può perdere e confondere, ma che poi trovano spiegazione nel racconto degli altri. Un romanzo vertiginoso e coinvolgente, che affronta temi sociali come la violenza maschile, spesso gratuita e incomprensibile, ma anche la poesia e il ruolo che può avere nel salvare il linguaggio là dove rischia di fallire.
Il suono del secolo, Quando il rock ha fatto la storia, Stefano Mannucci (Mursia 2017)
Jimi Hendrix che fugge da Woodstock per un flirt con Brigitte Bardot, John Lennon che scrive Imagine ispirato dal pensiero di Marx, i Pink Floyd che sbirciano i Beatles nello studio di Abbey Road, la gaffe della regina Elisabetta che chiede a Eric Clapton se suoni da molto. Stefano Mannucci, giornalista che ha speso buona parte della sua vita professionale dietro i palchi della grande musica internazionale, racconta con uno stile colloquiale, travolgente e ricco di aneddoti “quando il rock ha fatto la storia”, quanto questo genere abbia influito sul corso degli eventi nel Novecento. È un libro rivolto soprattutto ai millenials: le canzoni che ascoltano i ragazzi d’oggi, accusa Mannucci, sono «spesso molto simili le une alle altre. E non per caso: vengono prefabbricate a monte da artisti e produttori […] sì, c’è un Grande Fratello che ci spia e che determina gli andamenti del mercato musicale». Un primo approccio al grande genere, da regalare al cugino quattordicenne fan di Sferaebbasta.
Recensione di Laura Colombi
La persona ideale, come dovrebbe essere?, Sheila Heti (Sellerio 2010)
Questa è la domanda da cui prende le mosse Sheila, la protagonista, nella ricerca della propria personalità: osserva le persone che ha intorno, amiche determinate o fragili o spavalde, e preleva da ciascuna un pezzetto di carattere che le sembra quello perfetto. Crede che un collage del genere la renderà la persona ideale. Nel frattempo, la sua vita sembra un disastro: il matrimonio sta fallendo, la commedia su cui ha le mani da un pezzo sta naufragando, tutti sembrano avere un punto fermo tranne lei. Sheila decide di trovarlo in Margaux, la sua migliore amica: artista formidabile, scatenata, disordinata, qualcuno (forse) da ammirare. Il libro non dà tutte le risposte sulla vita, ma pone le domande in un modo originalissimo e quanto mai contemporaneo: lo smarrimento che può provare una giovane donna, il sesso senza alcuna idealizzazione, il confronto con “i ricchi” e l’emarginazione che ne deriva. Tutto questo, presentato tra stralci di email, di messaggi su whatsapp e di conversazioni intrise di humour concorre a creare un romanzo che sembra davvero un estratto di vita odierna, un po’ alla Sally Rooney.
Pomodori verdi fritti (al caffè di Whistle Stop), Fannie Flag (Bur 1987)
La narrazione è doppia: da un lato i racconti della signora Weems, nel «Bollettino di Whistle Stop», dall’altro i ricordi dell’anziana signora Threadgoode alla sua amica Evelyn Couch. Scopriamo così il caffè alla fermata del treno in un paesino sperduto dell’Alabama: la coppia formata dalle proprietarie, Ruth e Idgie, lo gestisce facendone un rifugio per i visitatori più strampalati, cui ogni giorno servono un piatto di pomodori verdi fritti nel burro. Sullo sfondo la società americana degli anni ’30-’40, che si sta riprendendo dalla Grande Depressione e che sta imparando a non vedere più la popolazione nera come una massa di schiavi.
Illustrazione di Ludovica Marani