Del: 29 Settembre 2020 Di: Elena Gentina Commenti: 0

Far parte di un gruppo Facebook su cui vengono pubblicati annunci e richieste di appartamenti in affitto a Milano significa avere una media di 100 notifiche al giorno. La domanda e l’offerta sono sempre alte per la metropoli lombarda, ma lo sono come ai tempi in cui non si conviveva con una pandemia? Milano non può essere esattamente la stessa di 10 mesi fa, lo smart working e le lezioni universitarie online continuano a essere la nuova realtà, di conseguenza la necessità di molti studenti e lavoratori di trasferirsi nella metropoli è stata rimandata a data da destinarsi. Sì, perché per quanto per molti possa essere un sogno andare a vivere nella città della moda, per alcuni non è più una forte esigenza, anche considerando i prezzi degli affitti che già prima dell’emergenza covid erano i più alti d’Italia (che volano sui 565 euro per una singola e sui 345 euro per una doppia, contro i 438 e i 287 euro di Roma che è la seconda città più cara).  

Analizzando i dati si può osservare come la domanda, in ogni caso, non sia calata drasticamente (secondo l’Ufficio Studi di Idealista la riduzione è stata del 17% rispetto ad agosto 2019), mentre l’offerta è aumentata addirittura del 290%, che corrisponde a 3 case a disposizione per ogni richiesta. Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it, ha affermato come didattica a distanza, smart working e South working abbiano fatto registrare un boom dell’offerta di stanze e posti letto che in alcuni casi, come appunto a Milano, risulta quasi quadruplicata rispetto al 2019. “Studenti e lavoratori che sceglievano soluzioni abitative transitorie, come quelle di una stanza singola o di un posto letto in una doppia, hanno preferito in molti casi abbandonare momentaneamente le città, in favore di spazi più ampi e di un risparmio sull’affitto. […] Il mercato immobiliare è più lento rispetto ad altri nell’assorbire il contraccolpo di avvenimenti esterni, come il Covid-19. […] L’analisi dimostra infatti una situazione di sostanziale stabilità dei costi di questa tipologia di locazioni che difficilmente registrano oscillazioni, in positivo o in negativo, superiori ai 10 punti percentuali” (da Il Sole 24 Ore).

In primavera c’era stata una fuga generale dalla città che si era spopolata e adesso fatica a tornare ai livelli a cui era abituata.

Da febbraio si contano 12mila residenti in meno, di cui più di 2200 portati via dal coronavirus, mentre la discesa che è proseguita venendo registrata a partire dall’estate non può essere attribuita a un saldo naturale negativo legato alle morti causate dal virus. Milano durante questo mese non è ripartita con tutti i suoi vecchi abitanti, alcuni sono tornati al Sud o rientrati all’estero.

Sicuramente per tornare alla situazione prepandemia sarà necessario del tempo. In alcuni quartieri della città meneghina si registravano comunque problemi demografici già da anni, ma la forza di questa splendida metropoli è sempre stata quella di attrarre da fuori, il picco demografico infatti si è verificato negli ultimi 5 anni, tra Expo e Covid. Tuttavia, anche se quest’ultimo ha sferrato un duro colpo, non si può assolutamente dire che abbia incrinato il mito di Milano. Come ha sottolineato anche Beppe Sala, sindaco della città, durante il Meeting di Rimini, “quando un modello è basato su qualità e valori una formula la trova“. Bisognerà puntare proprio sulla potenza delle università, sui giovani, sulla cultura, sulla collaborazione pubblico e privato, solidarietà dovrà essere una delle parole chiave. “Questi valori non si sono persi e il Comune deve ascoltare e proporre una formula che possa tracciare il futuro“.

Elena Gentina
Studentessa di lettere moderne. Amo la musica, la letteratura e il cinema. Vivo tra le nuvole ma cerco di capire quello che sta a terra.

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