A metà ottobre su Netflix è uscita la serie americana Grand Army, 9 puntate intense che vorrete vedere una dopo l’altra e vi terranno incollati allo schermo.
Sono state spese tante parole e scritte altrettante recensioni su questa serie: chi dice sia l’ennesima uscita di Netflix per i teenagers, chi dice non abbia spessore, chi, invece, ne elogia la ricchezza e la portata culturale.
Al di là delle opinioni personali e dei giudizi individuali, questa serie ha fatto tanto parlare proprio per il suo contenuto e già questo, se si considera l’attenzione mediatica che le è stata data in un così breve tempo, significa molto. Soprattutto perché è stata vista da un pubblico particolarmente eterogeneo: da ragazzi e adolescenti ma anche da adulti e critici cinematografici.
Grand Army racconta un’America che conosciamo fin troppo bene ma che non siamo abituati a vedere nelle vite degli adolescenti. Un’America violenta, ingiusta, severa e razzista che anche nel 2020 non riesce a compiere un salto di qualità; nonostante la legge, nonostante le istituzioni, nonostante le rivendicazioni sociali.
Queste 9 puntate mostrano la veemenza della società americana e al contempo la sua estrema fragilità, lasciando lo spettatore a tratti incredulo e indignato.
Grand Army è una nota scuola di Brooklyn, frequentata da bianchi, neri, asiatici, ragazzi benestanti e in difficoltà economica, ragazze che vogliono rivendicare i propri diritti e vogliono sentirsi rappresentate, ma libere di essere ciò che sono. In questa scuola troviamo ragazzi e ragazze che hanno chiaro nella propria mente il proprio sogno e il proprio ideale di vita, ma anche altri che si sentono persi e non sanno nemmeno chi sono: non ci sono modelli positivi o negativi a 360 gradi, non ci sono schieramenti netti e barriere tra chi agisce in modo corretto e chi deve essere condannato.
Tra gli studenti di Grand Army c’è chi potrà raggiungere il proprio sogno e chi, deve far fronte a problemi economici quasi insormontabili, chi ha al proprio fianco un aiuto e chi invece è lasciato solo. Gli amici, la famiglia e i punti di riferimento scolastici giocano infatti un ruolo fondamentale nel periodo di crescita che stanno attraversando e si rivelano sempre più importanti nel corso della storia.
Questa serie TV fotografa la società americana (più simile alla nostra di quanto pensiamo) dalla prospettiva di adolescenti che si stanno per affacciare al mondo degli adulti, tanto complesso quanto ingiusto ai loro occhi, un mondo che sta in piedi solo sulla base di compromessi meschini.
La società che viene tratteggiata non viene descritta in maniera superficiale, anzi.
Ciò che spinge a vedere ogni puntata una dopo l’altra è proprio l’indagine caratteriale di ogni personaggio, soprattutto dei protagonisti e di chi ruota attorno a loro. Non ci sono buoni o cattivi, non ci sono i soliti bulli contro i deboli e attaccati, non ci sono i colpevoli e le vittime e non ci sono amici o nemici, prime della classe altezzose e ricche o bravi ragazzi sportivi che raggiungeranno i propri risultati a fatica con il supporto di amici e parenti.
La storia di Grand Army mostra una serie di persone reali e non personaggi stereotipati, come spesso capita nelle serie TV o nei film, in cui ognuno può rivedersi e per cui patteggiare o meno. Qui ognuno ha pregi e difetti, sbaglia e tenta di rimediare, si mostra con le sue debolezze e al contempo se ne vergogna, tradisce gli amici per poi pentirsene e cercare di rimediare, sente un forte senso di colpa e tenta di sfuggire da esso.
Stupri, coming out obbligati, genitori invadenti o che impongono le proprie idee e scelte di vita ai figli, pressioni sociali, legate alle relazioni sessuali, scolastiche e razziali: sono questi alcuni degli scogli che i protagonisti della serie devono affrontare, scogli difficili che cambieranno per sempre le loro vite.
I ragazzi e le ragazze che vediamo in Grand Army possiamo essere o essere stati anche noi, oppure possono essere adolescenti che incontriamo per strada ogni giorno e che stanno costruendo il proprio futuro giorno dopo giorno.
Come è possibile avere le basi per costruire il proprio futuro partendo da uno stato di non-equilibrio personale psico-fisico come quello che si affronta particolarmente a 18 anni?
Dare vita alla propria vita adulta è complesso, non è un percorso lineare, anzi a ostacoli e pieno di difficoltà. Il percorso di crescita di questi ragazzi è personale, ognuno diverso a modo suo, ma ognuno di questi percorsi è accomunato da una grande scoperta che i protagonisti fanno a proprie spese: tutto ciò in cui crediamo, che abbiamo sempre dato per scontato, gli amici a cui abbiamo dedicato amore, tempo e attenzioni, le passioni che credevamo nostre e tutto ciò che ci rappresenta può essere sgretolato da un momento all’altro da un evento qualunque, da una fatalità, dalla cattiveria di chi ci sta intorno o dalla superficialità, dal qualunquismo e dalla disattenzione degli adulti oppure proprio da noi stessi.
Tutto, anche ciò che non ci aspetteremmo mai potesse essere messo in discussione può crollare miseramente davanti ai nostri occhi mettendoci a nudo di fronte a un pubblico non clemente, che non risparmia giudizi, offese e non fa che aumentare le nostre insicurezze.
I protagonisti di Grand Army affrontano momenti catartici che cambieranno le loro vite, ma soprattutto li porteranno a scegliere chi essere in futuro sulla base di come decideranno di reagire alla vita. Proprio questo è il fulcro di questa serie: la volontà e la forza di reagire alle difficoltà inaspettate che la vita pone di fronte.
La scelta di ambientare questa serie in una scuola è particolarmente significativa perché indica la possibilità di un cambiamento. Le rivendicazioni di uguaglianza sociale dal punto di vista economico, razziale, meritocratico e di orientamento sessuale nascono all’interno di un contesto che si propone di educare i futuri adulti di domani e ciò mostra da un lato la necessità di dover cambiare una classe dirigente ed educativa disattenta, spesso superficiale e ingiusta, ma dall’altro mostra anche un insieme di ragazzi che a gran voce rivendicano i propri diritti e non hanno alcuna paura di farlo, anzi, sono pronti ad affermare una grande verità: essere vulnerabili è una potenzialità, se non addirittura il proprio potere personale.
Solo dai momenti di crisi, intesa come momento critico di scelta, si aprono le più disparate strade da percorrere e ogni nostro singolo gesto, ogni nostra singola decisione per quanto ingenua o scontata possa sembrare determina chi siamo e chi saremo nel futuro.
Grand Army accompagnerà un weekend o qualche sera di questo vostro dicembre un po’ particolare, ma la musica speciale ed eclettica della colonna sonora, le storie dei ragazzi e delle ragazze protagoniste vi accompagneranno ancora per tanto tempo lasciandovi fotografie e frasi che difficilmente riuscirete a dimenticare.