
Ogni anno il settimanale di informazione statunitense «Time» stila una classifica delle 100 invenzioni più importanti dell’anno. Nonostante in area medica siano stati fatti dei grossi passi avanti (si pensi anche solo alla velocità con cui sono stati creati i nuovi vaccini), ci sono state anche altre invenzioni molto importanti, al di fuori dell’ambito Covid. Una in particolare sarà molto utile per le popolazioni più svantaggiate dal punto di vista dell’approvvigionamento di acqua potabile.
Si tratta di Wedew, selezionata nella categoria delle invenzioni in campo Social Good della classifica di Time.
Wedew, che sta per Wood-to-Energy Deployable Emergency Water, è un’invenzione di Skysource, un’impresa statunitense fondata da Laura Doss-Hertz e David Hertz, rispettivamente una fotografa e un architetto ambientalisti, focalizzata sulla creazione di soluzioni che possano rispondere alle esigenze idriche globali. Wedew si è aggiudicata il The Water abundance XPrize nel 2018 per aver raggiunto l’obiettivo di inventare un meccanismo che permettesse di raccogliere un minimo di 2000 litri di acqua al giorno utilizzando il 100% di energia rinnovabile, a un costo non superiore a 2 centesimi. Nel 2020 Wedew e il World Food Programme hanno firmato una partnership per portare il generatore in un campo profughi in Uganda, oltre a quello già presente in alcune comunità in Tanzania
Il progetto consiste in un dispositivo tecnologico che è in grado di trasformare l’aria in acqua potabile attraverso due sistemi di trasformazione, lo Skywater e un gassificatore di Biomasse. All’interno di Skywater, aria calda e aria fredda entrano in contatto formando gocce di condensa, che viene raccolta in un serbatoio all’interno di un container per poi essere filtrata e trattata con l’ozono per eliminare batteri nocivi. In questo modo, l’acqua prodotta e filtrata raggiunge la condizione di potabilità e viene connessa a un sistema di distribuzione tramite una stazione di ricarica. L’energia richiesta per questo processo è prodotta proprio dal gassificatore di biomasse: le materie prime verdi come trucioli di legno, gusci di noci di cocco o alberi deceduti vengono surriscaldate e convertite in elettricità, aria calda umida e biochar, un materiale a base di carbonio che, se integrato nella produzione agricola, ha proprietà fertilizzanti.

Un’invenzione che può cambiare la vita a quei 2,2 miliardi di persone che, secondo l’Unicef, non dispongono di un accesso all’acqua potabile gestito in sicurezza.
I creatori hanno basato la loro invenzione sulle tre “R”, come compare sul loro sito: Climate Resilience, Self-Reliance ed Emergency Response. Tre espressioni che riassumono l’impatto e l’efficacia che può avere questa creazione: un dispositivo che aiuti le comunità a rispondere al cambiamento climatico con le energie rinnovabili e allo stesso tempo funzioni a prescindere dalle condizioni atmosferiche. Uno strumento che eviti a chi ha bisogno di acqua di dover percorrere chilometri e chilometri: alla portata di tutti, funziona con materie prime presenti nell’ambiente e che possono essere di diverso tipo. Infine è facilmente trasportabile, cosa che lo rende particolarmente utile nelle situazioni emergenziali in cui scarseggiano o mancano totalmente elettricità e acqua pulita da bere e per i servizi igienici.