Del: 2 Febbraio 2021 Di: Arianna Locatelli Commenti: 0

Viaggi, esplorazioni, vagabondaggi. In questa rubrica, un’indagine intorno al movimento e al desiderio di spostarsi e cercare altri luoghi.


Una tipologia di viaggio che risulta particolarmente intrigante a causa della sua storia millenaria è sicuramente quella del pellegrinaggio: lunghi cammini che venivano affrontati collettivamente o individualmente per raggiungere luoghi considerati sacri, percorsi di ascesi e riflessione personale. Nell’ultimo periodo molti di questi hanno perso la loro connotazione esclusivamente religiosa e ogni anno vengono intrapresi da viaggiatori di tutti i tipi, attratti da questo concetto di viaggio lento e antico e dagli splendidi luoghi attraverso cui si snodano i camminamenti.

Sono numerosi quelli situati in Europa che collegano tra di loro vari punti di interesse per la popolazione cristiana: basti pensare al famoso Cammino di Santiago o alla via Francigena che da Canterbury porta fino a Roma.

Uno dei principali pellegrinaggi del mondo asiatico, forse meno conosciuto perché considerato erroneamente una meta di secondario interesse per chi viaggia in Giappone, è l’antichissima via del Kumano Kodo, una serie di sentieri situati nella penisola di Kii, la più grande dell’isola di Honshu nel sud-est del Giappone. L’area dove sono situati i pellegrinaggi si trova a circa 250 km da Osaka, in un’area montuosa e incontaminata, attraversata dal corso del fiume Kumano. Alcuni dei cammini costieri sono andati perduti nel tempo ma tanti sentieri sono rimasti gli stessi che migliaia di pellegrini hanno percorso negli anni, vie acciottolate che tagliano sterminate foreste di cedri, risaie, coltivazioni di tè, valli lussureggianti costellate da fonti termali. 

Il percorso nella foresta.

Questa rete di itinerari è entrata a far parte del Patrimonio dell’Unesco nel 2004, l’unico altro pellegrinaggio presente in questo programma oltre al Cammino di Santiago di Compostela con cui è infatti gemellato.

Le vie principali sono cinque e collegano tra di loro tre importanti templi shintoisti, tappe obbligate per chi intraprende questo viaggio: Kumano Hongu Taisha, Kumano Nachi Taisha e Kumano Hayatama Taisha. Quando ci si avvicina a questi luoghi considerati sacri, sembra proprio di entrare in un’altra dimensione, in un altro tempo e per comprenderlo basta pensare che il santuario Hongu ha da poco celebrato 2050 anni dalla sua fondazione.

Ad alimentare questa sensazione di totale immersione nella natura contribuiscono sicuramente anche le radici sacre di questi cammini: lo scintoismo è la principale religione praticata in Giappone, un animismo o politeismo naturale che gira attorno alla credenza che tutte le forze naturali siano espressione di forze divine chiamate Kami, la scintilla divina nascosta in ogni cosa o persona. Vi è la convinzione che sia possibile liberarsi dal peccato attraverso una serie di riti codificati, uno dei quali sarebbe appunto una sorta di percorso ascetico caratterizzato da lustrazioni in acqua. Ed è proprio la regione del Kumano Kodo che si presta a questo tipo di ascesi e distaccamento dal mondo esterno.

Una mappa del percorso.

Attraverso questo cammino di purificazione passavano anche gli antichi imperatori giapponesi: in particolare percorrevano il Nakahechi, il sentiero ad oggi più famoso e semplice da percorrere, composto da quattro tappe tra i 15 e i 25 km attraverso cui si toccano i santuari di Hongu e Nachi. Qui si trovano le incantevoli cascate Nachi da raggiungere attraverso un bosco di alberi di canfora, anch’esse soggette di venerazione, luogo in cui i pellegrini, immergendosi, purificavano animo e corpo prima del lungo cammino di preghiera. Ma questo è solo uno dei numerosi passaggi da attraversare: sulla strada si incontrano portali, templi in cui lasciare delle offerte per i Daru, creature invisibili e capaci di infliggere tormenti, caverne da attraversare nel buio, lunghe scalinate da salire tenendosi sui bordi per lasciare spazio alla risalita degli dei, tra santuari naturali e artificiali.

Attraverso cittadine marine, monti con nomi parlanti come il monte Kobiro, “ululato dei lupi”, incontrando piccoli templi buddisti, terre considerate sacre e foreste incontaminate, il Kumano Kodo è sicuramente un luogo da visitare una volta nella vita.

Ciò che emerge da questo pellegrinaggio è il fatto che si basi su un’intrinseca e profonda connessione tra uomo e natura: religiosi o no, sarà inevitabile farsi pervadere da storie antiche e tradizioni millenarie, facendosi guidare dai passi di migliaia di pellegrini che da IX secolo hanno percorso per i motivi più diversi i suggestivi sentieri acciottolati che si snodano nella regione del Kumano.

Arianna Locatelli
Da piccola cercavo l’origine del mio nome perché mi affascinava la storia che c’era dietro. Ancora oggi mi piace conoscere e scoprire storie di cui poi racconto e scrivo. Intanto corro, bevo caffè e pianifico viaggi.

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