Del: 29 Aprile 2021 Di: Redazione Commenti: 0

Dopo un anno passato chiusi in casa chini sui propri PC e sopportando infinite chiamate Zoom seduti sullo stesso tavolo in cui si mangia, si gioca a carte e si stende l’impasto della pizza, molti giovani lavoratori stanno pensando di rimettere in gioco la loro vita. Mollare gli ormeggi verso una nuova meta non spaventa più così tanto: sono in molti infatti, oberati dalle inappaganti condizioni lavorative e dal costante senso di precarietà, ad abbandonare impieghi stabili per avviare una nuova attività e reinventarsi una carriera in nuovi settori in crescita.

Avendo fatto i conti con il rischio in modo più diretto rispetto alle generazioni passate, un folto gruppo di giovani lavoratori insoddisfatti che ambisce a qualcosa di diverso, ha finito per abbracciare questa imprevedibilità ed interiorizzarla, come insegnava l’esperto di matematica finanziaria Nicholas Taleb nel suo bestseller “Antifragile – Prosperare nel disordine”. Stiamo assistendo a un anno di grandi cambiamenti di vita che hanno innescato una catena di cause che non può essere riavvolta, rendendo il mondo del lavoro diverso da come lo abbiamo vissuto finora. Il crollo degli occupati, come certificato recentemente dall’Istat, ha travolto duramente anche la fascia giovanile (-14,7% di occupati tra gli under 25 e -6,4% tra i 25-34enni da inizio pandemia) ma c’è da dire che oltre al cambio nel mercato del lavoro generato negli ultimi anni dalle nuove possibilità tecnologiche, l’urgenza sanitaria ha anche creato molti più impieghi da remoto e ha ampliato il numero di aziende disposte ad assumere al di fuori delle grandi città. 

In America la chiamano “Yolo Economy”, dall’acronimo di “you only live once” (vivi una volta sola), reso popolare dal rapper Drake dieci anni fa e che oggi è solito qualificare l’atteggiamento di certi lavoratori cui la pandemia ha risettato la scala delle priorità, rendendoli pronti a tutto pur di migliorare le proprie condizioni lavorative. L’emergenza non è ancora finita e milioni di persone stanno ancora soffrendo per la perdita di posti di lavoro e di persone care, ed è chiaro che non tutti possono permettersi di gettare al vento la prudenza, ma per un numero sempre maggiore di giovani precari con risparmi e competenze, la paura e l’ansia dell’anno passato stanno cedendo il passo a un nuovo tipo di ardimento professionale.  

Smart working 

Sul “banco degli imputati” sale lo smart working, i cui vantaggi sono bilanciati dagli svantaggi in un gioco, secondo alcuni, a somma zero. Giudizio che comunque rimane condizionato in una certa misura dalle modalità con cui è stata vissuta l’esperienza, come il contesto domestico in cui si è svolta l’attività lavorativa e le differenti possibilità di accesso ad adeguate infrastrutture di rete. Come evidenzia un report della Fondazione studi dei consulenti del lavoro la riduzione dei tempi di spostamento e la percezione generale di un miglioramento nella conciliazione del lavoro con la vita privata, si scontrano tuttavia con un aumento in media dei tempi di lavoro effettivi ed un diffuso senso di disaffezione, noia e apatia provocato dall’isolamento e dall’indebolimento delle relazioni sociali con i colleghi.

Nonostante le criticità, il bilancio è positivo per la maggioranza, e in alcuni casi contrari ha, se non altro, fatto prendere coscienza a quelle persone che si sentivano bloccate e insoddisfatte professionalmente nelle loro posizioni lavorative. Se il job hopping (saltare da un lavoro all’altro) è destinato a crescere soprattutto tra i giovani nel periodo post-CoVid, probabilmente dipende anche dello scarso interesse delle aziende italiane per la formazione dei propri dipendenti, per le inadeguate chance di carriera e per la poca attenzione al well being dei lavoratori. Ma in un contesto precario come questo, in cui sempre più persone abbandonano la nave che affonda, converrebbe alle stesse aziende una maggiore attenzione al benessere dei propri dipendenti per evitare di farsi scappare i talenti migliori. 

Settori chiave dell’economia post-CoVid

Dato un mercato del lavoro così dinamico e in grande cambiamento come quello di oggi, verso dove dovrebbero orientarsi i giovani per garantirsi un futuro più appetibile? Quali strategie dovrebbero adottare per ritrovare un impiego e in cosa dovrebbero laurearsi i futuri lavoratori per intercettare le migliori offerte di lavoro ? Un articolo del Sole 24 Ore riporta una ricerca di PageGroup (multinazionale del recruiting) che su un campione di 80mila professionisti richiesti dalle aziende italiane ha individuato i profili maggiormente ricercati nel futuro imminente dalle imprese. Sono cinque le aree strategiche emergenti che spiccano sulle altre, verso cui è più conveniente compiere il grande salto: le tecnologie dell’informazione (TI), l’industria digitale, la sanità, la finanza e la logistica.

Tecnologie dell’informazione

Secondo l’osservatorio è in crescita la ricerca di figure come sviluppatori web e softwaredata scientists (esperti di big data che si occupano dello sviluppo di modelli e strategie sulla base dei dati, con lo scopo di ottenere informazioni utili al business aziendale), esperti di cyber security e manager con competenze informatiche. Tutti profili conciliabili con politiche di smart working o full remote working che le organizzazioni ricercano con particolare attenzione.

Digitale

La customer experience e l’omnicanalità del marketing, strategie che mirano ad integrare spazi reali (i retailer) con la dimensione online di e-commerce, sono diventati il nuovo standard della comunicazione d’impresa, imprimendo uno sviluppo digitale senza precedenti, riguardante l’acquisizione di clienti digitali. I social media, su tutti, leva principale di influencer ed opinion leader, sono strumenti imprescindibili in grado di mobilitare intere masse di clienti.

La caccia agli esperti in questo settore, in grado di gestire store online (Head of digital), di sviluppare nuovi canali di vendita e di definire le campagne pubblicitarie digitali (Biddable specialist) è diventata perciò la chiave per accedere a nuove opportunità di business.   

Sanità

L’ambito ospedaliero di fronte all’esplosione della richiesta di medici specializzati e infermieri, si è scontrato con una grave mancanza di risorse, andando quindi a far crescere significativamente i salari dei candidati con le competenze giuste. Non solo, anche tutti i profili lavorativi in possesso di competenze scientifiche in ambito di laboratorio e di produzione di medicinali hanno ulteriormente registrato una crescita in termini di richieste sul mercato, consolidando un trend presente già da diversi anni. Tra le figure più gettonate: gli addetti all’analisi e al controllo di qualità nei laboratori chimici e gli specialisti in vendita e autorizzazione legale di nuovi farmaci. 

Logistica

Un altro ambito che ha visto accrescere la propria domanda in maniera esponenziale nei confronti di beni utili alla risoluzione dell’emergenza sanitaria è quello del packaging. Da qui emerge un’imprescindibile necessità per qualunque attività produttiva di gestire logistica e magazzino in maniera integrata, così da coniugare tanto le attività inbound (approvvigionamento dai fornitori) quanto le attività outbound (stoccaggio e distribuzione del prodotto). Sarà strategico per le aziende avere in squadra figure di Supply chain manager in grado di pianificare le entrate a magazzino, così come profili di Purchasing manager capaci di portare avanti strategie di acquisto in medio – lungo termine.

Finanza

Le nuove modalità di lavoro agile, pongono un’evidente esigenza di profili con maggiore esperienza nei ruoli specifici, poiché è necessaria una maggiore responsabilità e autonomia nei processi decisionali. I settori produttivi hanno dimostrato un’attenzione sempre crescente a profili in ambito controlling, analisi e pianificazione finanziaria: in particolare professionisti in grado di coordinare e supervisionare tutti gli aspetti contabili e fiscali di un’azienda (Cfo) o in grado di controllare stock di magazzino e costi di produzione (Industrial controller).

Articolo di Riccardo Piccolo.

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