Del: 2 Maggio 2021 Di: Arianna Locatelli Commenti: 0

Viaggi, esplorazioni, vagabondaggi. In questa rubrica, un’indagine intorno al movimento e al desiderio di spostarsi e cercare altri luoghi.


La via Francigena è una via di pellegrinaggio che nel Medioevo faceva parte delle tre peregrinationes maiores con il cammino della Terra Santa e quello di Santiago di Compostela. I pellegrinaggi nascono come viaggi compiuti per fede, ricerca spirituale o penitenza ma ad oggi la motivazione religiosa non è più la principale: la maggior parte dei pellegrini intraprendo i cammini mossi da interessi culturali, turistici ma anche sportivi.

La via Francigena è parte di un fascio di percorsi detti anche vie Romee che attraversavano il centro Europa dirigendosi verso il sud Italia e in particolare verso la Puglia, luogo dove ci si imbarcava per la Terra Santa. Non era quindi propriamente un’unica via quanto piuttosto una serie di percorsi che creavano una serie di deviazioni alternative.

Ad oggi il percorso completo parte da Canterbury per arrivare fino a Roma e proseguire poi per Santa Maria di Leuca, ultima città sul tacco della nostra penisola. 

I primi documenti che citano l’esistenza della via Francigena risalgono al IX secolo e il nome è attestato per la prima volta nell’Actum Clusum, una pergamena dell’876 ritrovata nell’Abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata, monte toscano che si trova sul pellegrinaggio. Di poco posteriore è la prima descrizione del percorso: si tratta del racconto del viaggio verso Roma compiuto da Sigerico, il vescovo di Canterbury.

Questa via è tornata al centro dell’attenzione dopo la riscoperta del Cammino di Santiago negli anni ’70. Come per quello spagnolo anche la Francigena giaceva in parte sotto l’asfalto ma negli ultimi anni è andato creandosi una rete di volontari che hanno dato un nuovo volto a questo pellegrinaggio, segnando sentieri e percorsi cercando di recuperare il tracciato originario

Il percorso della via Francigena

Il tracciato completo è lungo 1800 km divisi ufficialmente in 105 tappe riducibili a circa 90. Considerando il tempo e la preparazione richiesti per affrontare un cammino di questo genere, sono molti i viaggiatori che decidono di intraprendere solo una parte dell’intera via. E sicuramente, al momento della scelta, la sezione più suggestiva da fare è quella italiana, ricca di motivi di interesse culturale e paesaggistico. 

Il tratto italiano, diviso in 45 tappe, inizia dal Gran San Bernardo, un valico alpino delle Alpi Pennine, tra Italia e Svizzera, e si dirige verso la tomba di San Pietro a Roma: tutto il percorso è ben tracciato e organizzato, soprattutto grazie alla rete di ostelli a disposizione dei viaggiatori a bassi costi.

Alcune delle tappe più suggestive si dividono tra Toscana e Lazio, attraverso i colli e i borghi medievali del centro Italia.

Uno di questi è il famoso paese di San Gimignano, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per la caratteristica architettura medievale del suo centro storico. Sorge su un colle nella lussureggiante Val d’Elsa e il suo profilo, visto da lontano, è inconfondibile: nel suo periodo più florido, infatti, le ricche famiglie di San Gimignano arrivarono a costruire ben 72 torri, di cui oggi ne rimango solo 14, regalando comunque un meraviglioso colpo d’occhio per i pellegrini che si avvicinano dalla Francigena alla città.

San Gimignano

La tappa dopo San Gimignano termina invece a Monteriggioni in provincia di Siena: questa cittadina si staglia in mezzo al nulla sopra un colle nelle campagne toscane e colpisce per l’incredibile cinta muraria che si estende per 500 mt attorno alla città, alta 20 metri e spessa due, scandita da 14 imponenti torrioni.

Questo borgo è talmente particolare da essere citato anche all’interno della Divina Commedia dantesca, quando il poeta di Firenze e Virgilio si trovano tra l’ottavo e il nono cerchio, nel pozzo dei giganti.

però che come su la cerchia tonda
Monteriggion di torri si corona,
così la proda che ‘l pozzo circonda
torreggiavan di mezza la persona 
li orribili giganti, cui minaccia 
Giove del cielo ancora quando tuona.

Dante, Inferno XXXI, 40-45

«..infatti, come Monteriggioni è coronata di torri sulla cerchia tonda di  mura, così gli orribili giganti, cui Giove minaccia ancora dal cielo quando emette i tuoni, svettavano come torri sull’argine che circonda il pozzo, emergendo dalla cintola in su.»

Monteriggioni

Altro punto di incredibile interesse, cittadina meno famosa delle due appena citate, è la rocca di Radicofani, alle pendici del Monte Amiata, situata sul tratto di pellegrinaggio dell’antica via Cassia. Questo borgo si trova in Val d’Orcia ed è conosciuto anche per essere la patria del “Robin Hood italiano”. Nel 1265 nasce a Radicofani Ghino di Tacco, figlio di un esponente della nobiltà ghibellina in contrasto con lo schieramento guelfo del comune senese. Dopo la decapitazione del padre e dello zio in piazza del campo a Siena, Ghino fugge e si trasforma agli occhi dei potenti in un fuorilegge: dandosi a banditismo con un gruppo di compagni, nel 1297 riesce a conquistare la rocca di Radicofani, controllando il traffico di merci e persone che attraversavano la Val d’Orcia dirette verso Roma. La leggenda narra che Ghino di Tacco, in tutte le sue incursioni e i suoi furti, non toccò mai i patrimoni dei poveri diventando una sorta di protettore degli ultimi.

La rocca di Radicofani

Tappa laziale è invece quella di Acquapendente, borgo che si è conquistato il nome di “Gerusalemme d’Europa” poiché sembrerebbe che proprio in questo borgo in provincia di Viterbo, ci sia la prima riproduzione del sepolcro di Cristo fuori dalla Terra Santa. Questa cittadella però è particolarmente interessante anche per l’incredibile contesto naturale in cui è inserita, circondata da boschi e acque limpide, ricca di biodiversità e paesaggi sorprendenti come quelli del Bosco del Sasseto o la riserva naturale del Monte Rufeno.

Il bosco del Sasseto

Oltre agli incredibili paesaggi e alla storia che corre su queste strade, cammini come quelli della via Francigena conciliano l’incontro tra persone, spinte ad intraprendere questo viaggio da diverse motivazioni ma accomunate dalla magia di questo percorso e dal sentimento di unione che luoghi ed esperienze di questo tipo riescono a far nascere spontaneamente in coloro che si avventurano su queste antiche vie.

Arianna Locatelli
Da piccola cercavo l’origine del mio nome perché mi affascinava la storia che c’era dietro. Ancora oggi mi piace conoscere e scoprire storie di cui poi racconto e scrivo. Intanto corro, bevo caffè e pianifico viaggi.

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