
The Office è la celebre serie tv sulla vita d’ufficio andata in onda sulla NBC tra il 2005 e il 2012. Remake dell’omonima serie inglese ideata da nientemeno che Ricky Gervais e Stephen Merchant, ancora oggi riscuote molto successo, tanto che è risultata la serie tv più vista negli Stati Uniti nel 2020.
The Office narra la vita dei lavoratori della filiale di Scranton della Dunder Mifflin, impresa che si occupa della vendita di carta. Fin qui niente di interessante anzi, The Office può sembrare noiosa. Ma se si aggiungono personaggi uno più strano dell’altro, battute inopportune, un po’ di romanticismo e un cast di tutto rispetto se ne comprende il successo.
Al centro della serie (o per lo meno per gran parte di essa) c’è Michael Scott, il capo della filiale.

Un personaggio che essenzialmente è un idiota: fastidioso, distratto, infantile, passa il tempo a importunare i colleghi con battute fuori luogo che imbarazzano l’intero ufficio e gli fanno passare un sacco di guai. Un personaggio che però si finisce per amare per l’affetto che dimostra verso i suoi dipendenti (tranne Toby) e per i suoi commenti sfacciati.
Michael è impersonato da un bravissimo Steve Carell, che si cala perfettamente nella parte e nel 2009 definiva il suo personaggio come uno che “clearly lacks self-awareness”, che “chiaramente manca di autoconsapevolezza”. Michael Scott è una persona che si ritiene divertentissima ma che non si rende conto di quanto sia inopportuno quello che dice. Steve Carell è molto affezionato al suo personaggio, ma nel 2018 ha dichiarato che The Office, nel contesto sociale di oggi, potrebbe essere impossibile.
Effettivamente The Office, se presa alla lettera, può risultare offensiva su tutti i fronti: battute omofobe, razziste, misogine, completamente inappropriate per il luogo di lavoro.
Tuttavia, è proprio perché sono così sbagliate che queste uscite fanno ridere e allo stesso tempo riflettere, dal momento che sono lo specchio della società. Ogni volta che Michael Scott fa battute inappropriate l’intero ufficio si guarda intorno disorientato e fa sentire lo stesso spettatore a disagio. Niente di The Office viene lasciato al caso.
Si può prendere come esempio l’episodio in cui Oscar fa coming out, o meglio Michael fa coming out per lui, riferendo a tutto l’ufficio la sua omosessualità. La corporate cerca di far capire a Michael la delicatezza del momento del coming out per una persona omosessuale, ma Michael non cede e procede per conto suo con una riunione con i suoi lavoratori a dir poco imbarazzante. E quando gli verrà detto che a scuola si diceva che lui stesso fosse gay reagisce in modo molto strano: tutti si accorgono quanto questa notizia lo metta in imbarazzo e quando gli fanno notare quanto sia sbagliato quel comportamento, egli nega tutto.
The Office mostra quindi quanto sia stupido non solo fare la solita triste battuta sull’omosessualità, ma anche il sentirsi offesi solo perché qualcuno ci definisce omosessuali. Non avviene questo in Friends (precedente a The Office), dove il personaggio di Chandler è evidentemente a disagio quando scopre che tutti i suoi amici, al momento della sua conoscenza, pensavano che fosse omosessuale.
Ci sono poi personaggi che sono detestabili a causa della loro volgarità e della totale assenza di buon senso.
Uno di questi è Todd Packer, grande amico di Michael e forse il personaggio più insopportabile della serie: sessista, offensivo, cattivo e viscido, viene odiato dall’intero ufficio che cerca in tutti i modi di liberarsene. Il personaggio di Packer è esagerato, ma è la manifestazione di una realtà e un tipo di mentalità che nella nostra società sono ancora presenti e per questo motivo vengono mostrati e ridicolizzati.
È interessante anche vedere come gli attori stessi si prestino alle battute, soprattutto quelli che rappresentano una minoranza. Esemplare la scena in cui i personaggi della serie viaggiano su un bus e Michael Scott chiede a Stanley, afroamericano, di sedersi in fondo al pullman se ha intenzione di continuare a lamentarsi, per poi rendersi conto di aver fatto una figuraccia. E la frase, unita alla brutta figura e al tentativo di rimediare di Michael, ha un esito comico.

Insomma, The Office è una serie irriverente, che con i suoi momenti nonsense, assurdi e comici fa divertire e imbarazzare allo stesso tempo. E in questi tempi, in cui da una parte viene accusata la fantomatica dittatura del politicamente corretto e dall’altra si difende la cancel culture, The Office offre un punto di vista interessante. Scherzare su temi importanti diventa un’occasione per riflettere ma anche per pensare a certi argomenti con lucidità e senso critico, senza appesantire troppo il dibattito (atteggiamento che spesso sortisce l’esito opposto a quello voluto).
Come ha detto Steve Carell: «Proprio non so come potrebbe reggere ora. Al giorno d’oggi c’è una consapevolezza molto forte di cosa è offensivo – il che è ovviamente un bene. Ma al tempo stesso, quando prendi un personaggio del genere troppo alla lettera, davvero non funziona.»