Del: 30 Giugno 2021 Di: Laura Cecchetto Commenti: 2

Giunti ormai alla sessione estiva, è lecito domandarsi come si svolgerà il prossimo anno accademico. Il quesito che sovrasta tutti gli altri è legato alla gestione della didattica a distanza, il nuovo strumento scolastico che ha diviso e continua a dividere studenti e insegnanti a tutti i livelli di istruzione.  

Dopo essersi rivelata una preziosissima risorsa in questo difficile periodo di pandemia, facendosi garante della continuità dell’apprendimento, sembra che la DAD stia per essere definitivamente mandata in pensione per ritornare allo status quo ante COVID-19.

La decisione di tornare in presenza negli atenei in completa sicurezza è auspicata e anelata, ma l’ipotesi di accantonamento della DAD lascia perplessi tutti coloro che a livello universitario hanno avuto notevoli vantaggi grazie alla sua introduzione.Il mantenimento della didattica a distanza anche in futuro, in parallelo con il normale svolgimento dell’attività accademiche, potrebbe rivelarsi una risorsa preziosa non solo per i malati cronici, i disabili, i ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento e i caregiver, nonché per gli studenti-lavoratori, per i quali la DAD si è rivelato uno strumento vantaggioso per poter studiare da casa in base alle proprie esigenze, ma anche per gli studenti fuori sede impossibilitati al trasferimento nelle città degli atenei, senza precludere loro il percorso universitario desiderato.

Ultimo, ma non per importanza, aiuterebbe nella fruizione delle lezioni ordinarie alle quali si è impossibilitati a partecipare per sovrapposizione di orari con altre lezioni, magari difficili da raggiungere perché site in sedi differenti lontane tra loro nel reticolato urbano. Un dato evidente del potenziale della DAD è dato dal fatto che durante l’ultimo anno, nonostante il COVID-19, non è stata registrata una diminuzione delle iscrizioni, anzi. Grazie alla DAD il numero di studenti iscritti alle università è aumentato:  322.729 nel 2020 rispetto ai 307 mila circa nel 2019.

Tuttavia, la DAD divide gli animi: molti vorrebbero ritornare in presenza al 100% togliendo questa tipologia di didattica, mentre altri supportano l’affiancamento di lezioni in presenza e a distanza.

Ricerche condotte dall’Università di Torino sostengono che il 54% degli intervistati sarebbe favorevole una didattica mista in presenza e a distanza, evidenziando come la DAD sia apprezzata non solo da studenti ma anche dagli insegnanti per le sue capacità interattive e dialogiche, sfatando il mito che a distanza non c’è interazione. Inoltre, la proposta di mantenere la Didattica a Distanza è supportata da UNIDAD nata a Torino con l’intenzione di dare voce e sostegno a chi crede nel futuro di questa nuova forma di apprendimento, sottolineando come questa risorsa possa portare vantaggi davvero a tutti. Non mancano però le perplessità sul conservare la DAD. Il presidente di AlmaLaurea accusa che «lo smartphone e i pigiami hanno fatto gravi danni» asserendo che le nuove matricole non comprendano la necessità di dover rientrare in presenza, quasi si fossero impigriti stando a casa a fare lezione online, precludendosi così la possibilità di vivere a tutto tondo gli atenei. Sono dello stesso parere Ivano Dionigi, ex rettore dell’Università di Bologna, e Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università di Bergamo. 

La richiesta di mantenimento della DAD non è dettata dalla pigrizia degli studenti, che nel periodo pandemico hanno spesso rinunciato agli spostamenti universitari per non rischiare di ammalarsi o di far ammalare i familiari ancora esclusi dalla campagna vaccinale, ma dal desiderio di poter fruire a tutto tondo dell’ambiente universitario anche quando questi sono loro negati per esigenze di natura diversa, economica, sociale o fisica che siano. L’intento è quello di battersi per un’università che sia davvero inclusiva e accessibile a tutti, mostrandosi al passo con i tempi e con le necessità di studenti e professori, prediligendo l’insegnamento in presenza affiancando tuttavia un potente mezzo di insegnamento senza sminuire nessuna delle due forme di erogazione del sapere. Gli atenei e gli studenti possono solo giovare dall’arricchimento culturale, tecnologico e accademico generati da un nuovo tipo di didattica,  auspicabilmente regolata nelle sue linee essenziali per permettere a tutti di trarne beneficio e nessun svantaggio. 

Laura Cecchetto
Scopro il mondo e me stessa con il naso dentro a un libro, rifletto su ciò che mi circonda e prendo appunti. Narro ciò che leggo, e di conseguenza ciò che provo, per relazionarmi con ciò che mi sta attorno, possibilmente con una tazza di tè sulla scrivania.

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