Del: 14 Giugno 2021 Di: Riccardo Garosi Commenti: 0

Il 3 maggio 2021 la Commissione europea, attraverso il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi, ha dato il via libera alla commercializzazione alimentare della larva di tarma della farina, o tenebrione mugnaio (Tenebrio molitor): è la prima approvazione formale alla vendita e al consumo di un insetto come cibo in Europa.

Le larve, unica forma commestibile dei tenebrioni, si potranno consumare per intero, essiccate, come snack o in forma di farina, come ingrediente quindi di altri prodotti alimentari.

Gli insetti individuati per il consumo umano rientrano nei cosiddetti novel food, ossia cibi che prima del 15 maggio 1997 non venivano consumati in misura significativa in Europa e che richiedono un processo di approvazione differente, ossia soggetto a una scrupolosa valutazione scientifica da parte dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) che ha sede a Parma.

A seguito di una richiesta da parte della Commissione Europea, vi è stata una valutazione scientifica su questo novel food da un gruppo di esperti dell’EFSA. Il gruppo rileva che i componenti principali di questa larva sono proteine, grassi e fibre (chitina) e il consumo di tale prodotto non è svantaggioso dal punto di vista nutrizionale. In merito agli studi sulla tossicità non vi sono problemi di sicurezza, anche se potrebbero esserci delle reazioni allergiche nei soggetti allergici ai crostacei e agli acari della polvere.

In Italia, siamo davvero pronti a questo cambiamento? Probabilmente no. Secondo un’analisi Coldiretti/Ixè il 54% della popolazione italiana è contrario al consumo di insetti, il 24% risulta indifferente, mentre il 16% è favorevole. Tuttavia, risulta determinante che l’Italia, insieme a tutti gli Stati del mondo, si impegni affinché vengano raggiunti gli obiettivi di sostenibilità alimentare previsti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La questione della sostenibilità è quindi un punto cruciale per cercare di offrire un futuro alle prossime generazioni.

Cercare di adeguarsi a forme di alimentazione sostenibili in virtù di una crescita importante della popolazione mondiale è fondamentale.

Attualmente infatti il totale della popolazione globale è di 7,7 miliardi (nel 1800 era un miliardo); sebbene la percentuale di crescita sia passata dal 2,2% annuo di 50 anni fa all’1,05% odierno, le stime di crescita per il futuro prevedono il raggiungimento di quasi undici miliardi di persone nel mondo entro il 2100. Oggi circa 820 milioni di persone al mondo sono denutrite e quasi 2 miliardi si trovano in una situazione di insicurezza alimentare: dal 2000 al 2016 la fame nel mondo è passata dal 15% all’11%, in seguito non ci sono stati miglioramenti importanti. Gli obiettivi per il 2030 di estirpare la fame nel mondo e di incentivare un’agricoltura sostenibile sembrano sempre più complessi. 

A livello europeo, in questo senso, è stato redatto nel 2019 il rapporto IPES-food che intende promuovere la creazione di una Politica alimentare comune per l’Unione Europea: una nuova direzione politica per l’intero sistema alimentare, che riunisca le politiche settoriali nell’ambito della produzione, trasformazione, distribuzione e consumo alimentare canalizzando tutte le azioni verso un obiettivo di transizione sostenibile. Le riforme più ambiziose sarebbero rese attuabili grazie al recupero del processo decisionale che adesso è nelle mani delle grandi lobbies, facendo intervenire nuovi attori, elaborando le politiche in modo più democratico e dando spazio a nuove coalizioni d’interessi. In poche parole, una politica alimentare comune potrebbe ottenere risultati che la Politica Agricola Comune (PAC), quale mera politica agricola, non ha raggiunto.

In conclusione, avviare un allevamento di insetti per produrre farine alimentari è dunque una scelta eticamente corretta ed è facilmente intuibile perché circa il 70% della produzione mondiale di cereali è destinata agli animali che a loro volta sfamano quella piccola percentuale della popolazione umana che può permetterselo. In Italia è stato così avviato il progetto MAIC (Modello Italiano di Allevamento di Insetti Commestibili) che è il primo benchmark orgogliosamente italiano per l’allevamento sostenibile di insetti commestibili.

Il MAIC propone un modello sostenibile e innovativo, la sfida è trovare produzioni alimentari complementari e sostenibili a basso impatto ambientale. Il progetto è stato preceduto da una fase di intenso dialogo e confronto con le aziende e le Associazioni di categoria del settore agroalimentare per trovare una via all’allevamento di insetti commestibili sostenibile a tutti i livelli: ambientale, di business e della sicurezza alimentare.

Illustrazione di Michele Bettollini

Riccardo Garosi
Politico in erba, mi piace parlare di sostenibilità in maniera trasversale. Scrupolosamente attento all'ambiente da far invidia a Greta Thunberg. Grande amante del cibo.

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