Del: 16 Luglio 2021 Di: Beatrice Ghiringhelli Cavallo Commenti: 0

Luca è l’ultimo cartone animato della Pixar. Diretto da Enrico Casarosa, nato a Genova, racconta una storia tutta italiana di amicizia in cui i cliché si intrecciano con una narrazione semplice e gioiosa.

Luca prova le sensazioni tipiche di quell’età in cui non si è più bambini ma non si è ancora ragazzi: sente stretta la dimensione quotidiana della sua famiglia, ha bisogno di indipendenza, è curioso di sapere cosa c’è oltre al mondo che conosce. Solo che il protagonista di questo film non è umano, ma bensì quello che gli abitanti di Portorosso (immaginario paesino della Liguria) chiamano “mostro marino”: una sorta di pesce umanoide che fuori dall’acqua si trasforma in umano. Quando conosce il coetaneo Alberto, ribelle e libero à la Huckleberry Finn, viola per la prima volta la regola più importante posta dai genitori: sale in superficie, dove scopre un mondo bellissimo fatto di gelati, trofie al pesto e Vespe.

L’animazione è decisamente riuscita, estrosa e curata, e regala tenerezza nel vedere rappresentata una realtà cosi famigliare, anche se stereotipata.

In una Liguria ferma agli anni ’50/’60, manifesti di Vacanze Romane si affacciano nei carruggi, pescatori fischiettano brani d’opera, le imprecazioni dei personaggi sono della serie “per mille sardine!” e la sfida che i protagonisti si accingono a compiere è un “triathlon all’italiana” – nuoto, bicicletta e mangiata di pasta – a cui i protagonisti partecipano per vincere i soldi per comprarsi la mitica Vespa.

La storia, però, ha molto di già sentito: il mondo degli abissi è da sempre presente nel cinema, e il rapporto tra umanoidi acquatici e umani è un tema ricorrente particolarmente fortunato per il cinema per ragazzi, da un altro classico Disney come la Sirenetta, a serie come H2O. Non passa inosservata la brevissima apparizione di Pinocchio, il cui desiderio di essere umano è simile a quello del protagonista Luca.

Il titolo della recensione del New York Times è allusivamente “Calamari by Your Name”; per lo stretto legame tra i due amici, segnato da una sottile vena di gelosia di Alberto nei confronti del rapporto tra Luca e l’amica umana Giulia, e per l’ambientazione italiana, il film ha ricordato ad alcuni l’amore estivo proibito della pellicola di Guadagnino. Le parole della nonna a proposito delle difficoltà di essere diverso in un mondo di umani – «alcune persone non lo accetteranno mai» – potrebbero rimandare a un’interpretazione queer del cartone, che molti critici e fan acclamano come la prima avventura Disney nel mondo dello storytelling non eteronormativo. Casarosa ha negato l’intento di rivoluzionare i film Disney mettendo in scena una storia omosessuale, spiegando che il film è ispirato alle estati passate in Liguria con il suo amico d’infanzia, e che la sua intenzione era di «parlare di un’amicizia, prima che fidanzate e fidanzati arrivassero a complicare le cose».

Al di là delle possibili interpretazioni, Luca è sicuramente un film leggero, piacevole da guardare, che si distacca da altre recenti uscite Pixar più originali e filosofiche come Inside Out e Soul, o dolcemente strappalacrime anche per un’audience adulta – il pensiero va subito a Coco – per offrire una “semplice” storia di amicizia su uno sfondo pittoresco e estivo.

Beatrice Ghiringhelli Cavallo
Sono Beatrice, studio con passione Lingue e letterature straniere. Mi piace leggere, guardare serie tv e film interessanti e informarmi su quello che succede nel mondo.

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