Del: 15 Luglio 2021 Di: Redazione Commenti: 0

Presso la galleria Vistamarestudio, dall’8 giugno al 30 luglio 2021 è attiva la prima personale mostra milanese dell’artista scozzese Charles Avery, che in passato ha già rappresentato la scozia presso importanti eventi culturali come la Biennale di Venezia o quella di Instanbul. Avery è cresciuto sull’isola di Mull e dal 2004 la sua poetica si articola intorno alla descrizione di un’isola immaginaria e della sua capitaleOnomatopeia, attraversi testi, disegni e sculture. All’interno della mostra si può godere degli ampi disegni di 2 di importanti spazi di questa città: lo zoo ed un immenso ponte.

Ciò che colpisce nella sua opera è la meticolosità con cui concepisce ogni aspetto della sua creazione. Come egli infatti asserisce: «Disegnare un edificio convincente è come disegnare una persona. Devi capire la sua funzione, dove sono le scale, i tubi, prima di indossare la sua pelle». Ed è per questo che fioriscono non solo disegni degli spazi pensati e creati ma anche prospetti geometrici con diversi piani di osservazione.

Per quanto decisamente diversi dalla normalità, gli ambienti di Avery sembrano naturali e veri.

Questa naturalezza è poi accentuata dalla presenza di figure umane che, con la stessa spontaneità con cui passeggerebbero in una qualunque via di una qualsiasi città, abitano questi spazi inventati conducendo il pensiero di chi guarda ad un inevitabile considerazione rispetto alla natura intrinseca dell’uomo: la sua natura conoscitiva. Qualunque realtà abbia davanti, l’uomo, a patto che esistano le condizioni base della sua esistenza, è chiamato a vivere adattandosi a quella realtà, e a regalarle un senso. La realtà che ora conosciamo corrisponde solo ad una delle possibili risvegliando dunque nei fruitori un forte desiderio di scoperta.

Proprio per questo l’artista stesso afferma che «Onomatopeia non esiste neanche nella sua immaginazione»; ammettere infatti la sua esistenza all’interno di un altro luogo, anche nel caso in cui questo luogo corrisponda al territorio dei pensieri dell’artista, significherebbe sminuire il suo alto valore simbolico. I suoi spazi sono pensati per essere vissuti, non per esistere. Infatti, è molto più importante sapere che è presente una toilette all’interno di una delle torri dello zoo piuttosto che la sua rappresentazione.

Oltre ai disegni non si può non menzionare le due sculture esposte nella mostra attraverso cui egli rappresenta parti tangibili del suo altro mondo. La larga scala di possibilità di esistenza della materia e del reale permette all’artista di giocare su una qualsiasi idea o concetto per la formazione degli oggetti, dei paesaggi o degli abitanti che compongono i suoi ambienti. Una delle due è infatti un albero, perfetto nella sua forma incentrata sul numero 3; è una sorta di albero matematico che ha sede proprio al centro del salone principale della mostra. 

Nella seconda scultura Avery si lancia nella creazione di uno degli abitanti dell’isola. Corrisponde al calco della moglie di un suo amico e colpisce particolarmente il suo copricapo.

Esso è infatti ispirato nella colorazione dal celebre Broadway Boogie-Woogie di Mondrian ma legato simbolicamente ad una corrente filosofica importante per l’artista scozzese ossia all’empirismo. Questa corrente di pensiero è quella che gli avrebbe ispirato la presenza di un mondo altro, riconoscendo dunque che la contingenza del mondo in cui viviamo dipende direttamente dalla sua essenza.


Fotografie: Courtesy of the artist and Vistamare/Vistamarestudio, Pescara / Milano. Photo by Andrea Rossetti


Articolo di Simone Muciaccia

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