
Viaggi, esplorazioni, vagabondaggi. In questa rubrica, un’indagine intorno al movimento e al desiderio di spostarsi e cercare altri luoghi.
Una delle strade più famose al mondo è senza dubbio la Route 66, l’highway americana che collega Chicago alla California. Nei primi anni del ventesimo secolo gli Stati Uniti erano percorsi da un rete stradale disorganizzata e malmessa così dal 1924 si iniziò a pensare a un sistema di strade più uniforme. Appena due anni dopo nacque la Route 66, nome approvato ufficialmente l’11 novembre dal Bureau of Public Roads.
La strada, che negli anni ha subito una serie di modifiche e deviazioni, è lunga circa 4000 km e termina al famoso molo di Santa Monica: il suo tracciato originario si snoda attraverso otto stati, Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, Nuovo Messico, Arizona e California.
Il periodo di maggiore fama della strada fu quello della Grande Depressione, quando milioni di americani migrarono verso ovest in cerca di lavoro, alimentando il mito della California come terra di fortune e divertimento. A ciò si aggiunsero le migrazioni dovuta alla Dust Bowl: con il Dust Bowl si indica una serie di tempeste di sabbia che colpì gli stati centrali americani e il Canada tra il 1931 e il 1939 a causa di decenni di tecniche agricole inappropriate e sfruttamento del suolo. Il suolo, diventato polvere, durante la siccità venne soffiato verso est in grandi nuvole nere.

L’area interessata fu quella tra Kansas, Oklahoma, Colorado e Nuove Messico e furono migliaia le persone che abbandonarono queste regioni migrando verso ovest usando proprio al Route 66.
La strada ha iniziato ad essere smantellata nel 1985, cadendo in disuso a causa della costruzione delle Interstate a più corsie: ancora oggi è però possibile percorrerne lunghi tratti andando alla ricerca dei cartelli che segnalano il tracciato della old road, per percorrere questo tragitto che ancora affascina anche a causa delle storie e dei miti nati su questa favolosa strada. I paesaggi che attraversa hanno infatti contribuito ad attrarre i numerosi viaggiatori che hanno attraversato questi territori per tutto il secolo scorso: si passa dai grandi laghi dell’Illinois alle distese di Kansas e Oklahoma, passando da luoghi suggestivi come il Gran Canyon e la Monument Valley arrivando alle spiagge californiane della costa Pacifica.
Artisti, scrittori, musicisti e viaggiatori hanno negli anni raccontato le loro esperienze alimentato il mito attorno alla Route 66. Una delle più importanti testimonianze è il romanzo The Grapes of Wrath, Furore in italiano, di John Steinbeck, pietra miliare della letteratura americana. Pubblicato negli States nel 1939, racconta dell’odissea della famiglia Joad, della lunga e penoso marcia lungo la Route 66 con migliaia di americani dopo essere stati sfrattati dalla loro casa, diretti verso la California. Il romanzo rivive la trasformazione di un’intera generazione e l’amaro impatto con la terra promessa, fatta di sfruttamento e miseria.

Altro capolavoro dello scorso secolo è On the Road di Jack Kerouac. Il famosissimo romanzo autobiografico racconta dei viaggi intrapresi da numerosi giovani statunitensi dalla fine degli anni Quaranta attraverso il territorio americano. Sal Paradise, pseudonimo per Jack Kerouac, giovane newyorkese con velleità letterarie, è il protagonista e narratore di questo viaggio verso Ovest fatto principalmente in autostop in compagnia dell’amico Dean Moriarty. Pubblicato per la prima volta il 5 settembre 1957, il libro divenne in seguito un testo di riferimento, quasi un manifesto, a ispirazione della cosiddetta Beat Generation, movimento culturale giovanile sviluppatosi nel dopoguerra negli Stati Uniti.
Particolarmente ricca per la Route 66 è stata anche la produzione di canzoni e film, con registi come Silliphant e Leonard. Canzone simbolo di questa mitica strada è Get your Kiks on Route 66, scritta da Bobby Troup, incisa successivamente da CHuck Berry, i Rolling Stone fino ai Depeche Mode.Il mito della Route 66 riecheggia quindi attraverso libri, racconti e produzione artistica di ogni tipo, attirando ancora oggi numerosi viaggiatori che decidono di cimentarsi in questa avventura on the road, tappa obbligatoria dei grandi road trip.
Well if you ever plan to motor west/Take my way, It′s the highway that’s the best/Get your kicks on Route 66