
A Milano, il mese di settembre si è aperto all’insegna del design e dell’arte: alla Milano Design Week (dal 4 al 10 settembre), è seguita la Milano Art Week (dal 13 al 19 settembre), che si è articolata in una serie di performance, conferenze, eventi ed inaugurazioni e si è svolta in concomitanza della venticinquesima edizione di miart, la fiera internazionale di arte moderna e contemporanea di Milano.
In questa settimana dedicata alla celebrazione dell’arte, tra nomi noti e grandi classici, tra gallerie private e musei pubblici, la città di Milano ha dimostrato la propria vitalità nel settore dell’arte moderna e contemporanea, dopo un anno e mezzo di stop forzato.
Vulcano ha selezionato quattro mostre – tra cui alcune inaugurate in questi giorni, altre che invece chiuderanno a breve – dal programma di Milano Art Week: tra le sale di queste gallerie si intrecciano pittura, scultura, fotografia e design, in un viaggio tra arti, anni e paesi diversi.

2 giugno – 3 ottobre 2021, Gallerie d’Italia
Tra le sale delle Gallerie d’Italia si snoda un percorso che riporta agli anni Ottanta, anni caratterizzati sì da nuove sperimentazioni e nuove tecniche artistiche, ma anche da una ripresa e rivalutazione della pittura. Attraverso le 57 opere esposte e i nomi – tra gli altri – di Mario Merz, Enrico Baj, Enzo Cucchi, si ricostruisce un pezzo di storia dell’arte italiana, interessato da una visione della pittura come modo di esprimersi attraverso una nuova vitalità, liberata da vincoli e forme precostituite.
La mostra Painting Is Back è un’ottima occasione per scoprire (o riscoprire) alcune figure della Transavanguardia e una generazioni di artisti che proprio negli anni Ottanta si afferma sulla scena italiana e internazionale. Apre, inoltre, a numerose riflessioni il legame paradossale tra il titolo della mostra e il fatto che la tradizione della pittura in Italia, in realtà, non abbia mai subito una battuta d’arresto; ma anche tra il titolo e le opere esposte, in cui gli artisti hanno sperimentato diverse soluzioni formali, oltre alla pittura intesa in senso canonico: si hanno, infatti, fotografie, una video-installazione, collage e l’utilizzo di materiali extra-pittorici.

14 settembre – 17 dicembre 2021, Fondazione Adolfo Pini
Elisabetta Benassi, con questo progetto, offre un tributo al gallerista torinese Luciano Anselmino, figura rilevante, ma oggi poco ricordata e valorizzata, all’interno dell’ambiente artistico italiano tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. Nei saloni di Fondazione Pini, sono esposti, protetti da teche in vetro, nove acquerelli che riproducono in scala 1:1 otto assegni intestati ad Anselmino e un assegno firmato da Benassi: queste riproduzioni costituiscono il nucleo centrale della mostra.
L’intento dell’artista è ricostruire il fermento culturale che contraddistingue gli anni in cui opera Anselmino e la trama di rapporti che lega gli artisti principali del Novecento, come Giorgio De Chirico, e artisti simbolo della cultura pop e di un modo di intendere l’arte legato alla dimensione del denaro e del consumo, come Andy Warhol. Emanuele Trevi, in una lettera scritta a Elisabetta Benassi, dice, riassumendo il senso dell’esposizione: «Non ti saprei dire perché, e forse non sapresti dirlo nemmeno te, ma quegli assegni di Anselmino, lì dentro, ci stanno proprio bene. Come se fossi riuscita, fuori tempo massimo, a caricare la molla di un vecchio giocattolo per farlo funzionare ancora una volta».

10 settembre 2021 – 13 febbraio 2022, Museo del Novecento
Fotografie, disegni, installazioni e lettere sono esposte in questa mostra per ricostruire la carriera dell’artista bolognese, dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, e indagare le sperimentazioni mediali che caratterizzano la storia dell’arte (o delle arti) da cinquant’anni a questa parte. Le tematiche principali che tramano l’esposizione e legano tra loro le opere riguardano gli studi sul linguaggio (Borsari è stata anche professoressa di Filologia), la riflessione sull’identità e sui rapporti interpersonali, il concetto di luogo e la sua relazione con l’opera d’arte. Rilevante, inoltre, il ruolo che l’artista ricopre come pionera nell’ambito delle installazioni site-specific, alcune delle quali rievocate in questa occasione.
Il Museo, che nel frattempo ospita anche due opere di Marinella Senatore, vincitrice del premio ACACIA (Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana), si riconferma un’istituzione attenta non solo a conservare le produzioni del secolo passato, ma anche a valorizzare quelle del secolo presente.

8 settembre 2021 – 9 gennaio 2022, Fondazione ICA Milano
In occasione di Milano Art Week, la Fondazione ICA Milano ha accolto all’interno dei propri spazi espositivi la prima personale realizzata in Italia dall’artista Simone Fattal. L’artista ha sperimentato negli anni diversi mezzi espressivi, tra cui disegno e pittura, per approdare, infine, alla ceramica: A Breeze Over The Mediterranean si inserisce così anche all’interno di Ceramics, palinsesto annuale incentrato sull’utilizzo artistico della ceramica.
L’ispirazione per la mostra è nata a inizio 2020, quando l’artista ha visitato il Parco Archeologico di Pompei e studiato il sito e i reperti archeologici lì presenti. Da questo sopralluogo, Fattal ha dato forma a numerose figure, che le hanno consentito di indagare l’unione tra polarità e dimensioni differenti, come il mistico e il carnale, il reale e l’immaginario. In queste unioni viene celebrato l’incontro di culture diverse, da parte di una donna che ha vissuto tra Siria, Libano, Stati Uniti e Francia, interagendo con svariate realtà. Il senso di fragilità che trasmettono le opere di ceramica è controbilanciato dalla delicatezza e dolcezza delle riflessioni sottese alle opere, fissate in pose statiche ma dinamizzabili da una rilettura di chi osserva, proprio come i resti di Pompei.