
La crisi ambientale diventa sempre più impattante e la corsa alla salvaguardia del pianeta ancor più necessaria. Il Natale è alle porte e, mentre in città case e negozi si illuminano e si riempiono di decorazioni, una domanda sporge spontanea: quanto gravano queste feste sul nostro pianeta?
Non sorprende partire, in questa disamina, dall’enorme spreco alimentare che si compie ogni anno. Gli analisti di Ener2Crowd parlano di almeno 500 mila tonnellate di cibo che finisce direttamente nella spazzatura. E bisogna ricordare che ogni tonnellata di rifiuto alimentare produce 4,2 tonnellate di CO2.
Preoccupanti sono anche i dati relativi all’uccisione di animali: ogni anno, negli Stati Uniti, circa 46 milioni di tacchini vengono uccisi per il Ringraziamento; questi corrispondono quasi al 17% di tutti i tacchini allevati ogni anno nel Paese. Il presidente Biden, questo 25 novembre, ha deciso di salvare due tacchini, segnando con questo passo una svolta ambientalista. Interessante, sempre durante il Ringraziamento, è stata l’inversione di tendenza rispetto al consumo di carne, anche se soprattutto a causa di un innalzamento dei prezzi.
Ogni anno risultano alti i numeri di macellazione relativi agli agnelli, molti dei quali giungono dall’Est Europa in condizioni di estremo disagio. Dai dati Istat risulta che più del 30% degli agnelli uccisi in Italia per il consumo di carne viene macellato proprio a Natale; l’84% di questi animali muore prima di raggiungere i 6 mesi di età.
Non bisogna dimenticare, poi, il maggior utilizzo di elettrodomestici come forno e lavastoviglie per preparare i grandi pranzi e le cene delle feste.
Inoltre, secondo alcuni dati che vengono riportati dal quotidiano Politico sulla base di alcuni studi effettuati nel Regno Unito, a Natale vi è un aumento del 30% di rifiuti, causati dalla carta di imballaggio dei nostri tanto attesi doni, carta che non risulta riciclabile. La quantità utilizzata è tale che si potrebbe addirittura coprire l’equatore ben nove volte.
Ma, a detta della ONG ambientalista Hubbub, il problema principale è rappresentato dai 12 milioni di maglioni natalizi acquistati dai britannici, anche perché vengono indossati solo nel periodo interessato. Inoltre, il 95% dei 108 maglioni presi in considerazioni sono in parte o totalmente creati con materiali plastici, che contribuiscono ampiamente all’inquinamento oceanico.
Le luci, che pur contribuiscono a creare l’atmosfera natalizia, hanno però molti lati negativi, dalle bollette agli sprechi. Se si considera una serie di 100 bulbi incandescenti di lucine, l’impiego sarà di circa 45 watt, cioè 0,45 watt per ogni lampadina. Generalmente, le luminarie natalizie utilizzate per decorare l’albero hanno una potenza compresa fra i 50 e i 200 W, che poi cambia a seconda della tipologia e della dimensione.
La scelta di un abete vero non costituisce un enorme danno all’ambiente: l’albero impiega poco meno di un decennio per crescere e, una volta abbattuto, l’agricoltore ne pianterà almeno uno al suo posto. In alcuni casi per abbellire le piazze delle nostre città sono però sradicati alberi ultracentenari: è recente la notizia dell’abete rosso di 113 anni portato da Andalo, in Trentino-Alto Adige, in Vaticano come era trentino il famoso Spelacchio portato a Roma, che deve questo soprannome a causa del suo malandato aspetto.
Un’altra questione è se gli alberi in PVC siano più inquinanti. Essi rappresentano un’alternativa ecologica se si utilizza l’albero artificiale per cinque o più anni. Uno studio condotto per conto dell’ACTA (American Christmas Trees Association) sostiene che prendere un nuovo albero vero ogni anno (e possibilmente eliminarlo in una discarica alla fine della stagione) ha un impatto maggiore sulle emissioni di gas serra, sull’uso di acqua ed energia e su altre aree rispetto a un albero artificiale riutilizzato.
Secondo la Carbon Trust l’albero finto è una scelta poco sostenibile e comporta emissioni di CO2 pari a 40 kg, mentre uno vero delle stesse dimensioni assorbe naturalmente CO2, rilascia ossigeno e fornisce un habitat per gli animali prima di venire abbattuto. «Ciò significa che i proprietari di un albero artificiale devono usarlo per almeno un decennio affinché il suo impatto ambientale sia uguale a quello degli alberi naturali», spiega Politico.
A fronte di queste notizie e questi dati, si può tentare di rendere il Natale più sostenibile riducendo gli sprechi alimentari e più in generale i consumi, specie quelli superflui.
Ad esempio, contro gli sprechi alimentari alcune buone abitudini sono quella di pianificare quanto più possibile il reale quantitativo di cibo che ogni persona può tollerare durante un pasto medio o permettere agli ospiti di portare via quanto avanzato. Un’altra buona abitudine è riutilizzare gli avanzi per cucinare nuove pietanze. Ancora, durante la spesa valutare le scadenze dei vari prodotti acquistati, pensando già al mancato consumo che si tradurrebbe automaticamente in uno scarto o chiedendosi se sarà possibile reimpiegarlo in seguito.
Anche preferire il biologico è buona prassi: l’agricoltura biologica contribuisce, infatti, a consumare meno energia e a emettere meno CO2, tagliando i consumi energetici del settore agricoltura e industria alimentare di almeno il 25% rispetto all’agricoltura convenzionale; inoltre, non inquina le falde acquifere perché non utilizza fertilizzanti e fitosanitari di sintesi.
Altre buone abitudini da seguire a Natale sarebbero regolare la temperatura dell’ambiente in base all’utilizzo degli spazi e al numero delle persone presenti e, se si va in vacanza, ricordarsi di spegnere l’impianto di riscaldamento (con il cronotermostato si può inserire la funzione “vacanza” e programmare l’accensione qualche ora prima del rientro) e di staccare tutti i dispositivi collegati alla rete elettrica. Inoltre, con più tempo a disposizione durante le feste, sarà più semplice lasciare l’automobile in garage, usare i mezzi pubblici per spostarsi oppure cogliere l’occasione per fare una salutare passeggiata.
Per concludere, quando possibile l’ideale sarebbe orientarsi verso i regali fai da te. In un mondo di oggetti prodotti in serie, il regalo più personalizzato farà sicuramente la differenza. Un’altra buona idea è cercare nei mercatini dell’usato, che possono offrire prodotti di qualità e di marche rinomate, al posto di girare per ore nei negozi. Vi sono infine una serie di doni sostenibili che si possono scegliere per i propri cari, a partire da creme, deodoranti e detergenti solidi.
Articolo di Gaia Iamundo.