Del: 28 Novembre 2021 Di: Riccardo Garosi Commenti: 0
Vino e cambiamenti climatici, cosa prospetta il futuro?

Se pensiamo agli effetti dei cambiamenti climatici, le prime conseguenze che ci vengono in mente sono gli eventi metereologici estremi, come alluvioni e inondazioni, o gli eventi a insorgenza lenta come l’erosione costiera e la siccità. Tuttavia, i cambiamenti climatici e gli eventi metereologici a essi collegati influiscono su moltissimi aspetti della nostra vita in maniera trasversale, tra cui quello vitivinicolo, un settore decisivo per l’Italia essendo il primo produttore a livello mondiale.

La vite è molto sensibile ai cambiamenti climatici: da anni ormai il periodo della vendemmia risulta diverso rispetto al passato.

La fioritura e la raccolta sono anticipate rispetto a trent’anni fa e le alte temperature estive producono effetti negativi sulla qualità delle bacche e del vino. Un progetto di ricerca interregionale – che coinvolge unibz, Eurac Research, Centro Sperimentale Laimburg ed Università di Innsbruck – sta cercando di capire quello che con molta probabilità avverrà nel futuro, raccogliendo dati sulle reazioni di alcune viti, come quella di Sauvignon Blanc, a periodi di elevate e prolungate temperature in condizioni di diversi regimi idrici.

Purtroppo, gli effetti dei cambiamenti climatici si registrano già in questi anni: tra i più rilevanti per il settore vitivinicolo (e non solo) è stata la siccità che ha colpito il nostro Paese nel 2016. Secondo i dati dell’ISPRA, è caduta il 6% di acqua in meno rispetto alla media climatologica. In provincia di Nuoro sono stati registrati 334 giorni senza pioggia o con precipitazioni pari a 1 mm. Situazioni simili anche nel settentrione. Se da un lato la siccità è stata protagonista in negativo di quella annata, dall’altro anche le forti precipitazioni non sono mancate. Nel novembre del 2016, in Provincia di Genova, sono state registrate 533 mm di precipitazioni e fino a 100 mm in un’ora.

Oltre ai periodi di forte siccità e precipitazioni come già anticipato, secondo alcuni le problematiche maggiori per la viticultura proverrebbero da situazioni metereologiche estreme come le gelate improvvise; una delle conseguenze di tali effetti è lo spostamento dei vitigni verso zone a quote più alte.

Sono stati quindi svolti diversi esperimenti per capire il reale impatto dei cambiamenti climatici sui vitigni. A Bordeaux, per studiare le capacità di adattamento di diverse varietà di uva, il Touriga Nacional e il Tinto Cao portoghesi adesso crescono vicino ai vitigni tradizionali Merlot e Cabernet Sauvignon. Tale esperimento, cominciato circa dieci anni fa da parte dell’Istituto Nazionale per la Ricerca Agraria, è stato pensato per cercare di scoprire i differenti risultati dei vari vitigni colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici.

In ogni caso, al di là dell’effettivo impatto dei cambiamenti climatici, possiamo dire con certezza che già in passato vi sono stati dei risultati poco rassicuranti in termini di produttività. Nel 2003, in Borgogna, vi è stato un crollo della produzione di vino del 30%, mentre in Italia un’annata nera è stata quella del 2017, a causa delle gelate e successivo periodo di siccità.

Le prospettive future non sono certamente migliori. Se venisse confermato l’aumento di temperatura terrestre di 2°C entro il 2050, il 56% delle regioni vitivinicole potrebbe scomparire; per passare all’86% in caso di aumento di 4°C entro il 2100. L’Italia insieme a molti altri Paesi del Mediterraneo sono tra i più colpiti, a beneficio di altre zone a quote più elevate presenti, ad esempio, negli Stati Uniti o Nuova Zelanda, dove si ipotizza anche un raddoppio delle terre coltivate.

Le principali soluzioni sono due: comprendere la capacità di adattamento delle varie tipologie di uve ai cambiamenti climatici e incoraggiare il consumatore a provare varietà diverse in modo da far diversificare la produzione alle aziende e aumentare la capacità di adattamento.

Illustrazione di Michele Bettollini.

Riccardo Garosi
Politico in erba, mi piace parlare di sostenibilità in maniera trasversale. Scrupolosamente attento all'ambiente da far invidia a Greta Thunberg. Grande amante del cibo.

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