Del: 8 Gennaio 2022 Di: Andrea Marcianò Commenti: 1
In Statale il Covid sembra non essere più un problema

Il 3 gennaio 2022, insieme agli auguri di buon anno, il Magnifico Rettore della Statale di Milano ha divulgato una comunicazione ufficiale in cui venivano anticipate le prime informazioni riguardo alle modalità di svolgimento degli esami e della didattica del Secondo Semestre. Successivamente, però, è stato fatto un parziale dietrofront, introducendo nel Decreto rettorale del 7 gennaio nuove regole. Questo a seguito dell’adozione di una circolare da parte del MIUR, senza la quale niente di nuovo sarebbe stato previsto rispetto alla comunicazione del 3 gennaio scorso, in cui erano state confermate le modalità del Primo Semestre, insistendo nel voler riportare la didattica ad una modalità pre-Covid.

Il giorno successivo alla comunicazione del Rettore, martedì 4 gennaio, è un nuovo giorno di record: la pandemia non intende fermarsi, anzi, riconferma l’andamento ormai repentino e preoccupante del dicembre scorso. I nuovi casi di Covid in Italia, a fronte di oltre un milione e duecentomila tamponi, sono quasi 180.000, e nella sola Lombardia se ne contano oltre 50.000, con un aumento ormai evidente e scontato di casi ospedalizzati. La variante Omicron sembra una minaccia ormai concreta che rischia di compromettere totalmente anche la didattica del nostro Ateneo. È infatti impossibile pensare, come auspicato dal Rettore Franzini, a una ripresa delle attività nella maniera simile a settembre e ottobre, quando i casi di Covid erano un numero infinitamente più basso.

Il 7 gennaio, a seguito di una nuova circolare della Direzione Generale del MIUR, il Decreto rettorale a cui abbiamo già accennato (consultabile sul sito di Unimi) ha confermato la fruibilità delle lezioni a distanza, ma soprattutto ha cambiato parzialmente le regole per lo svolgimento degli esami nella sessione di gennaio.

Il cambiamento drastico è avvenuto per quanto riguarda gli esami orali che, fino al 31 gennaio, in via del tutto straordinaria, saranno svolti ordinariamente da remoto (salvo eventuali richieste di deroga che dovranno essere formulate con le medesime modalità previste per le deroghe agli scritti in presenza).

Rispetto allo svolgimento degli esami scritti, invece, l’Università sembra non aver ancora trovato una soluzione. Questi ultimi, infatti, saranno disponibili solo in presenza, con la possibilità di recuperarli per coloro che sono attualmente positivi al Covid o in quarantena, per gli studenti con fragilità e per coloro che risiedono all’estero. Purtroppo, oltre a chi ha la possibilità di accedere alle giustissime deroghe concesse, esiste una grandissima parte di studenti che avrebbe bisogno delle stesse considerazioni. La lista è lunga: pendolari, fuorisede, studenti lavoratori e i famosi caregiver. Parliamo della stragrande maggioranza degli studenti, i quali considerano la didattica telematica come un’opportunità e non come una minaccia all’inclusione universitaria, come invece è vista a quanto pare dal Rettore.

La verità è che in primis la DAD e, in secondo luogo, gli esami online, hanno spesso aiutato moltissimi studenti. Per questo anche UniSì aveva lanciato preventivamente lo scorso dicembre una petizione da oltre 8.000 firme, la quale si impegnava a chiedere al Rettore di permettere a tutti gli studenti e studentesse di lasciare libera scelta alla fruibilità degli esami a distanza per questa sessione invernale. Purtroppo, la petizione non è servita a molto, dato che non ha distolto l’amministrazione dalla propria posizione.

Infatti, prima della suddetta circolare ministeriale del 7 gennaio, la voce di una gran parte degli studenti della Statale non è bastata a determinare la reintroduzione eccezionale degli esami da remoto. Le cose sono cambiate proprio nel momento in cui il MIUR, rendendosi conto della situazione, ha ben deciso di costringere di fatto gli Atenei ad adeguarsi.

Il problema principale sono le contraddizioni che porta con sé la nuova fase pandemica che stiamo vivendo. Se si ha il vaccino si è protetti, e infatti i numeri di oggi, anche se alti, non sono assolutamente preoccupanti come quelli di un anno fa, periodo in cui l’intera Italia, tra l’altro, si trovava in zona rossa. Ma resta comunque un’inevitabile paura nella popolazione che viene sottovalutata, si pensi solamente alla crisi dei tamponi che abbiamo vissuto in queste feste: è la prova confutata che con il Covid non abbiamo ancora imparato a convivere, e per gli studenti di tutta Italia che frequentano la Statale ciò non è da meno.

Basare la didattica e, soprattutto, una faccenda delicata come la modalità di svolgimento degli esami, solo sulle disposizioni del Governo, è una grave mancanza di considerazione e, inoltre, segnala una pesante miopia su quella che è effettivamente la reale condizione degli studenti.

La realtà dei fatti, inizialmente, non è stata considerata per niente, e il Rettore Franzini in questo non è sembrato diverso dai suoi colleghi del resto degli Atenei lombardi, che unanimemente avevano deciso ancora una volta di scavalcare i problemi degli studenti, senza considerarli affatto.

Il Covid esiste, ed è ancora un problema per moltissimi studenti che nel complesso della pandemia non sono per niente considerati: è motivo di stress per tutti coloro che convivono con parenti o amici fragili, per tutti quelli che lavorano e che sono penalizzati da una cattiva cooperazione tra datore di lavoro e Università, quest’ultima in teoria garante della vita studentesca; è motivo inoltre di disagio e angoscia per tutte le studentesse e gli studenti, soprattutto in un periodo come quello della sessione che, come detto, è delicato perché già fonte di ansia. La pandemia purtroppo non è finita, e la paura di essere contagiati o contagiare è ancora uno dei primi problemi con cui gli studenti della Statale hanno inaugurato l’anno nuovo.

È ridicolo parlare di ciò nel 2022, ma la visione di una certa amministrazione dell’Università non sembra aiutare rispondendo alle diverse questioni sollevate: ignora, anzi, un problema così importante e sembra ostacolare le richieste esplicite degli studenti, tutto questo dopo quasi due anni passati dentro un perenne stato di emergenza.

Andrea Marcianò
Classe '99, nato sul Lago di Como, studente in scienze della comunicazione, amante di cinema e televisione. Mi piace osservare il mondo dall'esterno come uno spettatore.

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