Del: 29 Gennaio 2022 Di: Laura Cecchetto Commenti: 0
Yad Vashem e il Giardino dei Giusti

Io darò loro, nella mia casa e tra le mie mura, un monumento (yad) e un nome (shem) migliore che ai miei figli e figlie; io darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato.

Isaia 56,5

Il Giardino di Yad Vashem nasce a Gerusalemme nel 1962 su iniziativa di Moshe Landau per ricordare i Giusti che sono state vittime della Shoah. Il nome del Memoriale significa letteralmente “un monumento e un nome” e ha l’obiettivo di commemorare con un luogo fisico e con un nome tutti coloro che, agendo disinteressatamente, hanno rischiato la vita o l’hanno persa nel tentativo di aiutare gli Ebrei. Esso comprende il Museo Storico dell’Olocausto, dalla caratteristica forma triangolare dotato di dieci gallerie, il Museo d’Arte dell’Olocausto, la Sala della Memoria, la Sala dei Nomi, il Memoriale dei Bambini e la Valle della Comunità.

Inizialmente nato come viale, via via allargato nel corso del tempo, il Giardino dei Giusti ospita il ricordo di persone non appartenenti alla religione ebraica nominati da un’apposita Commissione che, al giorno d’oggi, ha nominato oltre 20mila giusti.

Per loro vengono piantati alberi di carrubo, più volte citati nel Talmud e per questo cari alla tradizione ebraica. Attualmente, data la mancanza di spazio per far crescere rigogliosi gli alberi, vengono eretti Muri d’Onore con scolpiti sopra i nomi.

Sulla scia del Giardino di Gerusalemme, nel mondo sono sorti numerosi Giardini della Memoria: in Italia sono presenti a Firenze, Genova, Milano, Catania, Palermo, Padova; uno a Tunisi, uno a Varsavia, due negli Stati Uniti (Washington, Wilmington). Per ricordare non solo le vittime della Shoah, ma anche quelle di altre persecuzioni, come il Giardino in Bosnia-Erzegovina in ricordo del conflitto bosniaco e quello in Armenia in memoria dell’omonimo genocidio.

In Italia, è stata fondamentale l’azione di Gariwo, acronimo di “Gardens of the Righteous Worldwide”, onlus milanese che dal 2001 è impegnata nella sensibilizzazione e nella tutela dei Giusti, ritenendo tali non solo coloro che hanno aiutato o salvato gli Ebrei durante la persecuzione nazista, ma anche chi nel mondo si è impegnato nel contrastare genocidi, a proteggere diritti e dignità umana, chi si impegna a salvaguardare la memoria di chi è stato o è perseguitato.

Raccontare le storie dei Giusti, che hanno soccorso nel momento del bisogno chi era in difficoltà, è un modo per ribadire che si può (e si deve) intervenire in difesa di un diritto fondamentale, qualora esso venga leso.

È un dovere di tutti conoscere il passato ed onorare la memoria di ciò che è stato per sensibilizzare e impedire, nel proprio piccolo, che la storia si ripeta. Per questo vengono onorati, in occasione del 6 marzo

Rileggere le storie dei Giusti mostra il fondamento concreto della speranza, poiché crea un percorso virtuoso in cui il passato dei genocidi illumina il presente e in cui il rapporto diretto con le sofferenze permette di comprendere meglio quanto è successo ieri.

Dal sito internet di Gariwo
Laura Cecchetto
Scopro il mondo e me stessa con il naso dentro a un libro, rifletto su ciò che mi circonda e prendo appunti. Narro ciò che leggo, e di conseguenza ciò che provo, per relazionarmi con ciò che mi sta attorno, possibilmente con una tazza di tè sulla scrivania.

Commenta