
Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica dove vi consigliamo ciò che ci è piaciuto di recente, tra novità e qualche riscoperta.
Beautiful world, where are you, Sally Rooney (Faber and Faber) – recensione di Giulia Scolari

Alice è una scrittrice con un passato con cui non vuol più fare i conti e Felix è un operaio che da anni ha smesso di pensare al Felix di un tempo. Eileen è un’editrice che si sforza di non essere speciale, ma agli occhi di Simon rimane sempre un vero e proprio miracolo. Le vite di questi personaggi si intrecciano e si completano, una storia raccontata con l’alternarsi tra narrazione diretta ed epistolario. Nelle loro vite si interrogano su errori, difetti e paure; nei momenti di riflessione condividono una visione del mondo improntata sulla bellezza e la ricerca della felicità, che per la generazione di cui Rooney scrive non è più una promessa. Una lettura scorrevole e semplice, forse il migliore libro dell’autrice: un ottimo compendio del meglio di Persone Normali e Parlarne tra amici.
La disciplina di Penelope, Gianrico Carofiglio (Mondadori) – recensione di Matilde Elisa Sala

A causa di un misterioso incidente, Penelope Spada, ex pubblico ministero, è costretta a interrompere la sua carriera, cadendo così in un forte stato di depressione. Quando ormai nella vita di Penelope sembra non esserci via d’uscita dal suo tormento interiore, un uomo la contatta chiedendole di difenderlo, in un caso ormai chiuso, dall’ingiusta accusa per la quale era stato ritenuto colpevole dell’omicidio della moglie. Questa per Penelope sarà un’occasione di riscatto, sia lavorativo che personale, grazie alla quale ritroverà se stessa e uscirà dall’incertezza. Attraverso una scrittura piana, scorrevole e leggera, Gianrico Carofiglio ci trascina nelle pagine di questo enigma, non troppo intricato o articolato, all’apparenza semplice, ma che nasconde una profonda riflessione sull’anima angosciata e oppressa di Penelope. Una donna che, incastrata nel passato, cerca pian piano di ricostruire la propria storia, la quale è, infatti, ancora tutta da scrivere, come testimonia il finale aperto e incerto del romanzo.
Rapaci, Giovanni Pizzigoni (Mondadori) – recensione di Jessica Rodenghi

Cosa accade quando una giovane ragazza socialista partecipa a una manifestazione, ma viene travolta da eventi molto più grandi di lei? Il primo filone narrativo di questo romanzo fanta-politico è la storia di Bianca, che si intreccia in modo indissolubile a quelle degli altri protagonisti. Il Capitano Sforza è un assassino spietato, che gode del suo potere dato dal grado, mentre David Barroso è un ragazzo qualsiasi, che cerca il fratello disperso proprio nella zona in cui il Capitano deve condurre i soldati. Un occhio spietato, umano ma senza filtri ci permette di entrare nelle storie dei tre: non è possibile non essere coinvolti. Il background ucronistico permette di traslare gli eventi in un limbo lontano dal nostro mondo, ma si comprende la sottile ironia che critica l’Italia e l’Europa del nostro decennio. Pizzigoni, in fondo, voleva buttarci nudi sulla neve e mostrarci una fetta di realtà che molto spesso dimentichiamo e, cioè, che il mondo non è bello come sembra e che gli uomini, in fondo, sono sempre degli animali.
Per niente al mondo, Ken Follett (Mondadori) – recensione di Laura Cecchetto

È possibile evitare lo scoppio di una guerra non necessaria? Si può cambiare un futuro tragicamente possibile? L’intrecciarsi di fili narrativi diversi, legati magistralmente l’un l’altro, collega diversi angoli del globo, spinti inevitabilmente, per motivi diversi, verso un punto di non ritorno. Nel Sahara, due agenti segreti mettono a repentaglio la loro vita inseguendo dei terroristi islamici. A complicare il tutto, la loro storia d’amore. Intanto, Kiah scappa dalla carestia e dalla guerra, mettendosi in viaggio clandestinamente verso l’Europa insieme al figlio, con l’aiuto del misterioso Abdul. Dall’altra parte del mondo, la presidente degli Stati Uniti cerca in tutti i modi di allentare le tensioni politiche sempre più frequenti e insidiose, mentre l’ambizioso viceministro dei servizi segreti Chang Kai si scontra contro i vertici comunisti del governo cinese. In un crescendo di pericoli e violenze, la speranza sembra ormai persa. Si può tornare a uno status quo, a quale prezzo?
Il consiglio delle libraie di Colibrì
La sera, il giorno e la notte, Octavia E. Butler (SUR) – recensione di Giorgia Demuro

La mia cosa preferita di questa raccolta sono le postfazioni. Sì, esatto, non singolare ma plurale: alla fine di ogni racconto Octavia Butler si prende uno spazio, di poche righe o qualche paragrafo, per parlare con il lettore, così spiega, chiarisce e illumina dettagli per indicare la strada su cui voleva accompagnarlo. Perché, se è vero che il testo una volta pubblicato appartiene a chi lo legge e non più a chi lo ha scritto, a volte è bello (e utile e importante) farsi guidare. E Butler, da incredibile e brillante visionaria quale era, non dà mai tregua all’immaginazione del lettore. Ogni racconto è una sfida, le bastano poche parole per sbaragliare certezze (ecco un uomo incinto, ecco la parola che scompare e lascia il posto alla violenza) e ribaltare prospettive (cosa chiederesti a Dio per salvare l’umanità?). Crea universi che sono in realtà bersagli per domande precise come frecce, vanno sempre a segno ma nessuno sa rispondere (“Possediamo cinquantamila geni differenti in ognuno dei nuclei dei nostri miliardi di cellule. Se uno tra i cinquantamila geni può stravolgere così tanto la nostra vita ‒ciò che possiamo fare e ciò che possiamo diventare ‒allora cos’è che siamo davvero? Cosa, in effetti?”). È un’antologia caleidoscopica che offre uno sguardo sui temi ricorrenti nella narrativa di Butler (per questo anche un’ottima guida per chi non conosce l’autrice): la sua perenne fascinazione per medicina, biologia e responsabilità individuale, l’essere insieme una donna nera, una scrittrice e scegliere la fantascienza in un mondo che sembra avercela con tutte queste cose.