Del: 2 Febbraio 2022 Di: Arianna Locatelli Commenti: 0
Terre selvagge. Sulle orme del Sommo Poeta

Viaggi, esplorazioni, vagabondaggi. In questa rubrica, un’indagine intorno al movimento e al desiderio di spostarsi e cercare altri luoghi.


È il 1301 e a Firenze salgono al potere i guelfi neri: l’anno successivo Dante Alighieri, esponente della fazione dei guelfi bianchi, riceve una prima condanna per baratteria, un’accusa infondata che il poeta respinge con determinazione. Di lì a poco, a causa della mancata collaborazione del poeta, tutti i beni di Dante vengono confiscati ed egli viene condannato al rogo. Tutte queste vicende rendono inevitabili il sofferto allontanamento della città natale di Firenze e i conseguenti vent’anni trascorsi in esilio.

A poco più di 700 anni dalla morte di Dante, nel cuore del nostro Paese, si sono formati una serie di cammini che ripercorrono i passi del Sommo Poeta durante i suoi anni di esilio, la maggior parte dei quali trascorsi scrivendo La Divina Commedia. Le vie di Dante inserite da Lonely Planet tra i luoghi “Best in Travel 2021 – Sostenibilità” sono luoghi da visitare almeno una volta nella vita, tra meraviglie paesaggistiche, artistiche, culturali e anche culinarie, da assaporare lentamente spostandosi a piedi sui numerosi trekking, in bicicletta lungo la storica Via Faentina, in treno lungo l’antica via ferroviaria Faenza-Firenze o in macchina nell’incantevole entroterra tra Toscana ed Emilia Romagna.

Il percorso principale de Le Vie di Dante è l’itinerario Firenze-Ravenna, cammino che tocca i punti saldi del viaggio dantesco, sette comuni in cui il Sommo Poeta trascorse periodi più o meno lunghi durante i suoi vent’anni di esilio: partendo ovviamente da Firenze si prosegue verso Scarperia e San Piero, Borgo San Lorenzo, Marradi, poi Faenza, Brisighella e infine la città di Ravenna, luogo dove Dante si spense il 14 settembre 1321.

Le due regioni in cui si trovano questi comuni, in occasione della ricorrenza della morte del poeta, hanno fatto squadra collaborando per creare questa rete di itinerari e promuovere un turismo slow che apprezzi la cultura e la bellezza paesaggistica di questi luoghi.

Tappe dell'itinerario Firenze-Ravenna compreso ne "Le Vie di Dante".
Le tappe dell’itinerario Firenze-Ravenna

Borgo San Lorenzo

Tutti conosciamo la notte di San Lorenzo e qui il patrono del borgo è festeggiato con cerimonie religiosi e civili, soprattutto nelle notti stellate di agosto in cui è facile cercare le stelle cadenti che altro non sarebbero che le lacrime del santo. Qui possiamo trovare la Pieve di San Lorenzo, il più grande degli edifici romani del contado fiorentino che al suo interno costudisce alcune importanti opere d’arte come una Madonna con bambino attribuita a Giotto. Meravigliose sono le zone che si estendono intorno al borgo con paesaggi naturalistici di grande bellezza.

Scarpiera e San Piero

Già legati tra di loro in epoca medievale per il dominio dei Medici su queste aree, i due paesi sono dal 2014 un unico comune. Dopo la sconfitta dei feudatari del Mugello, gli Ubaldini, Firenze prese il controllo dei territori della “scarpa dell’Appennino”, da qui il nome del comune oggi tra i “Borghi più belli d’Italia” dove si possono ammirare la torre campanaria e l’antico orologio costruiti da Filippo Brunelleschi.

San Pietro a Sieve è ancora oggi un importante crocevia per l’arte e la cultura anche grazie alla presenza di importanti monumenti come la fortezza di San Martino, voluta da Cosimo I de’ Medici, e il Castello del Trebbio, dal 2013 Patrimonio dell’UNESCO. I due paesi videro infatti un incremento del benessere economico e un conseguente sviluppo delle arti grazie alla costruzione della nuova via verso il Nord che tagliava la zona.

Marradi

Marradi è una cittadina incastonata in una valle dell’Appenino Romagnolo nota per avere dato i natali al poeta Dino Campana. Esiste un simpatico aneddoto sul passaggio di Dante per questo comune: al poeta sarebbe stato rubato il cavallo e alle proteste degli abitanti che si dichiaravano tutti galantuomini Dante avrebbe risposto «Sì galantuomini, ma-radi!». Marradi ha in realtà origini antichissime e fu abitata da Liguri, Etruschi e Celti. Dopo la conquista romana fu costruita poco lontano dal borgo la via Faventina, mentre oggi accanto al borgo corre la ferrovia su cui transita il Treno di Dante. Se si organizzano due giorni in questo pittoresco paesino bisogna inoltre fermarsi ad assaggiare il prelibato frutto del marrone, coltivato in questa zona.

Brisighella

Brisighella è un antico borgo medievale e termale della Valle del Lamone situato sull’Appennino Tosco-Romagnolo facente parte anch’esso dei “Borghi piu belli d’Italia”. Questa cittadina, incastonata nella natura del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, trattiene tra le sue vie antiche e ben conservate un pezzo di storia medievale italiana. La sua fondazione risale al Duecento quando il signore del luogo, Maghinardo Pagani, fece fortificare la cittadina per controllare i traffici tra la Romagna ghibellina e la Firenze guelfa. Dopo aver preso parte alla battaglia di Campaldino in quest’ultima fazione, pasò in un secondo momento dalla parte dei ghibellini di Romagna. Questo campanilismo colpì Dante nel profondo e il Sommo Poeta non mancò di stigmatizzare il comportamento di Maghinardo indicandolo come signore di Imola e Firenze nel Canto XXVII dell’Inferno: «Le città di Lamone e di Santerno conduce il lïoncel dal nido bianco che muta parte da la state al verno»

Faenza

Già citata con la vicenda di Maghinardo Pagani, Faenza è una città di grande importanza per Dante Alighieri che lungo tutti i tre canti della Divina Commedia cita svariati personaggi faentini o comunque connessi alla città. Da Tebaldello, che permise una strage di ghibellini, a Frate Alberigo Manfredi, ultimo dannato dell’Inferno a parlare, Faenza è menzionata anche nel De Vulgari Eloquentia.

Ravenna

In questa meravigliosa città Dante trascorse gli ultimi anni della sua vita. Ravenna è molto presente nella Divina Commedia, citata anche da Francesca in un nostalgico ricordo «Siede la terra dove nata fui su la marina dove ‘l Po discende per aver pace co’ seguaci sui». Dante fu particolarmente grato all’ospitalità del signore di Ravenna, Guido Novello Da Polenta: grazie a lui il Sommo Poeta poté abitare in una casa messa a sua disposizione trascorrendo un periodo sereno di vita e di studio durante il sofferto esilio. Dopo la sua morte Ravenna fu un centro di rilievo del primo Umanesimo, molto frequentata da maestri e letterati protagonisti della prima diffusione e del culto del Poeta.

Oltre al percorso principale, Le vie di Dante sono costituite anche da un insieme di diversi itinerari ubicati in un’area ristretta, che si intrecciano tra loro attraversando gli Appennini Tosco-emiliani, ideali da percorrere anche in pochi giorni. Uno dei più simbolici per le vicende dantesche è sicuramente L’itinerario Paolo e Francesca sulle tracce della famosa storia d’amore tra Francesca da Polenta e Paolo Malatesta raccontata da Dante nel V canto dell’Inferno, nel cerchio dei lussuriosi. Il percorso, affrontabile in bicicletta in un paio di giorni, parte da Ravenna e giunge fino a Cervia, a lungo dominio dei Da polenta per la presenza di importanti saline. Le Vie di Dante offrono quindi la possibilità di attraversare l’entroterra tosco-emiliano seguendo le orme del Sommo Poeta, dedicando un weekend o qualche giorno in più alle meraviglie culturali e paesaggistiche del nostro paese.

Arianna Locatelli
Da piccola cercavo l’origine del mio nome perché mi affascinava la storia che c’era dietro. Ancora oggi mi piace conoscere e scoprire storie di cui poi racconto e scrivo. Intanto corro, bevo caffè e pianifico viaggi.

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