
Netflix è una piattaforma che da sempre si pone l’obiettivo di essere per tutti, di abbracciare e coinvolgere il più ampio spettro di pubblico possibile e riesce a farlo tramite una sovrapproduzione di contenuti per avere prodotti ad ogni tipo di età e gusto personale. Ogni mese Netflix aggiunge in America e nei paesi più grandi del mondo più di cento nuovi contenuti divisi tra originali e licenze esterne (in Italia sono circa una trentina). La sua politica è quella di spingere assiduamente i prodotti più commerciali e quelli con maggiori potenzialità di aumentare gli abbonamenti, mentre lascia più nascosti e nell’ombra film e serie di genere e più autoriali che naturalmente sono meno visti e meno profittevoli per la piattaforma.
Questa scelta non ha permesso a The House, l’ultima perla prodotta e distribuita da Netflix, di essere pubblicizzata a dovere e la possibilità di farsi conoscere anche da un pubblico non avvezzo all’animazione. Il film, animato in stop motion da cinque registi tutti al loro primo film dopo vari cortometraggi, è uscito il 14 gennaio e racconta con uno stile adulto e cupo tre storie antologiche, ma unite da una misteriosa casa che ha trasceso i concetti di tempo e spazio.
La storia E dentro di me, si tessero menzogne è una storia ambientata nell’Ottocento e segue le vicissitudini di una famiglia povera che vive in una piccola casa sulla collina.
Vengono continuamente derisi e criticati dai parenti più ricchi per la loro situazione economica e sociale, ma un giorno il padre viene avvicinato da un misterioso uomo che gli propone, senza volere niente in cambio, di trasferirsi in una nuova bellissima casa costruita da lui. I genitori, insieme alla figlia Mabel di otto anni e la sorella minore nata da poco, accettano l’enorme regalo e si trasferiscono nella speranza di poter uscire da quella povertà avvilente, ma nella casa inizieranno a succedere eventi misteriosi e che faranno crollare l’equilibrio familiare.
La storia È smarrita la verità che non si può vincere è ambientata nel presente e segue un topo antropomorfo impegnato a completare il progetto della sua vita: ristrutturare da solo un’intera casa per poi venderla al prezzo più alto per cambiare vita. Il topo interagisce solo con una donna al telefono con cui sogna di andarsene per sempre e raduna alcuni compratori per mostrare la casa ormai terminata, anche se un’infestazione di insetti lo mette in difficoltà prima dell’incontro. Quando però i visitatori non sono convinti del progetto le certezze del protagonista iniziano a crollare perché per quella casa ha sacrificato tutto e l’infestazione si farà sempre più grande e pericolosa.
L’ultima storia, Ascolta bene e cerca la luce del sole, è ambientata in un futuro imprecisato dove un’alluvione ha fatto sparire quasi tutto il mondo.
La grande casa bianca è una delle poche ancora in piedi e Rosa, una gatta antropomorfa, è la proprietaria. L’ha ereditata dai genitori e sogna di riportarla al suo antico splendore, ma i suoi ultimi due affittuari non hanno soldi per pagarla e tutta la sua realtà sta crollando a pezzi insieme alla sua amata casa. Rosa dovrà scontrarsi con il passare del tempo, decidere cosa fare della sua vita e superare la rabbia emotiva e trovare una soluzione per andare avanti.
The House utilizza gli stilemi classici dei film horror e psicologici, come l’elemento misterioso e pericoloso della casa o le atmosfere cupe e spaventose, solo come pretesto e punto di partenza per diventare un puzzle di storie unite da un elemento comune che riflettono profondamente su temi molto adulti e importanti come la fragilità, l’insicurezza, il peso del proprio passato e la trappola dell’ambizione. Le prime due storie ragionano su come l’essere umano possa cadere di fronte ai beni materiali, alla spasmodica necessità di scalare la piramide sociale e soprattutto come perdere i propri affetti possa portare ad una grave alienazione dalla realtà e perdere l’umanità.
La terza storia è meno Kafkiana e il personaggio di Rosa rappresenta l’ossessione per un passato che non può più coesistere con il presente.
La rabbia e la delusione che prova sono dettati dal non accettare il cambiamento e la sua vita cambia proprio quando supera emotivamente quel muro che da sola ha sollevato per non dimenticare ciò che è stato.
The House è un piccolo gioiello dell’animazione, la scelta della stop-motion lo rende speciale e con una caratterizzazione stilistica che accentua ciò di cui vuole parlare, The House è un film capace di lasciare qualcosa allo spettatore e di coinvolgerlo emotivamente e mentalmente ed è l’ennesima dimostrazione di come Netflix sia capace di produrre questo tipo di prodotto, ma anche la dimostrazione di come non sia in grado di farlo vedere al mondo intero.