Del: 11 Marzo 2022 Di: Marco Fradegrada Commenti: 0
Cina, per la pace o per la guerra

Il conflitto è aperto e continua; la scacchiera è purtroppo pronta. Ora mentre il re muove i propri passi contro l’Ucraina vede alle proprie spalle la rassicurante mano della regina: la Cina. Cosa rappresenta la Cina per la Russia odierna? Rappresenta un colosso mondiale alla pari, se non superiore. Cosa rappresenta per l’ordine mondiale attuale?

Putin e Xi Jinping costituiscono quel binomio politico internazionale accomunato dall’ideale profondamente ricercato di destrutturazione della potenza dominatrice occidentale.

Non è l’unico parallelo tra le due nazioni. Mentre infatti all’Ucraina viene impedito il processo di distaccamento definitivo dalla Russia, nell’area cinese ci troviamo di fronte uno scenario simile. Nel suo libro Fermare Pechino, Federico Rampini (giornalista del Corriere della Sera) intitola un capitolo “Morire per Taiwan?”.

Taiwan è quell’isola, paradiso economico, industriale e tecnologico che da sempre è nel mirino imperiale cinese. Ora sorge spontanea l’equivalenza Taiwan-Ucraina e Cina-Russia, tanto è che l’autore prospettava che lo scontro che avrebbe scosso le fondamenta dell’ordine mondiale attuale potesse essere proprio l’invasione cinese di Taiwan che, con gli Stati Uniti impegnati diplomaticamente con Mosca, avrebbe ora come difensore solo il Giappone.

 Invece la Cina sta a guardare.

Osserva attentamente le mosse americane e forse utilizza il pretesto per prepararsi meglio ad un eventuale futuro scontro. Ci si chiede se dopo Kiev, possa toccare a Taiwan. È vero paradossalmente che probabilmente l’unica potenza che con effetto relativamente immediato potrebbe fungere da freno effettivo al Cremlino è proprio la Cina di Xi Jinping; questa è l’analisi che Thomas Friedman offre sul New York Times di lunedì scorso.

Ora, questa possibilità si prospettava apparentemente auspicabile dopo le parole scambiate da Xi Jinping, Macron e Scholz l’8 marzo. Ma questa stessa analisi appunto, forse soffre di vedute troppo miopi, come è stato dimostrato 24 ore dopo. Lo stesso Rampini da tempo chiede di non cadere nella trappola delle ipocrisie della nazione cinese, cui ministro degli esteri Wang Yi ha sottolineato la persistenza dei legami Cina-Russia, ancora «solidi come una roccia».

Certo, lo stesso Xi Jinping ha affermato di riconoscere la sovranità e l’integrità di tutti i Paesi, chiedendo sforzi per la pace, ma allo stesso tempo chiede all’Occidente di non percorrere la strada delle sanzioni, preoccupata per gli equilibri economici mondiali.

A tal proposito, Pechino ha deciso di valutare opportunità di partecipazione più solida all’interno dei colossi energetici russi, cercando di rassicurare che tali azioni non sono da considerare dall’Occidente come «una dimostrazione di sostegno all’invasione russa in Ucraina».

Per quanto riguarda i rapporti economici che legano Russia e Cina, bisogna riflettere. La Cina è la nazione che da tempo tenta di dar vita ad una struttura economica indipendente dal dollaro, che potrebbe fungere da canale di risorse per la Russia sanzionata. Questo però solo in parte.

Sarà per questo che Pechino chiede l’annullamento delle sanzioni? Come detto in precedenza, Xi Jinping potrebbe avere vantaggi a lungo raggio offerti dal conflitto, per quanto riguarda il progetto di annessione di Taiwan.

Come bisogna prendere e valutare dunque le sue parole ascoltate da Macron, Scholz e con loro il mondo intero? È davvero la pace che ricerca? Sarà nel futuro più prossimo un fedele alleato russo?

Sicuramente le parole e i toni utilizzati per incolpare Nato e Stati Uniti appena 24 ore dopo il colloquio con Francia e Germania rendono molto plausibile questa possibilità; l’accusa lanciata agli Stati Uniti di voler di fatto mantenere la propria egemonia mondiale, si accorda con il sopra citato istinto politico di destrutturazione della influenza occidentale nel mondo, che funge da collante tra Russia e Cina.

Dobbiamo chiederci dunque: sarà Taiwan la prossima? E quale sarà effettivamente il ruolo della Cina in questa guerra?

Marco Fradegrada
Studio filosofia, mi affascina la psicologia, impazzisco per gli aneddoti nelle biografie. Mi interessano le vicende dell'Est europeo, Oriente e Medio Oriente. Ascolto tanta musica, suono e vado matto per i cani.

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