Elizabeth Alexandra Mary diventò Elizabeth II nel lontano 6 febbraio 1952, quando era in Kenya con il consorte Filippo per un viaggio ufficiale. Fu una delle ultime persone del Commonwealth a sapere della dipartita di suo padre, re Giorgio VI, avvenuta a soli 56 anni per trombosi coronarica. Questo disagio fu causato, oltre alla mancanza degli odierni e rapidi mezzi di comunicazione, dalla difficoltà di far giungere l’informazione sino alla savana keniota.
Venne incoronata con una cerimonia sontuosa il 2 giugno 1953, nell’abbazia di Westminster.
Il distacco temporale fra salita al trono e incoronazione fa parte della tradizione: è necessario un periodo di lutto per ricordare il precedente regnante. La cerimonia d’incoronazione costò 4 milioni di dollari e 16 mesi di preparativi. La Regina indossava un vestito di seta bianca su cui erano ricamati gli emblemi dei Paesi del Commonwealth. Sopra l’abito portava il Robe of State, un mantello di velluto lungo più di cinque metri sorretto da sette damigelle d’onore.
L’incoronazione della Regina Elisabetta II fu un’importantissima tappa per la televisione inglese, perchè fu la prima cerimonia reale ad essere trasmessa in TV. Il primo ministro Winston Churchill non gradì la novità, ma la neo regnante ne fu entusiasta. All’epoca la televisione era un bene posseduto dalle persone privilegiate, ma la richiesta di assistere all’incoronazione fu enorme. Durante i preparativi, la BBC lavorò affannosamente per ampliare la copertura e le vendite di televisori aumentarono vertiginosamente. Le stime affermano che ben 20 milioni di persone assistettero alla cerimonia via schermo. Questa data segnò il momento in cui la televisione divenne il principale mezzo di intrattenimento nel Regno Unito.
In questo modo si diede inizio ufficialmente all’era della regina Elisabetta II.
Essa era diventata sovrana di sette stati indipendenti del Commonwealth: Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Pakistan e Sri Lanka. All’inizio del suo Regno, la Regina partì col marito per un lungo viaggio intorno al mondo dalla durata di sette mesi. Nel suo tragitto visitò l’Australia e la Nuova Zelanda, diventando la prima sovrana a visitarli. La Regina nel corso del suo regno divenne nota per la frequenza dei suoi viaggi, diventando il Capo di Stato che ha viaggiato di più nella storia.
Nel 1956 Elisabetta II affrontò un momento critico, la crisi di Suez. Regno Unito, Francia e Israele cercarono di occupare militarmente il canale di Suez, ma fu una bruciante sconfitta per le tre Nazioni. L’Egitto si oppose all’occupazione e l’Unione Sovietica minacciò di entrare in guerra al loro fianco insieme agli statunitensi. Temendo l’allargamento del conflitto, i tre Stati si ritirarono. Questa è una battaglia dal particolare valore storico, perché il Regno Unito non invase mai più un Paese dal punto di vista militare senza avere l’avallo politico degli Stati Uniti. Per molti questa fu la fine dell’Impero Britannico. Tra gli anni ’60 e ’70 ci fu un’accelerazione del processo di decolonizzazione in Africa e nei Caraibi, in quegli anni più di 20 Stati ottennero l’indipendenza dal Regno Unito.
Nel 1981 la Regina sopravvisse a due attentati. Il primo avvenne il 13 giugno: mentre la sovrana guidava il corteo del Trooping the Colour, furono sparati sei colpi di arma da fuoco. Fortunatamente si trattò di colpi a salve. Il diciassettenne Marcus Sarjeant venne riconosciuto colpevole e condannato a cinque anni di prigione, di cui ne scontò tre. Il secondo avvenne il 14 ottobre a Dunedin, in Nuova Zelanda. Un colpo di fucile al quinto piano di un immobile attentò alla vita della sovrana, che stava scendendo da una limousine. L’attentatore era ancora un diciasettenne, Christopher John Lewis, che fu condannato solo per possesso illegale di arma da fuoco. Dalle indagini si capì che le probabilità di togliere la vita alla sovrana con quel colpo erano state quasi nulle.
Gli anni Ottanta della Regina Elisabetta II furono anche motivo di gioia. La sovrana inglese e il Presidente americano Ronald Reagan in quegli anni iniziarono la loro amicizia: quest’ultimo ebbe l’onore di essere ospitato nel 1982 al Castello di Windsor.
L’evento del decennio per la monarchia inglese, però, fu il matrimonio fra Carlo, Principe di Galles ed erede al trono, e Diana Spencer, celebrato il 29 luglio 1981.
Diana portò una ventata di aria fresca nella Corona inglese, come dimostrarono le novità che la sua figura introdusse. Per esempio, fu la prima donna facente parte della Royal Family ad aver avuto un lavoro, prima di sposarsi. Oltre a ciò, Lady Diana si rifiutò di promettere obbedienza al marito durante i voti nuziali, che per i matrimoni reali sono storici. I principi Carlo e Diana ne discussero con l’arcivescovo prima delle nozze, alla fine si diede ragione alla futura sposa. Constatarono che quel verbo dava un’aria obsoleta alla Corona britannica, si decise quindi di eliminarlo. La felicità dei due coniugi durò molto poco e dopo anni di sofferenza Elisabetta II intervenne. Scrisse al primogenito e alla nuora verso la fine del dicembre 1995, affermando che la relazione si sarebbe potuta troncare col divorzio. Un anno dopo la separazione, il 31 agosto 1997, Diana morì in un incidente stradale avvenuto sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi. Lady Diana era molto amata non solo dal popolo britannico, ma in tutto il mondo. Venne considerata come la principale vittima di un matrimonio che non aveva mai avuto basi solide per poter essere felice.
La famiglia reale in quel periodo vide la propria reputazione calare.
Elisabetta II, infatti, cercò di tenersi il più lontano possibile dal pubblico, per proteggere i nipoti rimasti orfani di madre dall’assalto dei media. Oltre a ciò, ci fu il rifiuto di issare la bandiera a mezz’asta sopra Buckingham Palace in onore della Principessa defunta. Elisabetta II cercò di placare il malcontento del popolo facendo trasmettere un messaggio televisivo rivolto alla nazione. In questa occasione la Regina espresse la sua ammirazione per Lady Diana e i suoi sentimenti di nonna nei confronti dei figli rimasti orfani. Dopo il messaggio, gran parte dell’ostilità nei confronti della Famiglia Reale, soprattutto nei confronti della Regina, iniziò a scemare.
Il 2002 fu l’anno dei festeggiamenti per il suo Giubileo d’oro, che venne festeggiato con eventi in larga scala in tutto il Commonwealth. Tuttavia, questo fu un anno doloroso per la Regina, in quanto perse sua madre e sua sorella Margaret, contessa di Snowdon.
Fino a non troppo tempo fa molti pensavano che dopo la morte della sovrana il trono sarebbe passato direttamente al nipote William, figlio del Principe Carlo e della defunta Diana. Carlo, infatti, dopo il matrimonio fallimentare con Diana e le sue seconde nozze con Camilla Shand, ha avuto un calo di popolarità. La Regina Elisabetta II, però, in occasione del suo Giubileo di platino, ha espresso il desiderio che Camilla abbia il titolo di “regina consorte” una volta che il principe Carlo diventerà re, succedendole. Camilla Shand ha mostrato nel corso degli anni di essere la moglie perfetta per l’erede al trono Carlo, formando una delle coppie più stabili della monarchia inglese.
Il 2022, ricorrendo i 70 anni di regno della sovrana, sarà costellato da una serie di eventi che vedranno la Regina britannica come assoluta protagonista.
I festeggiamenti ufficiali avranno inizio sabato 2 giugno e proseguiranno fino a domenica 5. In quei giorni saranno aperte al pubblico le residenze reali e si potrà ammirare l’abito dell’incoronazione avvenuta nel 1953, al Castello di Windsor. Il 2 giugno ci sarà l’iconica Trooping the Colour, la tradizionale parata militare della fanteria britannica, risalente al XVII secolo. Nello stesso giorno si terrà il Platinum Jubilee Lighthouse: in questa occasione verranno accese simultaneamente 1.500 fiaccole nel Regno Unito e in tutti i paesi del Commonwealth. Il 3 giugno presso la Cattedrale di St. Paul a Londra si terrà una cerimonia di ringraziamento, mentre il giorno successivo, davanti a Buckingham Palace, avrà luogo un grande concerto dal vivo.
La sovrana ha inoltre inaugurato un progetto, Queen’s Green Canopy: esso ha l’obiettivo di incoraggiare i suoi sudditi a piantare un albero per il Giubileo. Grazie a ciò si stima che gli alberi piantati sono già a quota 60mila.
Elisabetta II nel periodo trascorso al trono ha affrontato un’epoca di cambiamento, accompagnando il suo popolo dalla Seconda Guerra Mondiale fino al giorno d’oggi, rimanendo un punto di riferimento ineguagliabile. In settant’anni di regno, ha incontrato quasi tutti i leader possibili: Presidenti, Capi di Governo e Imperatori, ma anche astronauti e celebrità, oltre a ben sei Papi.