Del: 29 Aprile 2022 Di: Riccardo Garosi Commenti: 1
La grande sfida delle comunità energetiche

Tra le grandi sfide globali contemporanee non può mancare quella legata ai modi di produzione più sostenibili. Gli effetti di un principio economico basato sulla massimizzazione del profitto hanno provocato uno squilibrio sociale, economico ed ambientale che ci portano a ripensare il nostro modo di vivere. Anche per questo motivo sono nate le Comunità Energetiche, su impulso di molti attori privati, pubblici e degli stessi cittadini, che sono i protagonisti di questo rinnovamento. Molti cittadini nel mondo si stanno unendo al mercato dell’energia come prosumer, ossia un utente che non si limita al ruolo passivo del consumatore (consumer), ma diventa anche parte attiva del processo produttivo (producer).

Le forme di prosumption possono essere attuate attraverso le comunità energetiche (CE), ossia una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali.

L’obiettivo principale è quello di fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri, piuttosto che dare la priorità al profitto economico come una società energetica tradizionale.

Negli ultimi anni, in Italia, si è deciso di dare una spinta decisiva al tema del consumo energetico attraverso il superbonus del 110% presente nel Decreto Rilancio, che introduce una detrazione pari al 110% delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche sugli edifici, sostenute dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021.

Oltre alle agevolazioni fiscali (come il superbonus), altri benefici economici riguardano il risparmio in bolletta e il guadagno sull’energia prodotta, mentre sotto l’aspetto ambientale il beneficio maggiore è quello legato alla riduzione di CO2, infatti dal 1800 ad oggi la concentrazione di CO2 in atmosfera è aumentata considerevolmente (oltre 400 ppm) a causa delle molte attività antropiche e dell’uso di combustibili fossili come il petrolio.

Tra le comunità energetiche presenti in Italia è presente È nostra, una cooperativa milanese.

L’energia di cui si serve È nostra proviene esclusivamente da impianti rinnovabili quali fotovoltaici, eolici e idroelettrici a basso impatto ambientale, un altro fattore importante partecipazione attiva del cittadino alle scelte energetiche che compie la cooperativa.

Infine, un fattore importante da tenere in considerazione è il bilanciamento con altri diritti e interessi che potrebbero entrare in conflitto. Sebbene la riduzione ed efficientamento energetico sia uno degli obiettivi primari dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, è necessario considerare anche altri diritti o interessi che potrebbero entrare in contrasto, come il diritto di ogni singolo cittadino al proprio sostentamento alimentare attraverso la coltivazione dei propri campi, e quindi l’impossibilità di costruire in quello stesso campo, ad esempio, pannelli fotovoltaici o impianti eolici. Lo stesso discorso è replicabile in luoghi dove sono presenti vincoli paesaggistici o storici. In questi casi, sarà decisivo il ruolo del legislatore che dovrà bilanciare (talvolta) interessi e diritti di medesimo rango costituzionale.

Riccardo Garosi
Politico in erba, mi piace parlare di sostenibilità in maniera trasversale. Scrupolosamente attento all'ambiente da far invidia a Greta Thunberg. Grande amante del cibo.

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