Del: 22 Maggio 2022 Di: Laura Cecchetto Commenti: 2
Il catastrofico State of Global Climate 2021

I risultati dell’ultimo studio della WMO (World Meteorological Organization) sono allarmanti: il nostro pianeta sta mutando, drasticamente e in peggio, sotto i nostri occhi; gli ecosistemi e le comunità globali sono sempre più devastate e in pericolo. Bisogna agire al più presto, o non ci sarà via di ritorno né per il futuro dell’umanità né per il pianeta stesso.

L’analisi dello State of the Global Climate 2021 pone l’accento sulle problematiche legate ai seguenti fattori.

Nel 2020, la concentrazione di gas serra ha raggiunto nuovi preoccupanti picchi, che sono ulteriormente aumentati nel 2021. Il buco nell’ozono al di sopra dell’Antartide ha raggiunto la larghezza di 24.8 milioni di km2.

Nel 2021 la temperatura media globale è aumentata di circa 1,11°C rispetto ai livelli pre-industriali (1850-1900). Gli anni dal 2015 al 2021 sono ritenuti i più caldi di sempre, con picchi di 54.4°C nella Death Valley (California, USA) e 48.8°C a Siracusa (Sicilia, Italia).

Il livello medio degli oceani ha raggiunto un nuovo record (in negativo), aumentando di 4,5 mm all’anno nel periodo tra il 2013 e il 2021, con consistenti danni agli ecosistemi costieri. Esso è conseguenza principalmente dello scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, ma anche dell’espansione termica dell’acqua dovuta al suo riscaldamento. Infatti, circa il 90% del calore accumulato sulla Terra viene immagazzinato dagli oceani. Negli ultimi due decenni l’esponenziale innalzamento della temperatura dei mari è stato preoccupante, soprattutto ai livelli più profondi. Inoltre, i nostri mari assorbono circa il 23% delle emissioni di CO2 proveniente dall’atmosfera, causando l’acidificazione degli oceani. Se il pH degli oceani diminuisce, diminuisce di conseguenza anche la loro capacità di assorbire anidride carbonica.

Inoltre, è stata registrata un’accelerazione nello scioglimento dei ghiacciai, soprattutto a causa delle ondate di calore. La Groenlandia ha visto un’eccezionale disgelo durante il periodo di agosto e precipitazioni mai registrate prima alla Summit Station, punto più alto della calotta glaciale.

Gli eventi climatici estremi sono diventati, purtroppo, all’ordine del giorno. Si registrano sempre più frequenti precipitazioni estremamente abbondanti con nubifragi e inondazioni, frane e smottamenti, tempeste di sabbia e siccità, incendi, ondate di caldo e di freddo, cicloni e tempeste. Da un lato, l’uomo si sente impotente davanti alla forza della natura, dimenticando che è egli stesso causa dei propri mali in ambito ambientale.

Questi eventi ad alto impatto non hanno solo conseguenze disastrose, nel breve e lungo periodo, sull’ambiente.

Si parla anche di ripercussioni a livello sociale ed economico, causando danni economici per vari miliardi di dollari, insicurezza alimentare, disagi a livello umanitario e sfollamento della popolazione, malnutrizione e denutrizione, a cui si aggiungono la distruzione e la degradazione degli ecosistemi, che va ad inficiare il benessere e la stabilità della vita umana. La prospettiva non è delle migliori, ma c’è ancora (poco) tempo per agire di conseguenza, salvaguardando il nostro pianeta e i suoi abitanti, uomo compreso. Il COP26 sarà l’evento cardine per determinare una volta per tutte delle strategie efficaci per arrivare ad uno stile di vita sostenibile a livello in primis ambientale, in secundis sociale ed energetico, puntando soprattutto su investimenti nelle energie verdi rinnovabili, abbandonando il vicolo cieco dei combustibili fossili.

Laura Cecchetto
Scopro il mondo e me stessa con il naso dentro a un libro, rifletto su ciò che mi circonda e prendo appunti. Narro ciò che leggo, e di conseguenza ciò che provo, per relazionarmi con ciò che mi sta attorno, possibilmente con una tazza di tè sulla scrivania.

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