Del: 13 Maggio 2022 Di: Giulia Maineri Commenti: 0
Se ti ritrovi a testa in giù

Alcune volte il verso non conta. Le frasi e le parole palindrome restano le stesse se lette da destra verso sinistra o viceversa. I topi non avevano nipoti. Una sfera non cambia mai configurazione, in qualunque verso la si ruoti. Gli 8 e gli 0 mantengono il loro valore se li si capovolge. Ruotando la clessidra, la sabbia inizia a cadere in modo identico, che si tratti di un lato oppure di quell’altro. 

Ma non tutte le strade del mondo sono a doppio senso. Non tutte le reazioni chimiche sono reversibili. Non tutte le giacche sono double-face. In molti casi si cerca di trovare un verso in cui andare, il verso “giusto”. 

La maglietta con le cuciture visibili è al contrario, un imbuto con la bocca larga sotto è da ruotare, una mascherina con il ferretto sul mento non è indossata correttamente. Un volto disposto sottosopra ci confonde, tanto da dare vita al cosiddetto “effetto Thatcher”

Non è nulla che riguardi strettamente né Adele, né l’ex-presidente statunitense, né tantomeno la Lady di Ferro inglese. Si tratta piuttosto di un fenomeno che avviene nel cervello umano, legato al modo in cui le informazioni sui volti vengono elaborate. 

Se nel caso di un soggetto figurativo come un ritratto è difficile sbagliarsi, in altre situazioni capire quale sia il verso giusto è più complicato. Un dipinto astratto come può essere un quadro di Klee o di Pollock in quale direzione va appeso? Ci sono situazioni ambigue anche per forme distinte, come quella di un albero: un dipinto di Georgia O’Keeffe raffigurante un pino giallo è stato appeso a testa in giù al Wadsworth Atheneum di Hartford per dieci anni prima che qualcuno si accorgesse dell’errore. In fondo, il sopra e il sotto sono faccende convenzionali.

Il problema del “verso” in cui appendere un’opera, guardare una fotografia o disporre un’immagine nasce in epoca moderna, da quando le illustrazioni diventano mobili. Un affresco di Giotto è fisso al muro e a nessuno sarebbe mai venuto in mente di ruotare la testa per ammirarlo. Oggi però, sullo schermo di un cellulare, di un computer o di un tablet, tutto si può girare e tutto diventa interpretabile. Con buona pace degli artisti, al fruitore è lasciata la possibilità di osservare l’opera dal punto che preferisce. Perfino un episodio della Vita di Cristo della Cappella Scrovegni di Padova. 

Cosa succede se si cambia punto di vista? Se si guarda il mondo a testa in giù?

Tutte le metropolitane diventano evviva, se si vuole esultare, o tungsteno, se si vuole costruire una lampadina a incandescenza. Tutti i voti appena sufficienti diventano quasi il massimo. I lampadari si agganciano al parquet e sui soffitti si stendono i tappeti.

I rami dell’albero si trasformano nelle sue radici. Piccole e uggiose goccioline di pioggia diventano un gioioso gruppo di palloncini colorati. Una pista da sci diventa una montagna da scalare. Olaf si scioglie, diventa un falò. La bandiera della pace diventa simbolo del movimento LGBTQ+

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Cambiare punto di vista può far bene, portare una ventata di aria nuova e stimolare la fantasia. Trasformare qualcosa di comune e banale in qualcosa di buffo. Ad esempio, in questo cartello di avviso riguardo gli accorgimenti anti-covid…sembra proprio esserci un uomo con la mascherina. 

E se invece fosse un sorridente fungo un po’ appuntito? 

A volte può non essere una cattiva idea guardare le cose con una prospettiva diversa, invertire il senso di marcia. Ma non provateci in autostrada. 

P.S. Sì, è la stessa immagine di poche righe sopra, soltanto ruotata di pi greco…

Giulia Maineri
Instancabile curiosona, ho sempre una domanda sulla punta della lingua. Leggo di tutto e di tutti per capire chi sono. Coltivo la passione per la storia dell'arte per capire chi siamo. Studio fisica per rispondere ai come. Esploro il mondo in un’esasperata, ma entusiasmante, ricerca dei perché.

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