Del: 22 Giugno 2022 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 0
Giornata Mondiale degli Oceani. Rivitalizziamo il Pianeta Blu

L’8 giugno, come ogni anno, si è celebrata la Giornata Mondiale degli Oceani (World Oceans Day). Proposta nel 1992 durante l’Earth Summit, la Conferenza Mondiale di Ambiente e Sviluppo, di Rio de Janeiro e ufficialmente riconosciuta dall’ONU nel 2008, questa Giornata è ritenuta un’occasione davvero preziosa per capire l’importanza dei nostri oceani, i benefici che portano al pianeta e quanto dobbiamo ancora imparare a tutelarli, impegnandoci ogni giorno di più. 

Il tema scelto dall’ONU per l’edizione 2022 di questa Giornata è stato «Rivitalizzazione: azione collettiva per gli oceani». L’obiettivo principale degli organizzatori è quello di denunciare quanto le azioni dell’uomo stiano impattando sui nostri oceani e in che modo si dovrebbero invece migliorare i propri comportamenti, adottando anche uno stile di vita più sostenibile e rispettoso dell’ambiente circostante.

Gli oceani sono infatti il polmone della Terra: l’ONU ha stimato che per quasi tre quarti la superficie terrestre è coperta da oceani che contengono il 97% dell’acqua presente sulla Terra e rappresentano il 99% di spazio occupato da organismi viventi. Ospitano anche l’80% della biodiversità mondiale, da cui dipende il sostentamento di più di tre miliardi di persone, di cui le specie identificate sono ben 200.000, anche se i numeri reali potrebbero aggirarsi intorno ai milioni. 

Producono il 50% dell’ossigeno presente nell’atmosfera e, al tempo stesso, assorbono circa il 30% dell’anidride carbonica da noi prodotta, riducendo così l’impatto del riscaldamento globale ma causando anche una maggiore acidificazione delle acque.

Le conseguenze delle attività umane stanno diventando estremamente pericolose.

Gli habitat naturali e le riserve ittiche si stanno pian piano esaurendo; l’innalzamento delle temperature sta portando a risultati disastrosi, come l’innalzamento del livello medio degli oceani causato principalmente dallo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari. 

Inoltre, come ricorda in un articolo la rivista National Geographic, l’inquinamento ormai da qualche anno è arrivato a colpire i nostri oceani in molti e diversi modi che, col passare del tempo, stanno distruggendo e rovinando sempre di più l’intero ecosistema marino: l’inquinamento luminoso, che ha causato l’alterazione dei cicli di riproduzione, migrazione e alimentazione degli animali che popolano i mari, quello acustico, spesso sottovalutato, ma ugualmente allarmante, giungendo infine al tema, mai troppo ridondante, dell’inquinamento da plastica. La World Bank ha stimato che entro il 2050 si produrrà il 70% di plastica in più, generando dunque un numero maggiore di rifiuti che, probabilmente, finiranno proprio nei nostri mari . 

Un fatto allarmante è sicuramente quello dell’inquinamento chimico, dato dal consumo intensivo di sostanze come pesticidi, detersivi, petrolio o benzina e dal sistema delle cosiddette navi “a perdere”, fenomeno che interessa proprio il Mar Mediterraneo. 

Pochi sanno dell’esistenza di questo espediente, utilizzato in realtà nel Mediterraneo da oltre quarant’anni.

Sono navi appositamente create per simulare dei naufragi e disperdere sui fondali rifiuti tossici e chimici, creando in questo modo delle vere e proprie discariche marine. Un traffico ovviamente illegale sul quale si sta cercando di indagare più a fondo, grazie anche all’aiuto di Legambiente e WWF

Tanti, troppi problemi stanno colpendo gli oceani e noi, abitanti della Terra, dovremmo preoccuparcene di più, dando il nostro contributo attivo. Cerchiamo di raggiungere i traguardi che l’ONU, nel programma d’azione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, si è fissata nell’Obiettivo 14: ridurre l’inquinamento marino entro il 2025, combattendo l’acidificazione; tutelare l’ecosistema marino, regolando la pesca e preservando almeno il 10% delle aree costiere e marine; aumentare la conoscenza scientifica, informandosi maggiormente. 

Non si può pretendere di cambiare di punto in bianco il proprio stile di vita, ma si può certamente migliorare partendo dalle piccole cose, soprattutto ora con l’estate alle porte. Si dovrebbe cercare di ridurre gli sprechi, riciclando e rispettando la raccolta differenziata, utilizzando meno plastica e più prodotti ecosostenibili, non lasciando i rifiuti in spiaggia perché tanto poi finiranno nelle acque.

Sembra un po’ un paradosso che piaccia così tanto andare al mare ma che, nel nostro mondo, non lo si rispetti minimamente. L’acqua e gli oceani sono un bene prezioso e, se si ama il Pianeta in cui si vive, bisogna tutelarne ogni piccola risorsa, non solo durante le celebrazioni mondiali, ma ogni giorno.

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Amo i gatti, il Natale e la neve, viaggiare, specialmente se la destinazione è New York, leggere e immergermi ogni volta in una storia diversa. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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