Con l’avvento improvviso e inatteso delle elezioni politiche, è ritornato al centro del dibattito pubblico il timore legato ai programmi elettorali dei partiti di centrodestra, al momento favoriti dai sondaggi. Il Washington Post in particolare ha descritto i favoriti, ovvero Fratelli d’Italia e la Lega, come dei partiti “post-fascisti”, che “non sono fascisti ma nemmeno non fascisti”, una definizione che rende bene l’idea dei motivi per cui questo scenario desta in molti una certa preoccupazione, tanto a livello nazionale quanto internazionale.
Del resto, pure a livello globale stiamo lentamente assistendo allo sviluppo di una destra sempre più estremista, che fa del conservatorismo spinto, del protezionismo economico e dell’isolazionismo geopolitico i principali cavalli di battaglia; basti pensare alle politiche assunte dai repubblicani in America, oppure all’est dell’Europa, dove Ungheria e Polonia sono governate da governi di destra, con svolte talvolta autoritarie.
Ma dov’è finita la destra liberale, laica ed atlantista? Perché stiamo assistendo a una simile evoluzione (o involuzione) politica? Abbiamo scelto di porci queste domande con l’onorevole Elio Vito, già ministro e deputato per 30 anni, fino a poco tempo fa membro storico di Forza Italia, dimessosi a seguito dell’alleanza tra il suo ex partito e Casapound per le elezioni amministrative a Lucca. In Italia è ormai uno dei pochi esponenti di centrodestra che abbiano scelto di opporsi apertamente a questa trasformazione politica, battendosi tanto per i temi civili, come la legge contro l’omotransfobia, quanto per altri temi, quali le ingerenze vaticane nella politica italiana e, per l’appunto, l’antifascismo.
Lo scenario politico globale sembra sempre più polarizzato, in particolare con una destra sempre più sovranista e conservatrice. Esiste ancora un centrodestra liberale e moderato in Italia?
Temo proprio di no. Negli ultimi anni la coalizione di centrodestra è diventata a mio avviso una coalizione di “destra-destra”, con il definitivo assorbimento di Forza Italia nelle tematiche sovraniste. Eppure io continuo a credere che una destra liberale, riformatrice, europeista, atlantica, antifascista sia necessaria anche in Italia. Ma purtroppo oggi non c’è, bisognerà guardare altrove.
Durante la sua attività politica ha dimostrato una certa sensibilità verso i diritti sociali, dunque immagino abbia seguito con interesse gli sviluppi in tale ambito in America. Si può parlare di una regressione sociopolitica? Se sì, a cos’è dovuta?
I diritti civili non vanno mai dati per acquisiti, vanno difesi e ne vanno conquistati di nuovi, per la natura mutevole della società. Credo che questa consapevolezza oggi sia molto diffusa, soprattutto sui giovani. Detto questo, secondo me ha ragione, c’è il rischio di una regressione sociale, dovuta anche all’influenza e all’ingerenza religiosa nelle scelte legislative degli Stati, che dovrebbero invece essere laiche.
Tornando in Italia, con le prossime elezioni molti temono, in caso di vittoria della destra, una contrazione dei diritti sociali e civili nel nostro Paese, oltre che un rischio per la nostra democrazia. C’è da preoccuparsi?
A mio modo di vedere, prima di preoccuparsi occorre occuparsene, contrastando alle elezioni questa destra e la sua possibile deriva. Indubbiamente i suoi contenuti e programmi rappresentano una vera e propria minaccia sul terreno dei diritti civili e sociali. Rischiamo di essere tutti meno liberi e di avere meno diritti.
Parlando della recente crisi di governo, sembra evidente il dualismo tra populismo e realismo politico. Dall’interno delle istituzioni, come vede questa “partita politica”?
Il populismo rappresenta l’esatto contrario della buona politica, che deve essere confronto sui contenuti e rispetto degli avversari. Il populismo sfrutta le paure, non offre soluzioni, ma cerca la scorciatoia dell’uomo o della donna forte e sola al comando.
Visto che siamo in clima elettorale, quali saranno le prossime sfide per i partiti liberali, atlantisti e progressisti, anche in relazione a sovranismo e populismo?
È necessario battere la destra, mi auguro non prevalgano personalismi nel campo progressista che finirebbero per indebolirlo. Con Draghi l’Italia aveva ritrovato una guida autorevole e saldamente ancorata al patto atlantico; d’altronde, lo hanno fatto cadere anche per questo. La destra di Berlusconi, Meloni, Salvini guarda ormai a Putin, a Orban in Ungheria ed a Vox in Spagna. Non va bene, non possiamo permettere che prevalga.