Del: 28 Agosto 2022 Di: Luca Pacchiarini Commenti: 0
tDa rivedere per la prima volta. Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto

La situazione politica dell’Italia nella prima metà degli anni ’70 è decisamente calda e vibrante: si è dopo il ’68 e i partiti politici di sinistra e destra si scontrano faticando nel creare governi stabili, gli atti di terrorismo politico sono in aumento, sia nelle frange di destra che di sinistra.

Tutto ciò è stato colto prontamente e molto efficacemente nel cinema con grandi capolavori come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e La classe operaia va in paradiso, che risalgono agli anni 1970 e 1971; sempre di questi anni sono Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, Il delitto Matteotti di Vancini, Mimì metallurgico ferito nell’onore, Tutto a posto niente in ordine di Lina Wertmüller e molti altri.

Proprio un film di quest’ultima regista è particolarmente interessante, sia per la grande qualità dell’opera, sia per l’originalità delle modalità con cui la storia avviene. Uscito nel 1974, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto è uno dei film più famosi della regista e uno dei suoi capolavori, un successo alla sua uscita, un cult come pochi, contorto e scandaloso per i tempi, sicuramente geniale e coraggioso.

Il film è ambientato in una calda estate in cui un gruppo di ricchi e viziati borghesi passa le giornate su uno yacht nel Mediterraneo, e tra loro la più saputella, logorroica e saccente è Raffaella Pavone Lanzetti. Questa ricca donna dai capelli sempre in piega passa i pomeriggi tra lamentele, commenti sulla situazione politica, frecciatine più o meno velate e modi per evidenziare il proprio rango sociale. Sullo stesso yacht lavora Gennarino Carunchio, grezzo marinaio siciliano, fervente comunista che disprezza i borghesi, ma che è costretto a servirli per poter ricevere uno stipendio. A seguito di un guasto al motore di un gommone su cui questi due navigavano, la coppia si ritroverà isolata da tutti e da tutto, finendo su un’isola sconosciuta da qualche parte del Mediterraneo.

Qui i ruoli sociali verranno invertiti: capace solo di lamentarsi, Raffaella sarà costretta ad elemosinare cibo e riparo da Gennarino che, in grado di cavarsela in tale situazione di sopravvivenza senza problemi, si vendicherà di tutte le angherie subite, maltrattandola, sfruttandola, violentandola, seducendola.

Tra i due però scatta una fortissima storia d’amore, che consente loro di apprezzare la situazione particolare in cui si trovano, preferendola al mondo fuori dall’isola. Tuttavia, Gennarino vuole verificare l’amore di lei, quindi decide di farsi vedere dai soccorsi per tornare alla civiltà per vedere se anche lì lei lo vorrà. Ma arrivati al porto, nonostante l’amore di lei sia forte e intenso, quest’ultima decide di rimettersi con il marito ricco borghese e tornare al suo rango.

Raffaella e Gennarino, protagonisti di un film di Wertmuller

Un primo fattore interessante sono i due personaggi protagonisti, per la stragrande maggioranza del tempo gli unici due presenti. Raffaella è interpretata magistralmente da Mariangela Melato e Gennarino da Giancarlo Giannini; la coppia Giannini-Melato non era nuova, erano già stati insieme con successo in due precedenti film (Mimì metallurgico ferito nell’onore e Film d’amore e d’anarchia), tuttavia mai come in questa pellicola i due sono stati così legati, isolati, così intimi e erotici. Il loro rapporto è prima di odio e disdegno reciproco, riempiendosi più volte di insulti e botte, ma con l’arrivo del sentimento d’amore i due diverranno passionali, dolci e sinceramente innamorati. Non bisogna però pensare che la loro storia d’amore sia il classico crogiolo di dolcezza e sentimento, bensì è più intricato di così: inizialmente Gennarino fa sempre prevalere la sua forza, picchia e maltratta Raffaella continuamente, con modalità puramente maschiliste.

Per comprendere meglio basta guardare questa sequenza in cui i ruoli sociali si invertono.

È sicuramente una scena forte, soprattutto per i tempi, la violenza ed un uso così ampio di parolacce stranisce ancora oggi, il rapporto contorto dei due confonde lo spettatore. Infatti, molto variegato è lo spettro delle sensazioni che si provano con Travolti da un insolito destino: il fastidio per il continuo parlare di lei, lo sdegno per la violenza maschilista di lui, ma anche un certo gusto comico che la pellicola più volte mette in scena insieme ad un voluto erotismo. I due sono in costume per praticamente sempre, Giannini e la Melato sono molto belli e sexy, ma anche in questo lato volutamente provocatorio vi è un substrato ambiguo provocato dai loro ruoli sociali; piano piano però, con il venir meno di questi ruoli, anche tale ambiguità diminuisce lasciando spazio ad un amore sincero e puro.

In un’intervista su repubblica Lina Wertmüller disse: «Il film è un incontro di due persone che si ritrovano al di fuori della società, dei loro ruoli sociali, e come tali si possono amare; ma appena ritornano le strutture sociali l’amore fa difficoltà ad esserci.»

Difficilmente si può riassumere meglio un’opera come questa, una coraggiosa parodia della destra e della sinistra ambientata in alcune delle bellissime isole sarde, brillante critica sociale che sconcerta e fa sorridere in un film incredibile sotto ogni punto di vista. Con questa pellicola, Lina Wertmüller, già una grande del cinema italiano, raggiunse il successo internazionale – celebrato l’anno successivo con Pasqualino Settebellezze che, nominato a ben quattro Oscar, la rese la prima donna ad essere candidata al premio come miglior regista.

Luca Pacchiarini
Sono appassionato di cinema e videogiochi, sempre di più anche di teatro e letteratura. Mi piace scoprire musica nuova e in particolare adoro il post rock, ma esploro tanti generi. Cerco sempre di trovare il lato interessante in ogni cosa e bevo succo all’ace.

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