Del: 5 Settembre 2022 Di: Rebecca Nicastri Commenti: 0
Bookadvisor settembre

Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica dove vi consigliamo ciò che ci è piaciuto di recente, tra novità e qualche riscoperta.


Sotto lo sguardo della luna, Milagros Branca (Baldini+Castoldi) – recensione di Rebecca Nicastri

A emergere nelle eleganti pagine di Bianca Milagros è la bellezza di un’Italia piena d’arte, moda, cinema e tradizione. Il tutto dagli occhi di un fotografo di successo: il pugliese Uliviero Daccorsi. L’uomo ormai ottantenne si ritrova, in una villa in Toscana, a ripercorrere coi ricordi una il vissuto di un uomo formatosi lontano dalla terra natia e dai genitori biologici. E ora gli Stati Uniti, dove il protagonista ha costruito la propria vita, devono lasciare spazio alle meravigliose terre pugliesi, agli affetti più sinceri di un passato lentamente dimenticato, alla scoperta casuale dei suoi veri genitori biologici. Sotto lo sguardo della luna è un romanzo che racconta di uomini e donne che sotto il velo del successo e delle carriere ben riuscite, serbano affetti profondamenti sinceri, semplici, umani.


Battiato. Cafè Table Musik, Carlo Boccadoro (La nave di Teseo) – recensione di Rebecca Nicastri

Nel 2021 il ritrovamento di alcune partiture dell’artista geniale permette a Carlo Boccadoro di accompagnarci in pagine che vogliono indagare sempre più a fondo la carriera di Franco Battiato. Arista poliedrico e instancabile ha offerto al suo pubblico un viaggio che approdato alla musica elettronica si rimette in partenza all’insegna di una riscoperta dello strumento acustico, pianoforte o violino che sia. Uscito lo scorso maggio, questo saggio vuole ‒ dalle parole dello stesso autore ‒ «gettare uno sguardo dettagliato sulla produzione sperimentale di un compositore che si è sempre rifiutato di utilizzare il proprio talento in maniera prevedibile, evitando di dare importanza alle aspettative sia dei critici che del pubblico. Anche quando il successo lo aveva raggiunto, egli ha sempre proposto a chi lo seguiva delle scelte controcorrente. Nessuno sapeva mai cosa aspettarsi da lui e questo era indubbiamente uno dei suoi punti di forza.»


Rancore, Gianrico Carofiglio (Einaudi) – recensione di Matilde Elisa Sala

Dopo essersi districata nell’indagine che l’ha coinvolta in La disciplina di Penelope, Penelope Spada torna protagonista di questo nuovo romanzo. L’ex pubblico ministero viene questa volta contattata da Marina Leonardi, figlia di Vittorio Leonardi, ricco e potente medico chirurgo, morto in circostanze misteriose. Convinta che il padre sia stato assassinato, chiede a Penelope di avviare un’indagine. All’inizio riluttante, a causa della scarsità di prove, Penelope decide poi di accettare, ignara del fatto che si troverà costretta a fare i conti con il proprio passato. Sulla stessa linea del romanzo precedente, l’autore ci propone ancora una volta un’indagine davvero avvincente e audace condotta nell’interiorità dei personaggi. Pagina dopo pagina, ci si renderà conto che la chiave di lettura del romanzo è racchiusa proprio nel titolo: è il rancore che muove certe scelte, indirizza e condiziona la vita e che, prima o poi, richiede la forza di saperlo affrontare e, in parte, perdonare. Penelope, come ogni lettore, ha ancora la possibilità di riscrivere la propria storia.


Le tre figlie, Anna Dalton (Garzanti) – recensione di Laura Cecchetto

Margherita, Viola e Iris si rincontrano nella villa di famiglia dopo tanti anni. Sono tre sorelle, ormai adulte, diversissime tra loro, ma con più punti in comune di quanto pensino. Un misterioso messaggio della madre, Dalia, ex diva cinematografica ritirata dalle scene, le ha riportate, volenti o nolenti, a Roma, da dove si sono allontanate, ognuna seguendo la propria strada, per lasciarsi alle spalle un’infanzia ingombrante, ricca di conflitti, incomprensioni, rabbia e segreti. Hanno un fine settimana per convincere la stravagante Dalia a non pubblicare una sua autobiografia che le ripoterebbe tutte sotto i riflettori, mettendo a nudo, ancora una volta, le loro esistenze. Non sarà facile: lo scontro al vetriolo tra una madre sempre concentrata su di sé e tre figlie che si sono cresciute a vicenda è inevitabile, soprattutto perché alimentato da vecchi torti e questioni mai chiarite. Un confronto tuttavia che porterà a galla un complesso ma fortissimo legame tra le tre giovani donne, che nascondono dentro di sé più tormenti di quanto vogliano dare a vedere, e che mettono in crisi le loro vite.


La guerra dentro, Lilli Gruber (Rizzoli) – recensione di Giulia Scolari

La guerra dentro parla di Martha Gellhorn: una reporter di guerra che si è formata negli anni delle guerre mondiali e che è stata un importante punto di riferimento per tantissime donne che hanno fatto del giornalismo la loro professione. Una delle prime donne sul fronte, Gellhorn ovviamente non passava inosservata (né desiderava farlo) e gli occhi del mondo intellettuale sono stati puntati su di lei anche grazie al suo matrimonio con Ernest Hemingway. Gran parte del libro esula dalla mera biografia della reporter per raccontare in maniera dettagliata cosa significhi essere giornalisti (e specialmente giornaliste) e quali accortezze erano proprie della reporter a differenza di altri suoi colleghi. Gruber rinuncia alla cronaca imparziale che pur considera propria della professione per regalare ai lettori un esempio di come una vita esemplare ne influenzi molte: c’è un po’ di lei in Martha Gellhorn, c’è un po’ di suo marito nei suoi viaggi e un po’ delle sue colleghe nel suo coraggio, perché essere giornalista di guerra significa sopravvivere da solo, ma vivere insieme ad altri. È insieme ai colleghi che si ripercorrono le vicende, è con loro che si cerca di riprendersi dalla paura, ci si convince di essersi meritati un’altra giornata sul campo e ci si fa forza l’un l’altro: chi non l’ha capito, lascia intendere Gruber, non sarà mai un buon giornalista, perché non sarà mai una buona persona. Un libro vitale per chi vuole lavorare in questo ambiente e una delle tante occasioni per godere della straordinaria Lilli Gruber.

Rebecca Nicastri
Classe 2000. Studio lettere, sono innamorata del mondo e vorrei sapere tutto di lui. Per me le giornate sono sempre troppo corte.

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