Del: 7 Ottobre 2022 Di: Redazione Commenti: 0
In affari per salvare il pianeta, la scelta di Patagonia

A 83 anni Yvon Chouinard, miliardario fondatore del marchio di abbigliamento sportivo Patagonia, ha ceduto tutte le azioni dell’azienda nella speranza di fermare il cambiamento climatico. «Non ho mai voluto essere un uomo d’affari – afferma in una lettera pubblicata a manifesto nella Home del sito aziendale – ho iniziato come artigiano producendo attrezzature per l’arrampicata per me e i miei amici, per poi dedicarmi all’abbigliamento tecnico».

Dopo quasi cinquant’anni dalla sua nascita nel 1973, Patagonia ha ora come suo unico azionista il pianeta Terra:

insieme alla sua famiglia e a un team legale, Chouinard ha lavorato per costruire una struttura organizzativa ed economica che gli permettesse di mantenere il controllo dell’azienda e allo stesso tempo rinunciare al profitto personale senza necessità di lasciare o vendere la società stessa. «Un’opzione era quella di donare tutti i soldi. Ma non potevamo avere la certezza che i nuovi proprietari avrebbero tenuto fede ai nostri princìpi – continua a scrivere – Un’altra strada era quella della quotazione in borsa. Ma […] anche società quotate con le migliori intenzioni sono messe sotto pressione per generare profitti nel breve periodo».

Come illustrato dalla piattaforma online Patagonia Action Works, è ora un fondo a possedere tutte le azioni con diritto di voto della società (2% del totale) in modo da sancire con mezzi più permanenti lo scopo e i valori della società,

mentre il 98% dello stock totale è stato devoluto alla non-profit Holdfast Collective, che userà ogni dollaro ricevuto dall’azienda “per proteggere la natura e la biodiversità, sostenere le comunità fiorenti e combattere la crisi ambientale”. Ogni anno, i profitti che non vengono reinvestiti nel business saranno distribuiti all’Holdfast Collective per aiutare a combattere la crisi climatica. La società prevede che, se mantiene l’attuale tasso di crescita, pagherà un dividendo annuale di circa $100 milioni.

In merito non sembrano esserci molte preoccupazioni. Charles Conn, presidente del Board of Directors, ritiene infatti che il nuovo sistema attrarrà maggiore investimento e impiegati più qualificati, così come una fidelizzazione della clientela profonda e dedicata.

Chouinard e Patagonia sono stati a lungo pionieri dell’attivismo ambientale e dei diritti dei lavoratori. L’azienda con sede a Ventura, California era già nota per i numerosi vantaggi concessi ai propri dipendenti, compresi asili nido in-loco e pomeriggi liberi durante giornate ottimali per il surf.

Negli anni ‘80 il marchio aveva iniziato a donare l’1% delle sue vendite a gruppi ambientali, seguendo un programma formalizzato nel 2001 come 1% for the Planet Scheme. Il programma ha portato a $140 milioni di donazioni per la conservazione e il restauro dell’ambiente naturale.

La scelta di Chouinard, in un momento in cui cresce la pressione perché vengano abbandonate pratiche notoriamente dannose per l’ambiente, stabilisce un nuovo standard nel settore della moda: «Siamo in affari per salvare il nostro pianeta».

Articolo di Elisa Basilico

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