Siamo nell’anno 1988, uno scrittore brasiliano pubblica un libro di poco più di 200 pagine che vende appena 900 copie nella sua prima edizione: non sa ancora però che proprio grazie a questo romanzo qualche anno dopo diventerà un autore di fama mondiale.
Stiamo parlando dell’Alchimista, opera di maggior successo di Paulo Coelho che gli farà vincere anche il Premio Grinzane Cavour nel 1996.
In realtà la trama di base del testo trova le sue radici in una storia di tradizione ebraica, ripresa poi dallo scrittore argentino Jorge Luis Borges nel 1935, in seguito Coelho si inserisce nella tradizione proprio per trattare temi esplicitamente religiosi adattati ad un pubblico contemporaneo.
L’Alchimista ci racconta la storia di Santiago, un pastorello dell’Andalusia con un’indole testarda e curiosa che lo spinge a imparare nuove cose: un giorno sogna di scoprire un tesoro nascosto vicino alle piramidi in Egitto e sarà solo con l’incontro con Melchisedek, un vecchio saggio, che il nostro piccolo protagonista intraprende un viaggio verso il suo tesoro per la realizzazione della ‘Leggenda personale’, ovvero del nostro più grande desiderio.
Siamo così immersi in un percorso in cui Santiago conosce la natura, i rapporti umani e la forza mistica presente in tutte le cose, entrando in contatto con numerose figure che saranno determinanti per il suo obiettivo. Per esempio, arriva all’apice del suo cambiamento spirituale grazie all’incontro con l’alchimista, il quale gli insegna come comunicare con il suo se interiore imparando a leggere i buoni e cattivi presagi e a interpretare i segni. Sarà però il commerciante di cristallo, il quale dà un lavoro a Santiago a Tangeri, a spingere il pastorello verso la realizzazione della sua leggenda personale: essenzialmente ci imbattiamo in un uomo tormentato dalla paura di correre dei rischi e restio ai cambiamenti; infatti, teme di realizzare il suo sogno di viaggiare alla Mecca perché si preoccupa che, una volta realizzato il desiderio, non avrà nulla per cui vivere. È da questa lezione che Santiago decide di proseguire verso la realizzazione della sua ‘Leggenda personale’ per non diventare un uomo infelice come il commerciante. Ma è la figura di Fatima che risulta di grande spessore nel romanzo: è una donna che vive nell’oasi di Al-Fayoum nel deserto, caratterizzata dalla sua bellezza e dalla sua pazienza nell’aspettare Santiago mentre prosegue il suo cammino. Dimostra infatti il suo amore per il ragazzo spingendolo a perseguire la realizzazione del suo più grande desiderio; quindi, lo convince ad andare in Egitto per trovare il tesoro: l’obiettivo personale di Fatima sarà proprio quello di amare Santiago.
Questi sono solo alcuni dei personaggi presenti in questo romanzo, il quale ci risulta ancora oggi importante soprattutto per i temi che tratta. Innanzitutto, come è stata più volte nominata, è centrale la realizzazione della ‘Leggenda personale’: propria di ogni essere umano, si configura come la più alta vocazione di un individuo e in ultima istanza come l’unico modo per avere una vita soddisfacente. Troviamo poi la cosiddetta ‘Anima del mondo’ che rappresenta l’unità della natura: essa crea la Leggenda personale; quindi, per la sua realizzazione ogni cosa deve attingere all’Anima del mondo arrivando a una purificazione che porta alla perfezione. Infine, non possiamo che parlare anche del tema dei presagi e dei sogni: nel corso dell’Alchimista, i sogni di Santiago diventano una forma di comunicazione con l’Anima del mondo e una rappresentazione della sua Leggenda personale, mentre i presagi avranno lo scopo di essere una guida per la realizzazione dei suoi sogni.
Tutti questi aspetti ci portano però in un mondo di spiritualità da cui è difficile trarre un insegnamento, quindi perché leggere l’Alchimista nel 2022?
Innanzitutto, è necessario sottolineare il fatto che il romanzo viene pubblicato alla fine degli anni ’80, quindi durante lo scenario di Guerra Fredda: un’epoca caratterizzata da continue tensioni internazionali tra Stati Uniti e Unione Sovietica, dai progressi tecnologici e militari creati con lo scopo di distruggere parte dell’umanità e dalla possibilità dello scoppio di una guerra nucleare. Ciò che Coelho vuole comunicarci è quindi di non lasciare che la paura possa sopraffare le singole decisioni della nostra vita: gli orrori a cui il nostro mondo è stato sottoposto hanno paralizzato molti individui, i quali però devono essere i creatori del proprio futuro cercando di realizzare i desideri più intimi. All’inizio del libro, infatti, Santiago viene illuminato da Melchizedek sul fatto che tutti conoscono la loro Leggenda personale in gioventù, ma poi da adulti accecati da paura, preoccupazioni e ansie se ne dimenticano.
L’Alchimista, quindi, risponde ancora oggi ai nostri timori: siamo una generazione cresciuta nell’epoca di globalizzazione e progresso tecnologico ormai incontrollabili, abbiamo paura del confronto e del dialogo, non siamo in grado di gestire il cambiamento e ci sentiamo rinchiusi in gabbie, sia reali a causa dell’emergenza sanitaria degli ultimi due anni sia immaginarie che abbiamo autocostruito. È grazie a un libro del genere che in ognuno di noi si dovrebbe riaccendere la volontà di proseguire per il nostro cammino senza lasciarci bloccare dai numerosi ostacoli che potremmo trovare lungo la strada.
Articolo di Michela De Marchi