Del: 20 Ottobre 2022 Di: Giorgia Fontana Commenti: 0
Pillole di Economia. Il premio Nobel 2022

Le tematiche di carattere economico rientrano senza dubbio nel ventaglio di argomenti spesso difficili da comprendere a fondo per chi non ne ha mai approfondito lo studio. Abbiamo deciso di dare vita a questa rubrica nella quale cercheremo di sviscerare, con il linguaggio più semplice e accessibile possibile, vari temi economici legati all’attualità. A questo link trovate le scorse puntate.


Le banche e le crisi finanziarie, ecco le ricerche che hanno garantito il premio Nobel 2022 per l’economia a Ben S. Bernanke, Douglas W. Diamond e Philip H. Dybvig.

Ma come e perché nacque il premio Nobel? Fu nel 1968 che la Banca Centrale Svedese decise di introdurre il premio per studi in ambito economico, in memoria di Alfred Nobel. Nobel fu l’inventore della dinamite, una scoperta frutto di anni di esperienza come mercante d’armi in Svezia a fine ‘800. I suoi esperimenti sugli esplosivi e le 355 invenzioni brevettate gli fecero guadagnare un’ingente quantità di denaro, oltre ad un’incredibile fama in tutta Europa. Il caso volle che, dopo la morte del fratello Ludvig, avvenuta durante un esperimento con esplosivi, alcuni giornali riportassero erroneamente il decesso di Alfred. In particolare fu un giornale francese a proporre un necrologio alquanto infelice:

Il mercante di morte è morto! Il dottor Alfred Nobel, che fece fortuna trovando il modo di uccidere più persone possibili, più rapidamente di quanto non si sia mai fatto prima, è morto ieri.

Alfred, colpito dall’apprendere che sarebbe passato alla storia come uno spietato mercante d’armi, nel 1902 decise di sviluppare la sua figura di filantropo, donando quasi tutto il capitale accumulato. La donazione servì ad istituire dei premi per coloro che sarebbero riusciti ad apportare importanti innovazioni per l’umanità. Inizialmente i premi in questione erano destinati a studiosi come chimici, fisici, letterati, medici e a coloro che operavano per favorire relazioni pacifiche tra i popoli della Terra. Il premio per le Scienze Economiche, in memoria del fondatore, venne introdotto solo in seguito.

Chi è, invece, Ben Shalom Bernanke, uno dei vincitori del premio Nobel 2022 per l’economia?

Dal 2006 al 2014  è stato il quattordicesimo presidente della Federal Reserve System e attualmente è alla Brookings Institution di Washington DC. Si tratta dell’uomo che ha dovuto gestire la più rilevante crisi finanziaria del nostro secolo: ma come? Fronteggiò il crollo del 2007 negli Stati Uniti, prima azzerando i tassi d’interesse, poi varando una politica monetaria espansiva che permise di immettere in circolazione grosse quantità di liquidità (quantitative easing). L’obiettivo era quello di stimolare l’economia reale e il consumo di larga scala.

Nonostante le numerose critiche ricevute per non aver previsto l’esplosione della crisi, le misure saggiamente messe in atto portarono i propri risultati. La figura di Bernanke venne rivalutata in tutto il Paese e le accuse per la mancanza di prontezza al momento dell’esplosione caddero nell’oblio. Dopo George W. Bush, fu lo stesso Obama a richiederlo per un secondo mandato nella direzione della Fed.

Nonostante l’esperienza diretta con la crisi del 2007, Bernanke è stato premiato per i suoi studi su un altro grosso crollo, quello nato dal Martedì Nero.

Si tratta della crisi delle borse dell’ottobre 1929, conosciuta anche come Grande Depressione. I tre economisti all’inizio degli anni ’80 hanno condotto importanti studi sulla vulnerabilità delle banche in situazione di crisi finanziaria, come quella dell’ ’29. Secondo l’Accademia di Svezia l’analisi condotta da Bernanke ha evidenziato come “le corse agli sportelli siano state un fattore determinante per il divenire così profondo e prolungato della crisi”. Grazie alle indagini condotte da Bernanke ad oggi sappiamo come rendere le banche meno vulnerabili in situazioni di crisi dei mercati finanziari, e come esse influiscano sulla crisi stessa se portate al collasso.

Da sempre, le banche forniscono due servizi principali: da un lato, permettono ai risparmiatori di ritirare il denaro custodito in qualsiasi momento, dall’altro rendono possibili investimenti e prestiti nel lungo periodo. Qualora però tutti i risparmiatori decidessero di ritirare il proprio capitale simultaneamente perché preoccupati da un’imminente crisi finanziaria, le banche non sarebbero più in grado di sostenere le proprie attività di prestito a lungo termine, e sarebbero portate inevitabilmente al collasso.

Gli studiosi Diamond e Dybvig, il primo docente all’Università di Chicago e il secondo alla Washington University di St. Louis, hanno sviluppato in tal senso diversi modelli teorici che permettono di individuare una soluzione alla vulnerabilità delle banche.

Qualora infatti i Governi si facessero da garanti dei depositi bancari, diventando “creditori di emergenza” delle banche, non si arriverebbe mai al collasso degli istituti bancari e si eviterebbe il crollo finanziario dei mercati. Infatti, chiunque avesse un deposito in banca non si sentirebbe in dovere di ritirarlo una volta appreso che è lo Stato a garantire la sicurezza del capitale, nemmeno in caso di una possibile crisi bancaria.

Grazie agli studi dei tre economisti, quindi, è stato possibile istituire le basi per il moderno sistema di regolamentazione degli istituti finanziari. Ad ogni modo, per quanto i progressi siano notevoli, non garantiscono il successo del sistema bancario: la probabilità di fallimento degli istituti bancari non è stata azzerata, motivo per cui le ricerche in questo ambito devono essere perpetuate e migliorate.

Giorgia Fontana
Ciao! Sono Giorgia, ho 19 anni e frequento il corso di Economia e Management all'Università degli Studi di Milano. Nella vita, mi piace essere green e far sapere agli altri che la sostenibilità non deve essere per forza noiosa! Qui su Vulcano, mi troverete come referente della rubrica di Economia :)

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