Del: 19 Novembre 2022 Di: Angela Perego Commenti: 0
Acqua su studenti che pranzavano sulle scale in Statale

A pochi giorni dal caso di Giorgia Orsi, la studentessa paziente oncologica e invalida civile al 100% che, nonostante le proprie delicate condizioni di salute, è stata cacciata in malo modo da un’aula dell’Università di Pavia nella quale stava consumando il proprio pasto prima dell’inizio delle lezioni, nella sede di via Conservatorio dell’Università Statale di Milano si è verificato un fatto molto simile.

Lunedì 14 novembre, infatti, un gruppo di studenti era intento a consumare il pranzo sulle scale che conducono agli uffici dei Dipartimenti e del personale, quando un membro di quest’ultimo si è avvicinato e ha fatto loro presente di non poter stazionare sulle scale.

Tra questi e gli studenti è dunque sorta una discussione che si è conclusa con la minaccia, da parte del membro del personale, di “prenderli a secchiate”,

minaccia che si è poi concretizzata, essendo stata successivamente versata dell’acqua dall’alto sugli studenti presenti – non è ancora chiaro se con un secchio o con un annaffiatoio, ma poco importa – alcuni intenti a consumare il pranzo e altri che invece si trovavano sulle scale con tanto di dispositivi elettronici e appunti.

Immediata la reazione da parte della lista di rappresentanza studentesca Sinistra Universitaria – UDU Statale, che ha denunciato l’accaduto sui propri canali social. La lista afferma di aver cercato di dialogare con il responsabile spazi, che ha però affermato di avere le mani legate e ribadito il fatto che gli studenti non avrebbero dovuto consumare il proprio pasto sulle scale, essendo vietato. L’accaduto è stato segnalato anche alla Presidente di Facoltà

«Siamo stanch3 di essere trattat3 in questo modo! – si legge in un post pubblicato su Instagram – La (quasi) totale assenza di spazi per consumare i pasti nei periodi invernali è sempre stato un problema in Via Conservatorio, pretendiamo che vengano trovate delle soluzioni concrete: le semplici scuse e le mezze misure non ci bastano più!».

Ai fini di condannare il trattamento riservato agli studenti e di denunciare un problema che da sempre caratterizza la Statale di Milano, cioè quello relativo alla mancanza di spazi, Sinistra Universitaria ha organizzato un presidio proprio nella sede di via Conservatorio nella mattinata di mercoledì 16 novembre.

«Vogliamo utilizzare questa occasione per chiarire un aspetto, soprattutto rivolgendoci a chi dovesse essere in ascolto tra il personale tecnico-amministrativo – ha affermato Niccolò Piras di Sinistra Universitaria durante il proprio intervento – Noi non ce l’abbiamo con voi, perché sappiamo che le condizioni di lavoro di chi è impiegato nel personale tecnico-amministrativo sono pessime, con orari di lavoro spesso problematici e che possono portare a delle situazioni di stress. Il nostro intento non è dunque quello di portare avanti una caccia all’uomo, ma di denunciare il problema che sta alla base di questo episodio, cioè la mancanza di spazi, e che può essere fonte di stress non solo per noi studenti ma, appunto, anche per il personale tecnico-amministrativo».

Un’immagine dal presidio organizzato mercoledì 16 novembre in via Conservatorio

Non una caccia all’uomo, dunque – nonostante l’indubbia necessità di fare chiarezza su di un episodio grave, in cui membri del corpo studentesco hanno subito una vera e propria umiliazione – ma una mobilitazione per far venire alla luce alcune gravi mancanze da parte dell’Ateneo. 

«Alcune realtà hanno cercato di minimizzare quanto accaduto, ma ci sembra un atteggiamento maggiormente funzionale ad evitare di trattare dei problemi strutturali dell’Ateneo, piuttosto che indirizzato a migliorare le condizioni nelle quali studiamo – ha affermato Piras – Il punto è che servono più spazi, per mangiare ma anche per studiare, spazi che mancano in particolare in alcune sedi della Statale di Milano, tra cui, appunto, via Conservatorio.

Studentesse e studenti sono stanche e stanchi di dover consumare i propri pasti al freddo nei mesi invernali, o peggio ancora sotto la pioggia.

Attualmente, infatti, è possibile consumare i pranzi portati da casa soltanto nell’aula studio con microonde al piano interrato, mentre è stata annunciata l’apertura di un nuovo spazio con 30 posti, che però non risolverà certo il problema. Stiamo parlando infatti di circa 200 posti in una Facoltà che conta comunque 7.000 iscritti. Servono allora investimenti veri e un tavolo vero per ragionare su quali nuovi spazi possano essere aperti alla comunità studentesca, ad esempio l’ex cinema adiacente proprio alla Facoltà di Scienze Politiche, non più utilizzato ma su cui non è mai stato fatto un effettivo ragionamento di espansione».

Una situazione simile, insomma, appare insostenibile, considerato anche che la Statale di Milano è un’università pubblica per la quale la comunità studentesca paga delle tasse. «Purtroppo però i soldi delle tasse funzionano come “bancomat” fino ad un certo punto – ha ricordato Piras – Possono dare una liquidità nell’immediato per fare dei cambiamenti, ma quello che serve è una progettualità e per questo servono investimenti pubblici che spesso mancano».

Angela Perego
Matricola presso la facoltà di Giurisprudenza, “da grande” non voglio fare l’avvocato. Nel tempo libero amo leggere e provare a fissare i miei pensieri sulla carta.

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