Del: 5 Dicembre 2022 Di: Matilde Elisa Sala Commenti: 2
Bookadvisor, consigli di lettura di dicembre

Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica dove vi consigliamo ciò che ci è piaciuto di recente, tra novità e qualche riscoperta.


Solo è il coraggio, Roberto Saviano (Bompiani) – recensione di Daniele Di Bella

Che ne è dei morti? Sta ai vivi deciderlo.
Come Enea con suo padre Anchise, ce li si può caricare in spalle e trasportarli nelle nostre vite, agendo ispirati dai loro pensieri, ragionando sulle loro azioni, raccontando ciò che sono stati, trasformandoli in semi. Oppure possono essere abbandonati alle fiamme del tempo, che li riduce a suolo inerte, utile ai lombrichi, ma non agli uomini.
Roberto Saviano in Solo è il coraggio racconta un uomo, non semplicemente i fatti che hanno coinvolto un uomo, ma un uomo: Giovanni Falcone esce dalle pagine del romanzo di Saviano e vive e parla chiarissimamente, e con lui Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, Nino Caponnetto e il resto degli uomini e delle donne che lo hanno accompagnato durante la sua esistenza. Solo è il coraggio è un romanzo che, tramite una prosa pulsante, consente di ricordare, di ragionare, di immergersi in una parte del nostro mondo, in definitiva, di essere uomini, salvandoci da atti colpevoli quali la dimenticanza e l’indifferenza.


Ci sono cose più importanti, Cathy La Torre (Mondadori) – recensione di Laura Cecchetto

«Ci sono cose più importanti» è diventata la risposta di default quando si discute di problematiche tanto scomode quanto tremendamente attuali: lotta per i diritti delle persone LGBTQIA+, adozioni nelle famiglie arcobaleno, ius soli, parità di genere, giusto per fare qualche esempio. Sono diritti già consolidati e tutelati in numerosi stati, europei e non. Ma quando si solleva la questione in Italia, si rimanda sempre, perché c’è sempre qualcosa di più urgente in agenda, fingendo che tali questioni non vi siano, pensando che tali decisioni possano essere, ancora una volta, nascoste sotto un tappeto. Invece, esse non possono più essere ignorate.
«Ci sono cose più importanti» è la risposta standard che si riceve quando si chiede a gran voce di garantire i diritti fondamentali per tutte quelle minoranze discriminate e penalizzate quali donne, immigrati, disabili, omosessuali, trans, sexworkers e, purtroppo, tanti altri. Con empatia e sensibilità, l’autrice tratta temi spinosi ed estremamente delicati, con l’intenzione di riportare l’attenzione dove politica e società hanno voltato le spalle e mostrandoci quanta strada c’è ancora da fare per rendere tali questi diritti.


Appartenersi. Verso un modello complesso di interpretazione e del riconoscimento, Isabella Corvino (Meltemi) – recensione di Matilde Elisa Sala

Che cos’è l’identità? Cosa significa essere qualcuno ed essere diverso dagli altri? Sembrano concetti quasi scontati, domande che non trovano una risposta ben precisa. Eppure, parlare di identità e riconoscimento, al giorno d’oggi sembra più che necessario. In un mondo dove ancora dilagano odio e discriminazione, e si è fermi a definire l’altro in base all’etnia o al luogo di provenienza, capire che bisogna andare oltre è fondamentale. Costruire la propria identità da soli non è semplice; riconoscere invece che dall’alterità si può sempre trarre un insegnamento, forse ci aiuterà a capire meglio chi siamo. In questo saggio, cultura, politica e sociologia si uniscono per diffondere un unico concetto: bisogna sempre accettarsi l’un l’altro, capire che apparteniamo allo stesso mondo e ci apparteniamo tra noi. Dal contatto reciproco, è sempre possibile arricchirsi un po’ di più.


You Made a Fool of Death with Your Beauty, Akwaeke Emezi (Atria Books) – recensione di Giulia Scolari

Nel fiore della giovinezza, ma da poco reduce da un trauma importante, Feyi si presenta ad una serata fuori con l’amica Joy senza aspettative, ma le persone che incontrerà le cambieranno la vita per sempre. Dal riservato Milan fino all’arrogante Nasir, ogni persona aprirà una piccola fessura che credeva fosse ormai chiusa per sempre dentro di lei e le faranno riscoprire la forza della vita che travolge e lascia senza possibilità di controllo. Entrato nella classifica dei migliori 100 libri dell’anno del New York Times, l’ultimo romanzo di Akwaeke Emezi è già in trattative per una produzione cinematografica. Con una narrazione a tratti poetica che però non sacrifica mai freschezza, You Made a Fool of Death with Your Beauty è una lettura leggera quanto basta. Un libro che fa sorridere, ma non manca di far riflettere sulla bellezza di essere umani e fragili, sulla saggezza che serve per saper sbagliare. Feyi è un’antieroina moderna, a tratti insopportabile, è difficile empatizzare con le sue scelte e sostenerla. Accanto a lei in qualsiasi occasione fortunatamente c’è Joy, la sua splendida migliore amica ed ex fidanzata: ancora non si sa se il progetto prenderà vita come film o come serie, ma concludiamo con una petizione per un sequel/una seconda stagione dedicata alle sue bravate.


Il consiglio della casa editrice Le Lucerne.

Lidia Poët. La prima avvocata, Ilaria Iannuzzi, Pasquale Tammaro (Edizioni Le Lucerne) – recensione di Giulia Scolari

Il 17 giugno 1881, Lidia Poët si laurea in legge all’Università di Torino: è la prima donna italiana ad ottenere la formazione in giurisprudenza ed intende proseguire con gli studi per diventare avvocatessa. Due anni dopo, la sua approvazione all’esame dell’albo viene di fatto annullata dal Procuratore del re, che impugna l’iscrizione alla Corte d’appello di Torino. Lidia viene costretta a fare ricorso in Cassazione e la sua Odissea diventa centrale nel dibattito culturale del primo Regno d’Italia. Con uno straordinario lavoro di ricerca, Iannuzzi e Tammaro ripercorrono tutte le fasi del percorso di formazione di Lidia e soprattutto tutte le voci che hanno alimentato una discussione di cui ormai si è persa la memoria. La storia della battaglia di Lidia ci ricorda che ogni traguardo raggiunto dai movimenti femministi è stato pagato con la vita: sono tantissime le donne che si sono viste negati i riconoscimenti che meritavano sulla base di giustificazioni a dir poco ridicole. Grazie alla ricostruzione illuminante che queste pagine riportano, si osserva una società in cui le donne venivano osteggiate soprattutto da uomini abbienti e sapienti, ma anche da altre donne che godevano di posizioni privilegiate in ambiti come quello del giornalismo o dell’editoria. In questo periodo più che mai diventa necessario ricordare che siamo nani sulle spalle di giganti e che il primo modo per cambiare i risultati della storia è conoscerla. Lidia ha infine vinto la sua battaglia diventando avvocata a 65 anni; sul finire della vita, ha anche avuto modo di vincerne un’altra per cui non ha mai smesso di lottare: il voto alle donne. Non dimentichiamola più!

Matilde Elisa Sala
Studio Lettere, mentre aspetto ancora la mia lettera per Hogwarts. Amo i gatti, il Natale e la neve, viaggiare, specialmente se la destinazione è New York, leggere e immergermi ogni volta in una storia diversa. Scrivo, perché credo che le parole siano lo strumento più potente che abbiamo.

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