Del: 24 Dicembre 2022 Di: Redazione Commenti: 1
I 10 libri più "vulcanici" del 2022

Anche il 2022 è giunto al termine e la redazione di Vulcano Statale ha preparato una lista dei 10 libri più «vulcanici» di quest’anno.

A cura di Giulia Scolari e Matilde Elisa Sala


Tanti, mai troppi, sono i viaggi che possiamo intraprendere sfogliando le pagine di un libro. Non servono biglietti o valigie, basta solo una bella storia e molta passione. Tra lezioni, impegni e festività, noi di Vulcano Statale vogliamo condividere con voi il piacere e l’amore per la lettura, con qualche nostro consiglio.

DISCLAIMER: i titoli non sono in ordine di preferenza o disposti come se questa fosse una vera e propria classifica.


Spatriati, (Mario Desiati, Einaudi)

«Quando un fronte d’aria fredda incontra a terra una massa d’aria calda, quest’ultima si alza al cielo. Nascono i temporali. Pioggia e fulmini, acqua e fuoco».

Francesco, schivo ed incerto, si riconosce come una voce fuori dal coro. A ricreazione nota subito Claudia che, audace ed intraprendente, porta il suo anticonformismo con orgoglio. Una mattina soleggiata, nel cortile della scuola, lei gli chiede notizie di sua madre, la donna con cui era andato a vivere il padre. Così le loro vite si incrociano, dando inizio ad una relazione profonda e indefinita, che li legherà, attraverso il tempo e la distanza.

La curiosità porta Claudia a viaggiare. Francesco resta tra le campagne della loro terra, fino a quando, ispirato dai racconti dell’amica decide di raggiungerla a Berlino. Nella città in cui tutto può accadere, si respira aria di libertà. Tra club notturni, relazioni e nuove possibilità, i protagonisti, con i loro spigoli e le loro fragilità, ci portano a fare i conti con noi stessi, ma anche ad apprezzare quella che in fondo è la semplicità irrazionale della vita.

Recensione di Alessia Arrigo.


Getting Lost (Annie Ernaux, Seven Stories Press)

Pubblicato in inglese per la prima volta dopo la sua uscita esclusivamente in francese di oltre vent’anni fa, questo libro riporta il diario del 1989 dell’autrice. Al centro della narrazione non vi sono le vicende politiche, ma unicamente la sua liaison con un diplomatico sovietico. Le diverse fasi del rapporto tra la scrittrice e il diplomatico sono riportate fedelmente, senza voler cancellare nemmeno i pensieri più patetici e gli eventi più vergognosi.

Annie Ernaux è stata proclamata vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura quest’anno e questo volume non fa altro che confermare quanto la sua scrittura sia rappresentativa della nuova consolidata idea di donna e di scrittura. Non è più necessario abbellire la realtà; il sapere non si nasconde, non si espone, si palesa naturalmente con citazioni e riflessioni; avere potere non significa non essere mai vulnerabili. Getting Lost è una storia di desiderio, di attese, di segreti, di incomprensioni (molto tra i due protagonisti è Lost in translation).

Recensione di Giulia Scolari.


Mare della tranquillità (Emily St. John Mandel, La Nave di Teseo) 

In pole position in tutte le classifiche dei migliori libri dell’anno, anche noi di Vulcano non potevamo astenerci dal provare Mare della tranquillità – e non ce ne siamo per niente pentiti. Ogni capitolo sembra essere un mondo a parte e in un certo senso lo è: l’evoluzione del pianeta Terra e dei suoi abitanti viene presentata in diverse fasi tramite la scelta di far parlare protagonisti appartenenti ad annate completamente diverse.

Le vite di questi personaggi non sembrano avere nulla in comune, se non per l’apparizione del misterioso Gaspery-Jacques Roberts – in momenti diversi e con ruoli diversi nella vita di ognuno – e di un momento in cui tutto sembra essersi fermato e hanno sentito uno strano suono. Nel corso della lettura è possibile mettere insieme tutti i pezzi del puzzle e il risultato è uno splendido inno all’umanità, con i suoi limiti e le sue peculiarità.

Recensione di Giulia Scolari.


Verso il paradiso (Hanya Yanagihara, Feltrinelli)

Capolavoro assoluto della letteratura contemporanea. Ha la mole di un romanzo ottocentesco ma con un occhio attento e concentrato su tutte le dinamiche contemporanee, sviscerandole e analizzandole con uno stile ormai caratteristico. Personaggi, storie, luoghi si intrecciano sempre in maniera spiazzante spaesando il lettore e mettendolo di fronte alle crudezze meccanicistiche della nostra esistenza.

Ambientato a New York, il libro è diviso in tre parti, ognuna relativa a un periodo storico differente. Uscito il 13 gennaio 2022, questo romanzo entra nel cuore sia dei lettori, sia dei personaggi.

Recensione di Simone Muciaccia.


You made a fool of death with your beauty (Akwaeke Emezi, Atria Books) 

Nel fiore della giovinezza, ma da poco reduce da un trauma importante, Feyi si presenta ad una serata fuori con l’amica Joy senza aspettative, ma le persone che incontrerà le cambieranno la vita per sempre. Dal riservato Milan fino all’arrogante Nasir, ogni persona aprirà una piccola fessura che credeva fosse ormai chiusa per sempre dentro di lei e le faranno riscoprire la forza della vita che travolge e lascia senza possibilità di controllo.

Entrato nella classifica dei migliori 100 libri dell’anno del New York Times, l’ultimo romanzo di Akwaeke Emezi è già in trattative per una produzione cinematografica. Con una narrazione a tratti poetica che però non sacrifica mai freschezza, You Made a Fool of Death with Your Beauty è una lettura leggera quanto basta. Un libro che fa sorridere, ma non manca di far riflettere sulla bellezza di essere umani e fragili, sulla saggezza che serve per saper sbagliare.

Feyi è un’antieroina moderna, a tratti insopportabile, è difficile empatizzare con le sue scelte e sostenerla. Accanto a lei in qualsiasi occasione fortunatamente c’è Joy, la sua splendida migliore amica ed ex fidanzata: ancora non si sa se il progetto prenderà vita come film o come serie, ma concludiamo con una petizione per un sequel/una seconda stagione dedicata alle sue bravate.

Recensione di Giulia Scolari.


I’m Glad My Mom Died (Jennette McCurdy, Simon & Schuster) 

La famiglia McCurdy vive il sogno americano quando la piccola Jennette si dimostra essere in possesso di talento per la recitazione. La madre e la figlia hanno finalmente la possibilità di portare ad un livello estremo il loro rapporto simbiotico condividendo non solo il sogno di sfondare nel cinema, ma anche il segreto per non crescere (e di conseguenza staccarsi) mai: il controllo delle calorie.

Il memoir della star di Nickelodeon che ha fatto compagnia ad una generazione si racconta tramite i quattro occhi suoi e della madre per mostrare i retroscena di una vita che non ha scelto e che di invidiabile ha avuto ben poco. L’autrice si spoglia con ironia e cinismo e non nega di avere ancora tanta strada da fare, riesce a mostrare i progressi della sua autoconsapevolezza senza bisogno di aggiungere commenti: la narrazione degli anni della sua infanzia è quasi corale, la voce è quella di gemelle siamesi che interpretano secondo i loro sguardi spesso “febbrili” la realtà.

iCarly non rappresenta solo il successo, ma lo schiudersi di un guscio che permetterà alla giovane Jennette di scoprire il mondo – pagandone il durissimo prezzo. Ne esce un memoir schietto e a tratti pesante da digerire, un bellissimo ritratto di Miranda Cosgrove contrapposto a conferme della pochezza di altri personaggi. È con una furba dose di gossip tra le rivelazioni macabre che ci si conferma narratori credibili: in McCurdy un po’ di quella Sam dalla quale vuole prendere le distanze c’è eccome, ma forse siamo solo noi che le siamo troppo affezionati.

Recensione di Giulia Scolari.


Niente di vero (Veronica Raimo, Einaudi)  

Candidato allo Strega 2022, Niente di vero è l’ultimo romanzo di Veronica Raimo, un’opera di autofiction breve, ma intensa, che si legge tutto d’un fiato. Niente di vero presenta tanti tasselli di vita dal sapore dolceamaro, alcuni comici e altri malinconici; piccoli racconti che permettono di immedesimarsi nella quotidianità di ciò che viene raccontato: genitori complessi e famiglie difficili, primi amori e amicizie più o meno durature, crescite incidentate e incerte, sogni e velleità assenti o in continua trasformazione.

Sono illuminati alcuni episodi senza un ordine preciso, logico e mai approfondirti totalmente. Ma in fondo è così che funziona la memoria: un accumularsi di storie, eventi, sentimenti e personaggi, sempre variato e rimescolato. Per quanto il libro non ci restituisca niente di vero (e niente di Vero) è intimo, autentico e genuino.

Recensione di Costanza Mazzucchelli.


Il caso Alaska Sanders (Joël Dicker, La Nave di Teseo) 

Nell’aprile 1999 il corpo della giovane Alaska Sanders viene ritrovato sulle rive di un lago, nella cittadina di Mount Pleasant nel New Hampshire. Subito si apre un’inchiesta, il colpevole viene rapidamente individuato e la vicenda archiviata. Ma “un caso non è mai veramente chiuso”: undici anni dopo il sergente Perry Gahalowood è costretto a riaprire le indagini a causa di alcuni messaggi anonimi e nuovi indizi venuti a galla che, grazie all’aiuto dell’amico e celebre scrittore Marcus Goldman, lo porteranno a scoprire la verità su quella notte.

Dopo anni di attesa è finalmente tornato un nuovo giallo, nato dalla mente geniale e dalla penna fluida di Joël Dicker: scorrevole, avvincente, ricco di colpi di scena e intrighi complessi. Il terzo volume della “trilogia” di romanzi che ha come protagonista Marcus Goldman (preceduto da La verità sul caso Harry Quebert e Il libro dei Baltimore), alter ego di Dicker, non delude le aspettative. È il giallo estivo che tutti gli amanti del genere, e dell’autore, stavano aspettando e, nonostante le sue corpose dimensioni, interromperne la lettura è quasi impossibile. Non resta che goderselo e, una volta finito, aspettare con pazienza l’uscita del prossimo.

Recensione di Matilde Elisa Sala.


Mediterraneo. A bordo delle navi umanitarie (Caterina Bonvicini, Einaudi) 

«Una visione del problema dall’alto rende tutti troppo ragionevoli, o troppo irragionevoli. E questo ci fa perdere umanità. I dettagli invece destabilizzano, diventiamo più fragili e quindi più capaci di cogliere la fragilità degli altri. È il dettaglio che agisce davvero su di noi, e ci cambia».

Ed è proprio di dettagli che straborda Mediterraneo. A bordo delle navi umanitarie, un saggio di Caterina Bonvicini pubblicato da Einaudi lo scorso marzo, arricchito dal contributo e dalle fotografie scattate durante diverse operazioni di salvataggio e poi a bordo delle navi delle ONG da Valerio Nicolosi. Un libro che si fa leggere con la stessa rapidità di un romanzo e che però consente di approfondire questioni incredibilmente urgenti, raccontando con estrema lucidità e con la ricchezza di particolari propria soltanto di chi certe esperienze le ha vissute sulla propria pelle che cosa significa cercare di salvare vite nel Mediterraneo centrale.

Mediterraneo, proprio come il mare da cui trae il nome, straripa di vite salvate e spezzate, di nomi, volti e storie sempre diverse, eppure tragicamente simili tra loro per il carico di sofferenza che trascinano con sé. I diversi capitoli prendono il nome da alcuni termini tecnici che noi, con i piedi saldamente ancorati alla terraferma, abbiamo il privilegio di ignorare, ma che suonano famigliari a tutti coloro che hanno scelto di dedicare la propria vita a salvarne delle altre: distress, rhib, standoff, deck, Pos (Place of Safety), e così via.

Una missione dopo l’altra, un salvataggio dopo l’altro, Caterina Bonvicini riesce a dimostrare come le navi delle ONG si trovino alla distanza perfetta per poter comprendere che cosa accade davvero ogni giorno nelle acque del Mediterraneo. Le sue parole e ciò che esse descrivono riescono ad essere contemporaneamente un forte pugno allo stomaco del lettore e una rivelazione consolatrice, perché tra le pagine del libro si incontra non solo una profonda sofferenza – tanto che in alcuni casi proseguire con la lettura fa quasi fisicamente male – ma anche una grande umanità, qualcosa, insomma, in cui riporre la propria fiducia anche nei momenti più bui.

Recensione di Angela Perego.


Il rosmarino non capisce l’inverno (Matteo Bussola, Einaudi)

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Diciotto toccanti racconti di donne dipingono con delicatezza e profondità le contraddizioni dei rapporti umani, snodandosi tra amori e dolori. Narrano le vite, più o meno eroiche, eccezionali e non, di donne come potremmo essere noi stesse oppure come una delle tante donne che vivono intorno a noi.

Si parla di sogni spezzati ed ali tarpate, di problemi da affrontare e terribili sofferenze, mettendo in chiaro emozioni ed esistenze nella loro possente delicatezza. Le riflessioni incalzano, portano ad immedesimarci, colpiti nel profondo, nudi davanti allo specchio mentre guardiamo negli occhi la verità di un dolore che è in grado di lenire. Le protagoniste, irrimediabilmente legate tra loro, sono fragili e forti allo stesso tempo, vivono le passioni al massimo, resistono tenaci agli scossoni della vita con l’ostinazione di una caparbia piantina di rosmarino che, impavida, sfida il gelido inverno, che non riuscirà a piegarla e che la vedrà rinascere a primavera, nonostante tutto, nonostante tutti.

Recensione di Laura Cecchetto.

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