Del: 4 Dicembre 2022 Di: Maria Pia Loiacono Commenti: 0

Aboubakar Soumahoro nasce nel 1980 a Betroulilié, in Costa D’Avorio. Nel 1999, all’età di 19 anni, arriva in Italia e nel 2010 si laurea in sociologia all’Università di Napoli Federico II.

Ha alle spalle anni di attività sindacale prolifica: è tra i fondatori della “Coalizione Internazionale Sans-Papiers, Migranti e Rifugiati” con cui ha organizzato una marcia senza documenti attraversando 6 paesi europei, al fine di chiedere la libertà di circolazione delle persone. È stato poi sindacalista del Coordinamento Agricolo dell’Unione Sindacale di Base (USB), dedicandosi per anni alla tutela dei diritti dei braccianti e alla lotta al caporalato: al seguito della morte di uno dei braccianti e sindacalisti USB, Soumaila Sacko, è riuscito ad ottenere dal Governo Conte I la creazione di un tavolo operativo di contrasto allo sfruttamento in agricoltura, da cui ne consegue il decreto del 4 luglio 2019 che vede la partecipazione del ministro del lavoro e delle politiche sociali, del ministero dell’interno, del ministero delle politiche agricole e del ministero del sud.

Si ricordi poi il suo sciopero della fame e della sete allo scopo di essere ascoltato dal governo risalente al 16 giugno 2020, facendo richiesta di una “patente di cibo”che potesse appunto dare alle persone un cibo <<eticamente sano>>, con la volontà di rendere esplicite una serie di informazioni che indicassero in quale luogo gli alimenti fossero stati prodotti e garantendo che la produzione di quest’ultimi non avesse previsto lo sfruttamento.

Il caso Soumahoro: cosa è successo

A luglio del 2020 Soumahoro ha lasciato l’USB e pochi giorni dopo dalle proprie dimissioni, ha creato l’APS (associazione di promozione sociale) Lega Braccianti: i braccianti privati di diritti socio-sindacalisti e sottoposti a condizioni fisico-sociali esecrabili hanno quindi deciso di associarsi e di coalizzarsi al fine di affermare la propria dignità. In questa occasione inaugura la prima “casa dei diritti e della dignità Giuseppe Di Vittorio” nel foggiano.

Alle elezioni politiche del 2022, Soumahoro si candida col sostegno del gruppo Europa Verde alla Camera dei deputati nell’ambito della lista Alleanza Verdi e Sinistra, specificamente nel collegio uninominale di Modena per il centro-sinistra, sconfitto però con il 36,01%. È stato comunque eletto nei collegi plurinominali Puglia 02, Lombardia 1 -01, Emilia Romagna 02, Veneto 1-01.

Aboubakar Soumahoro si è distinto in questi anni per la propria tenacia e volontà di fare, ma negli ultimi giorni è stato coinvolto in una bufera mediatica a causa della cooperativa sociale Karibu e il consorzio Aid, due enti del terzo settore che si occupano di servizi di accoglienza e integrazione sul territorio di richiedenti asilo, rifugiati politici e immigrati, amministrati da Marie Théreèse Mukamitsindo e Liliane Murekatete, rispettivamente suocera e moglie dello stesso Soumahoro.

Stipendi non pagati, lavoro in nero, fatture false e segnalazioni di operazioni sospette.

Ma andiamo con ordine: 24 dipendenti di Karibu e di Aid rivolgendosi al segretario di Uiltucs Latina Gianfranco Cartisano, hanno denunciato la mancanza di retribuzione per dei periodi molto lunghi, circa 22 mesi. Altri invece parlano apertamente del proprio lavoro in nero e di come, per ottenere la propria paga, dovessero procurarsi delle fatture false da far emettere a società esterne, in modo da giustificare i versamenti.

Il primo luglio scorso, l’Ispettorato del lavoro di Latina, accerta un totale di 400.000 euro di stipendi versati e approva un piano di pagamento dilazionato: un impiego che però non viene rispettato per mesi interi. Uiltucs si rivolge quindi alla prefettura di Latina e chiede a questa di trasferire direttamente quei soldi ai lavoratori bloccando i pagamenti alle cooperative. Solo il 10 novembre scorso sono stati liquidati circa 50.000 euro, ossia ciò che spettava ai primi 4 dipendenti.

Inoltre, sono state molte le denunce di maltrattamento: nel corso dei vari incontri in prefettura, sono state fatte infatti delle dichiarazioni da alcuni ospiti delle strutture gestite dalle due cooperative, testimoni di un quadro angoscioso di una vita quotidiana priva di corrente, acqua, cibo e vestiti. L’onorevole Soumahoro, attraverso l’avvocato Maddalena Del Re, ha poi reso noto di come abbia appreso ciò dalla stessa stampa.

I due fascicoli di truffa ai danni dello stato e di quello riguardante i presunti maltrattamenti nelle strutture, sono affiancati dall’indagine per malversazione (atto compiuto da chi distrae i fondi per fini diversi da ciò a cui sono destinati per legge) di erogazioni pubbliche nei confronti della suocera di Soumahoro.

E se fino ad ora Aboubakar Soumahoro ha dovuto rispondere ad accuse che non lo riguardavano in maniera diretta, pochi giorni fa invece è stato accusato dall’USB di non aver utilizzato dei fondi raccolti durante l’emergenza COVID-19 per i fini prefissati.

Soumahoro ha deciso inizialmente di rispondere alle accuse con un video pubblicato sui social, difendendosi e ripetendo di essere “una persona integra e pulita” e affermando “voi mi volete morto ma non ucciderete le mie idee” e conseguenzialmente autosospendendosi dal gruppo di sinistra italiana e verdi.

In attesa dell’esito delle indagini, l’unico sentimento che perdura è la rabbia: nel caso in cui tutte queste accuse venissero confermate, bisogna chiedersi e a capire quale sia effettivamente il problema di fondo, cioè la totale mancanza di attenzione nei confronti di tutti coloro che quotidianamente vengono sfruttati e costretti a vivere in condizioni quotidiane riprovevoli e difficilmente accettabili.

Maria Pia Loiacono
Studentessa di beni culturali, scrivo con lo scopo di imparare più cose del mondo che mi circonda, cercando di farmi e farvi incuriosire.

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