Del: 20 Dicembre 2022 Di: Giorgia Fontana Commenti: 0
Pillole di economia. Che cosa si intende con Fintech?

Le tematiche di carattere economico rientrano senza dubbio nel ventaglio di argomenti spesso difficili da comprendere a fondo per chi non ne ha mai approfondito lo studio. Abbiamo deciso di dare vita a questa rubrica nella quale cercheremo di sviscerare, con il linguaggio più semplice e accessibile possibile, vari temi economici legati all’attualità. A questo link trovate le scorse puntate.

Lo sviluppo del mondo economico nell’era del digitale è sempre più veloce, sempre più immediato. Se vent’anni fa era ancora plausibile tenere i titoli azionari in cassaforte o vedere immagini di broker impazziti alla Borsa di New York, ora tutto ciò sembra solo un lontano e nostalgico ricordo. Negli ultimi tempi sono state apportate grandi innovazioni tecnologiche nella finanza, e non solo nella gestione di conti bancari e di assicurazioni online. Tutte queste novità rientrano nella sfera della Fintech.

Per quanto non esista un significato globalmente riconosciuto del neologismo, in generale si usa per fare riferimento a tutti gli strumenti finanziari digitalizzati. Non sono casuali quindi le radici della parola, coniata da Finance e Technology, due elementi imprescindibili del termine.

Ma di quali strumenti si parla quando si fa riferimento alla Finance Technology? Sembrerà assurdo data la loro diffusione, ma molti di essi non sono in realtà di uso pubblico. Anzi, probabilmente ognuno di noi ne fa utilizzo, ma indirettamente, senza saperlo.

Il mercato Fintech si sviluppa principalmente all’interno degli istituti bancari.

Si tratta dell’introduzione di nuovi metodi per la gestione dei conti correnti, per la valutazione delle imprese, per il calcolo degli interessi. Compiti però svolti dalla banca, con cui i clienti non si interfacciano in modo diretto.

Dall’altro canto, uno strumento Fintech che forse tutti hanno usato almeno una volta è l’open banking. Un mezzo dirompente e molto diffuso, che permette di ottenere informazioni relative al proprio conto corrente direttamente online, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Non solo: facilita la consultazione di informazioni su mutui, prestiti e tutti i servizi offerti dalla propria banca.

Grazie a mezzi come questo, il numero di utenti che si affidano a istituti bancari con il conto parzialmente o completamente digitalizzato è notevolmente aumentato. Anche se è un Paese ancorato alle sue tradizioni (da investimento nel mattone o da soldi sotto al materasso), in Italia la propensione al Fintech è sempre più forte ed evidente.

Un contributo (seppur involontario) è arrivato sicuramente dal periodo di lock-down, in cui gran parte degli utenti ha sentito la crescente necessità di gestire la propria attività finanziaria da remoto. A fare la differenza durante la pandemia è stata proprio la digitalizzazione degli istituti bancari e delle piccole-medie imprese: se non si fosse costruito un ponte digitale, l’economia italiana ne sarebbe uscita ancor più sofferente.

Tra i servizi Fintech più usati in Italia si trovano le applicazioni per pagare attraverso il cellulare o da altri dispositivi, come gli orologi intelligenti.

Seguono gli strumenti per trasferire il denaro in maniera informale ad amici e conoscenti, per gestire il proprio denaro in banca e per controllare gli spostamenti effettuati.

Fintech però non si limita a definire gli strumenti della finanza nell’era della tecnologia. Nella sua accezione più estesa, viene impiegato per descrivere anche tutte le start-up che operano nel contesto digitale-finanziario.

In questo caso la differenza tra native Fintech e banche che integrano la Fintech è fondamentale: le prime sono start-up nate senza alcun legame con gli istituti bancari già esistenti, che forniscono un servizio digitalizzato rivolto a singoli utenti (B2C – Business To Client) o alle imprese (B2B – Business To Business). Il secondo caso è invece quello che riguarda le grandi banche che, adattandosi all’evoluzione del mondo finanziario, adottano la Fintech per favorire la connessione con i propri clienti.

In Italia le Fintech operano soprattutto nella creazione di servizi bancari e assicurativi accessibili online: forniscono strumenti per la sicurezza (Cyber Security), per l’analisi del livello di sicurezza e per la certificazione digitale dell’identità.

Si contano nel 2022 ben 564 nuove imprese italiane impegnate nella Fintech e nell’Insurtech (l’innovazione technolgy-driven nel mondo delle assicurazioni).

Sebbene questi numeri siano davvero sorprendenti, bisogna dire che non tutte si definiscono propriamente start-up Fintech: il 53% preferisce descriversi solamente come start-up, mentre le altre rientrano nelle scale-up e PMI innovative.

Un esempio concreto di start-up Fintech è Scalapay. Si tratta di una start-up in parte italiana, co-fondata da Simone Mancini a Milano ed eletta start-up dell’anno 2021. Particolarmente in voga all’inizio del 2022, la realtà Fintech ha raggiunto importanti risultati grazie alla sua capacità di cogliere il trend finanziario del momento: Buy Now, Pay Later (BNPL).

BNPL è di un tipo di finanziamento che consente di acquistare un prodotto nel presente e pagarlo in futuro, il tutto senza l’aggiunta di interessi.

Si tratta di un sistema diventato clamorosamente famoso durante la pandemia, che ha scatenato un’impennata nelle vendite degli e-commerce, e, di conseguenza, nei pagamenti in formato digitale. Ne ha fatto tesoro Scalapay, che però non si limita soltanto a questo: ad oggi attraverso l’app è possibile rateizzare il pagamento e posticiparlo anche nei negozi fisici affiliati. Una scelta davvero conveniente per molti, lo dicono i numeri: il fatturato di Scalapay S.r.l. è aumentato del 45080,51% dal 2019 al 2021, facendola rientrare nel range del Registro delle Imprese di 6-30 milioni di euro fatturati lo scorso anno.

Fonte: Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano.

Giorgia Fontana
Ciao! Sono Giorgia, ho 19 anni e frequento il corso di Economia e Management all'Università degli Studi di Milano. Nella vita, mi piace essere green e far sapere agli altri che la sostenibilità non deve essere per forza noiosa! Qui su Vulcano, mi troverete come referente della rubrica di Economia :)

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