Del: 13 Febbraio 2023 Di: Luca Stocco Commenti: 0
Giving What We Can. Donare per migliorare il mondo

Povertà estrema, cambiamento climatico, allevamenti intensivi, pandemie: viviamo in un mondo problematico, a dir poco. Come possiamo fare la differenza? Un modo è affrontare direttamente questi problemi attraverso la propria carriera lavorativa. Il tempo che passeremo a lavorare è una risorsa enorme e, riflettendo attentamente su come utilizzarlo al meglio, possiamo fare grandi cose. Ma c’è un’altra strada, aperta a persone in ogni campo lavorativo:

donare parte dei propri guadagni alle organizzazioni che affrontano più efficacemente questi problemi.

Toby Ord, oggi filosofo morale a Oxford, ha iniziato a riflettere su questa possibilità da studente, dopo aver letto alcuni scritti del filosofo australiano Peter Singer. Rendendosi conto della sua posizione privilegiata, Ord iniziò a pensare: «se davvero ho molto di più degli altri, e altre persone potrebbero ottenere molto più valore da questi soldi di me, allora forse dovrei fare di più per aiutare».

Nel 2009, Toby Ord, sua moglie e il suo collega Will MacAskill fondarono Giving What We Can (GWWC). I membri di quest’organizzazione firmano la Pledge to Give, una promessa di donare almeno il 10% dei propri guadagni a enti di beneficenza che possono migliorare la vita altrui nel modo più efficace possibile. Per studenti e studentesse, la percentuale è ridotta all’1%, escludendo le tasse universitarie, ed esiste anche la Trial Pledge, la cui durata e percentuale possono essere scelte individualmente.

Dopo più di 13 anni, la comunità di GWWC conta più di 9000 persone che hanno già donato 300 milioni di dollari, e promesso di donare 10 volte tanto in futuro. Tra i membri troviamo figure prominenti – come lo stesso Peter Singer, il premio Nobel per l’economia Michael Kremer, e l’autore, filosofo e neuroscienziato Sam Harris – e persone comuni.

Rispetto a donare e basta, impegnarsi pubblicamente a farlo permette di avere ancora più impatto. In primo luogo, firmare la Pledge rende psicologicamente più facile continuare a donare in futuro: non si tratta più solo di beneficenza, ma di mantenere una promessa. Inoltre, entrare a far parte di una comunità di persone che si supportano a vicenda per rendere il mondo un posto migliore può essere estremamente motivante.

Infine, il nostro comportamento ha una grande influenza su quello altrui, e viceversa: è più probabile che ci comporteremo altruisticamente se sappiamo che chi ci circonda già lo fa. Chiedendo ai suoi membri di impegnarsi pubblicamente a donare, GWWC punta a normalizzare una cultura del dono, così che sempre più persone siano incoraggiate ad utilizzare parte delle proprie risorse per fare la differenza.

Ma siamo sicuri che donare sia effettivamente utile?

Nel suo libro Doing Good Better, MacAskill afferma che la maggior parte delle persone nei paesi sviluppati può fare un’enorme quantità di bene ad un costo relativamente contenuto. Questo è vero per due motivi: siamo estremamente ricchi da un punto di vista globale (possiamo anche calcolare quanto) e, più denaro abbiamo, meno ci migliorerebbe la vita averne di più.

L’evidenza offerta da MacAskill suggerisce che la stessa quantità di denaro può aumentare il benessere delle persone più povere del mondo di una quantità decine, se non centinaia di volte maggiore rispetto all’impatto che può avere sulle vite del lavoratore tipico in un paese sviluppato. Potendo donare direttamente a persone in condizioni di povertà estrema attraverso organizzazioni come GiveDirectly, ci troviamo in una situazione estremamente particolare, in cui un’opzione è cento volte migliore dell’altra. Un paragone interessante è quello di immaginare un aperitivo in cui possiamo comprare una birra per noi a 5 euro e una birra per qualcun altro a 5 centesimi: in una situazione simile saremmo molto generosi!

Inoltre, ci sono altre opportunità forse addirittura migliori. Tra i consigli di GWWC su dove donare spiccano varie opportunità in molti ambiti diversi: dalla riduzione della povertà globale alla prevenzione di pandemie future, passando per il miglioramento del benessere degli animali non umani. Ad esempio, secondo GiveWell, organizzazione dedicata all’analisi costi-efficacia di altri enti di beneficenza, una donazione di poche migliaia di euro a una delle loro top charities può salvare la vita a una persona in un paese in via di sviluppo.

Il lettore interessato ad approfondire può trovare ottime risorse sul sito di GWWC e sul loro canale YouTube, dove, in occasione dell’Effective Giving Day 2022, è stato pubblicato un video che raccoglie le storie, le motivazioni, e le esperienze di molti membri di questa comunità

Luca Stocco
Studente di Politics, Philosophy and Public Affairs, batterista, e propugnatore dell'uso di ragione ed evidenze scientifiche per rendere il mondo un posto migliore. Ho fondato Effective Altruism UniMi per aiutare studentesse e studenti che, come me, vogliono fare la differenza attraverso la propria carriera lavorativa.

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