Del: 3 Aprile 2023 Di: Laura Cecchetto Commenti: 0
Che aria tira a Milano

Quante volte è capitato, andando in università, di avvicinarsi all’hinterland milanese e vedere, in lontananza, i grattacieli di piazza Gae Aulenti contornati da una fitta foschia, che nebbia non è? Nella sola giornata del 20 marzo le centraline dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) hanno registrato concentrazioni di polveri sottili al limite del consentito: 47.75 µg/m³ su 50 nell’aria di Milano.

Secondo la classifica di IQAir sulla qualità dell’aria e sull’inquinamento nelle diverse città del mondo, Milano si posiziona al secondo posto, preceduta da Teheran e seguita da Pechino.

Inoltre, secondo il nuovo report “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”, legato alla Clean Cities Campaign, una coalizione di ONG e associazioni ambientaliste che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030, gli attuali livelli di inquinamento atmosferico nel nord Italia, ma non solo, risultano decisamente troppo alti, rispetto ai limiti fissati per il 2030.

Nel 2022, 29 città su 95 hanno superato i limiti giornalieri di PM10 (Materia Particolata; indica quelle polveri sottili che hanno diametro uguale o inferiore a 10 µm), ma la situazione resta critica anche per i livelli di biossido di azoto (NO2); le dieci città italiane più inquinate da PM10 nel 2022 sono: Milano, Monza, Lodi, Cremona, Verona, Modena, Andria, Alessandria, Torino, Asti, con una media annuale di 33-35 PM10 µg/mc.

Attualmente, la qualità dell’aria nella Pianura Padana è etichettata come “insalubre”. Sebbene non sia stata ancora attivata alcuna misura contro lo smog, si raccomanda di ridurre le attività all’aperto e di evitarle se si è soggetti potenzialmente a rischio (bambini, anziani, donne in stato interessante). Utilizzare mascherine Ffp2, evitare di aprire le finestre e sfruttare depuratori e purificatori dell’aria ad uso domestico.

L’inquinamento di macchine, fumo di sigaretta, i riscaldamenti domestici e i particolati prodotti dalle industrie, ovviamente, influisce negativamente sia sulla qualità dell’aria respirata, sia sulla salute dei cittadini, sempre più a rischio di tumori, malattie e decessi a causa delle polveri sottili, non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo.

Ad aggravare la situazione si aggiunge il riscaldamento globale, la mancanza di piogge e neve e la conseguente siccità, che sta seccando i terreni e le colture, riducendo drasticamente la quantità d’acqua a disposizione per l’uso domestico, per l’agricoltura e l’allevamento.

Non dimentichiamo che, sebbene l’acqua fluisca abbondantemente dal rubinetto quando lo si apre, essa non è infinita. Lasciare a casa la macchina e prendere i mezzi pubblici (anche se spesso rallentati da numerosi ritardi) non basta. Queste le proposte di Legambiente: passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle ZEZ (Zone a zero emissioni); piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata; potenziamento del Trasporto Pubblico e Trasporto Rapido di Massa; incentivare la mobilità elettrica condivisa (micro, bici, auto, van e cargo bike); ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo; tutto elettrico in città, anche prima del 2035.

L’inquinamento atmosferico decresce troppo lentamente per poter parlare di risanamento dell’ambiente e dell’aria che ci circonda. Se non saranno presi tempestivi provvedimenti in merito, non sarà possibile rientrare nei limiti prefissati per il 2030. È necessario un cambiamento repentino, per la nostra salute e per quella del nostro pianeta.

Laura Cecchetto
Scopro il mondo e me stessa con il naso dentro a un libro, rifletto su ciò che mi circonda e prendo appunti. Narro ciò che leggo, e di conseguenza ciò che provo, per relazionarmi con ciò che mi sta attorno, possibilmente con una tazza di tè sulla scrivania.

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