Del: 28 Aprile 2023 Di: Luca Pacchiarini Commenti: 0
Da rivedere per la prima volta. Principi e principesse

Leggiadro, sognante, gentile, cortese, delizioso come una piccola poesia che rallegra un animo, una fiaba dolce che genera un sorriso sincero. Questi tra i numerosi stati d’animo che si possono provare guardando questa pellicola, una piccola e famigliare opera d’arte che stupisce lo sguardo nella sua raffinata eleganza.

Principi e principesse è un film di Michel Ocelot uscito nel 2000.

Tratta di sei storie differenti collegate tra loro da una cornice, ovvero tre personaggi (un giovane uomo, una giovane donna ed un anziano) che in un teatro si divertono a raccontarsi storie, riuscendo a interpetrarle e riviverle grazie ad una macchina più magica che tecnologica.

Le storie hanno come fulcro sempre principi e principesse, ogni volta in ambienti e stili diversi: nella prima un gentile soldato trova a terra un diamante che, appena raccolto, fa comparire una principessa. Quest’ultima, però, è impossibilitata a muoversi per un sortilegio: solo accettando la sfida di raccogliere tutti e 111 i diamanti in poco tempo il principe potrà liberare la dama.

La seconda è ambientata nell’antico Egitto, dove un contadino decide di portare un fico alla regina che lo ricompensa lautamente, creando forte invida nel consigliere di palazzo. Nella terza, invece, un gruppo di personaggi cerca di entrare nel castello di una strega, ottenendo come premio la mano della figlia del re; un principe cortese riuscirà nell’impresa, ma comincerà a conoscere meglio la strega.

Nella quarta ci troviamo in Giappone, dove un furfante cerca di rubare il mantello ad una vecchia signora, che però lo obbligherà a servirla per tutta la sera. Nella quinta si è catapultati nell’anno 3000, dove una regina perfida riceve in dono un flauto-mauto da un giovane che, per ottenere la mano della donna, è pronto a sottoporsi ad una sfida: riuscire a nascondersi dal temibile raggio distruttore della regina. Nell’ultima storia un principe e una principessa si baciano, scatenando una catena continua di trasformazioni animali e baci.

Lo stile fiabesco, lirico e bidimensionale è tipico del regista.

Michel Ocelot è un regista, animatore e sceneggiatore francese dallo stile unico e riconoscibilissimo, noto per opere come Kirikù e la strega Karabà o Azur e Asmar. Ha sempre raccontato storie che hanno il gusto della fiaba raccontata prima di andare a dormire, dalla leggerezza fanciullesca ma non per questo puerili, con grande rispetto per il pubblico di bambini per cui sono state pensate e per il cosa viene raccontato, optando per scelte visive armoniche sofisticate e raffinate.

In Principi e principesse questo si nota sempre: tutto il film è stato realizzato con un paio di forbici, una lastra di vetro, delle marionette di carta nera e una macchina da presa 16mm. Questo, unito ad un’acutissima fantasia, ha portato alla creazione di mondi meravigliosi, che fanno uso di elementi basilari per dare vita a paesaggi, luoghi, personaggi e creature fantastiche.

L’occhio dello spettatore è affascinato in ogni istante da luci, colori, merletti, arabeschi e dalle ombre affascinanti che sono i personaggi, del tutto ben definiti anche se sono sagome scure dai caratteri tipizzati.

L’apparente semplicità è ciò che si apprezza con gusto in quest’opera,

salvo poi notare una cura per i dettagli stupefacente quando ci si ferma ad analizzare ciascuna scena: grotte dai fondali rocciosi illuminate da gocce preziose, alberi dalle forme ramificate complesse e molto altro ancora, un piacere per lo sguardo che continua per tutta la pellicola.

Di grande effetto è anche il doppiaggio, sempre dai toni pacati e intimi. Della versione italiana si sono occupati Pino Insegno, Anna Marchesini ed Elio Pandolfi, tre maestri che hanno ben compreso il tono dell’opera, rispecchiandolo nelle loro voci e nell’uso delle tonalità fanciullesche.

Tutte le caratteristiche positive nominate rendono Principi e principesse un’opera adatta a tutte le età, a patto di lasciarsi andare alla fanciullezza. Da un bambino ad un adulto, da un anziano a un ventenne, ogni fascia d’età può lasciarsi colpire da una delle emozioni suscitate dal film, dallo stupore alla nostalgia, dalla spensieratezza alla meraviglia. Spesso da più di una alla volta e, sottopelle ma neanche molto in profondità, si proverà anche una certa malinconia dopo il film per il ricordo delle prime fiabe infantili ormai passate.

Luca Pacchiarini
Sono appassionato di cinema e videogiochi, sempre di più anche di teatro e letteratura. Mi piace scoprire musica nuova e in particolare adoro il post rock, ma esploro tanti generi. Cerco sempre di trovare il lato interessante in ogni cosa e bevo succo all’ace.

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